Padre e figlio colpiti da cacciatori nel Trevigiano, Zottis e Zanoni (PD): “potevano morire nel loro giardino, misure più severe”

122
Stop al piombo nelle cartucce da caccia fondi per la veneto

“Hanno rischiato di essere ammazzati da un colpo di fucile, mentre si trovavano nel giardino di casa, e chi ha sparato, anziché allertare i soccorsi, ha cercato di scappare. È un comportamento delinquenziale; ringraziamo carabinieri e forestale per il pronto intervento, i due cacciatori sono stati bloccati, l’augurio è che paghino duramente per quanto fatto. Ma non possiamo continuare con questo bollettino di guerra ogni fine settimana: in troppi se ne fregano delle regole, a partire dalle distanze minime previste per legge. Servono sanzioni più severe, che prevedano anche l’arresto”. Così Andrea Zanoni e Francesca Zottis, consiglieri regionali del Partito Democratico, intervengono in un comunicato sull’episodio accaduto al confine tra Monastier e Fossalta di Piave, vittime un papà e il neonato che teneva in braccio, colpiti da un cacciatore che stava sparando a una lepre.

“Vogliamo esprimere gli auguri per una pronta guarigione. Comprendiamo il loro spavento e la loro rabbia: hanno fatto bene ad avviare un’azione legale. Come si possa fuggire, omettendo il soccorso, dopo un episodio del genere, è una domanda legittima – affermano i consiglieri – è inquietante sapere che per qualcuno è una cosa del tutto normale. Nel Piano faunistico venatorio di prossima approvazione presenteremo una serie di emendamenti che prevedono sanzioni e provvedimenti disciplinari durissimi per chi spara vicino alle case; dobbiamo scoraggiare certi comportamenti che possono finire in tragedia. Vedremo se Lega e Fratelli d’Italia li bocceranno come d’abitudine”.

“Per casi come questo – spiegano Zanoni e Zottis – va prevista la revoca della licenza di caccia a vita. Tra le misure utili vanno considerate: il raddoppio delle distanze di sicurezza dove vige il divieto di caccia da case e strade; l’obbligo di una pettorina con un numero alfanumerico così da poter individuare i cacciatori a distanza ed evitare che scappino in caso di incidente; l’espulsione immediata dall’Ambito territoriale di caccia; l’abolizione della norma sul nomadismo venatorio voluta nella scorsa legislatura dall’allora consigliere Berlato che consente alle doppiette di spostarsi in tutto il Veneto, dai confini con la Lombardia a quelli con il Friuli”.

“Con questo episodio – concludono Zanoni e Zottis – siamo già a sei feriti dall’inizio della stagione venatoria: una 51enne colpita a un occhio mentre passeggiava in campagna a Santa Maria di Zevio, un ciclista centrato a San Giovanni Ilarione, oltre a due cacciatori, uno in Val Tramigna e l’altro a Meduna di Livenza. Fortunatamente non ci sono stati morti, ma non è un valido motivo per far finta di niente”.