Nordio alle Camere sulla Giustizia, La Repubblica: “Carezza ai corrotti”

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Carlo Nordio, ministro della Giustizia nel Governo Meloni

Il ministro della giustizia nel governo Meloni, Carlo Nordio, ha esposto a Camera e Senato la relazione programmatica sulla giustizia. Il guardasigilli ha suscitato attacchi e critiche da parte dei parlamentari d’opposizione, quasi del tutto unanimi nel rinfacciargli un “eccesso di proclami”, ma senza risultati concreti fatta eccezione per un suo ddl.

In Parlamento, ha toccato i diversi temi delicati che sono oggetto di dibattito politico sin dal suo insediamento al dicastero: abuso d’ufficio, reati contro la corruzione, intercettazioni, sequestro cellulari, carceri e sequestro dei detenuti.

“Una carezza ai corrotti”, titola La Repubblica che nell’edizione di oggi in edicola ricostruisce le comunicazioni ai parlamentari di Nordio, fornendone una lettura in chiave critica. Questo il passaggio più importante, in riferimento al codice penaleChe Nordio vuole “sfoltire” a partire dalla corruzione. Azzerando lo strumento più utile per scoprirla, le intercettazioni.

Da giorni – prosegue il quotidiano del gruppo Gedi – è scatenato contro il Trojan. La leghista Giulia Bongiorno ha in mano le intercettazioni con il forzista Pierantonio Zanettin, e si appresta a scatenare la guerra contro gli smartphone e gongola, «se non ora quando? Azione e IV sono con noi, c’è una congiunzione astrale favorevole mai vista».

Grazie a Zanettin e Bongiorno, il Guardasigilli ha cancellato l’abuso d’ufficio. L’Europa bacchetterà l’Italia? Nordio dice di no. «È una balla colossale che la convenzione di Merida imponga il reato d’abuso, non c’è un obbligo, lì si parla di “pensare di adottare”». E sarebbe una bugia pure che la Ue ci impone di mettere l’abuso nei codici: «Quella è solo una proposta di direttiva, una scopiazzatura mal fatta su Merida, e su cui in Germania è già esplosa la contestazione».

Nordio va giù dritto: «Non c’è nessun contrasto né con Merida né con la Ue, che chiede solo di incentivare la lotta alla corruzione. E io ho già detto al commissario Ue Reynders che il nostro arsenale di reati è ampio». E lui vuole riscriverli tutti.

E all’ex procuratore antimafia oggi di M5S Federico Cafiero De Raho che definisce “inquietante” il progetto di tutelare «favoritismi, clientelismi, abusi di potere e quindi il condizionamento mafioso della politica», replica che «i parametri europei sulla corruzione sono sbagliati, tant’è che ho imposto di cambiarli».

Insomma – aggiunge Liliana Milella firma di Rep –, la corruzione resta, cambia solo il metro per misurarla. E siamo alle intercettazioni, il suo pezzo forte. Le procure sono spendaccione. Via ai tagli. Poi l’affondo sui cellulari. Dove l’Italia «rischia un barbaro Medioevo devastante». Perché «chi sequestra un cellulare sequestra una vita, perché con i cellulari si mandano cartelle cliniche, radiografie, dichiarazioni dei redditi, e se li sequestriamo prendiamo le vite delle persone»”.

L’articolo, infine, chiude con una analisi sul ruolo che sta giocando una delle forze d’opposizione. “Al voto la maggioranza vince. Alla Camera si astiene Azione, nonostante i continui contatti in Transatlantico tra Costa e Del Mastro che insospettiscono l’opposizione. I due trattano sulla risoluzione di Costa sulla separazione delle carriere che Nordio ha bocciato. Ma su Delmastro ecco l’ennesima indiscrezione, perché alla Camera è giunta dalla procura di Biella una richiesta di autorizzazione per una diffamazione, e Costa è il presidente della Giunta. E s’indigna non appena avverte l’accusa di inciucio. Poi parla Scarpinato (M5S) e la maggioranza e Nordio abbandonano l’aula”.

Fonte: La Repubblica