Pac 2021-2027, Mara Bizzotto (Lega): accordo politico tra parlamento, consiglio e commissione UE, importanti novità sui pagamenti diretti

“Totalmente inaccettabili il taglio di 6,2 miliardi di fondi all’Italia e l’aumento della burocrazia. Positive le misure su piccole imprese e giovani agricoltori”

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Mara Bizzotto, parlamentare Ue della Lega
Mara Bizzotto, parlamentare Ue della Lega

Dopo 3 anni di lavoro e negoziati, è stato trovato l’accordo politico tra Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione UE che dà il via libera alla nuova Politica Agricola Comune (PAC), che vale 350 miliardi di euro pari a circa il 31% del bilancio totale dell’Unione Europea nel periodo 2021-2027.

“La nuova PAC, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2023, rappresenta la riforma più importante dell’intera legislatura dal punto di vista normativo e finanziario, e contiene molte significative novità rispetto al passato che segneranno in maniera profonda il futuro dell’agricoltura italiana e europea” dichiara l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto, membro della Commissione Agricoltura e relatrice ombra del dossier sull’OCM (organizzazione comune dei mercati) che è uno dei 3 Regolamenti della PAC.

“La PAC 2021-2027 che è uscita dal negoziato ci soddisfa solo parzialmente, perché è vero che abbiamo portato a casa risultati positivi e migliorie importanti rispetto al testo di partenza ma, al tempo stesso, permangono diversi ‘punti neri’ soprattutto di natura finanziaria e burocratica” commenta l’eurodeputata Bizzotto, che ha partecipato ai negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione UE.

“Le novità più importanti riguardano le modalità di distribuzione e di accesso ai finanziamenti: il 25% dei fondi dei Pagamenti Diretti (e non più il 30% come uscito dal Parlamento Europeo) saranno dedicati ai cosiddetti ecoschemi e alle misure green (esempio: riduzione di fitofarmaci e fertilizzanti, metodi di agricoltura biologica, inerbimento dei frutteti) e il 35% dei finanziamenti dello Sviluppo Rurale saranno destinati alle misure agroambientali” spiega l’eurodeputata Bizzotto.

“Di positivo ci sono i risultati delle nostre battaglie sul sostegno alle piccole imprese agricole a cui ogni Paese dovrà destinare, attraverso un meccanismo di redistribuzione obbligatoria, almeno il 10% del totale dei pagamenti diretti, il sostegno ai giovani agricoltori fino ai 40 anni ai quali ogni Paese dovrà garantire almeno il 3% dei aiuti diretti, l’aumento al 3% del budget dei pagamenti diretti riservato alla gestione del rischio e delle calamità e la creazione permanente della riserva di crisi di almeno 450 milioni all’anno” continua Bizzotto.

“Di negativo e oggettivamente inaccettabile c’è la forte diminuzione della dotazione finanziaria, con un pesante taglio alle risorse destinate all’agricoltura italiana: le stime ci dicono che la nuova Pac porterà all’Italia 34 miliardi (50 con il cofinanziamento nazionale), con una perdita di ben 6,2 miliardi rispetto alla passata programmazione. Un taglio di circa il 15% in termini reali che non possiamo accettare” spiega Bizzotto.

“Troviamo profondamente sbagliato che agli agricoltori italiani vengano imposti nuovi oneri e nuove regole da rispettare, a fronte di un taglio dei finanziamenti e di un aggravio di burocrazia che sicuramente scaturirà dalla ‘condizionalità sociale’, una assoluta novità inserita nel testo della Pac – dichiara Bizzotto – Il combinato disposto di meno fondi e più burocrazia, rischia di trasformare la futura Pac in una grande incompiuta”.

“Ad ogni modo la nuova Pac demanda gran parte delle azioni da mettere in campo ai cosiddetti Piani Strategici Nazionali che ogni Paese dovrà redigere e che dovranno essere presentati a Bruxelles entro il 31 dicembre 2021 – conclude Bizzotto – E’ proprio nella fase di scrittura del Piano Nazionale, nel quale dovrà essere tutelato il fondamentale ruolo gestionale delle Regioni, che si dovrà cercare di rimediare alle gravi lacune della nuova PAC con una grande operazione di taglio della burocrazia e snellimento delle procedure”.

Il testo finale della Pac scaturito dall’accordo dovrà essere approvato dalla Commissione Agricoltura e dal Parlamento Europeo presumibilmente ad ottobre, per poi essere adottato dal Consiglio prima di entrare ufficialmente in vigore.