Palazzo Chiericati, approvato il progetto definitivo per il deposito ipogeo

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Nell’ambito del complesso restauro che sta interessando Palazzo Chiericati e che farà sì che il Museo civico cittadino diventi uno spazio espositivo all’avanguardia, la giunta comunale ha approvato il progetto per la realizzazione di un nuovo depositi, in gran parte ipogeo, che potrà diventare un nuovo centro culturale a servizio della città.

Il progetto è stato predisposto dal servizio Lavori pubblici insieme alla Direzione musei del Comune e prevede un primo stralcio di 500 mila euro con cui verrà realizzato il volume interrato in corrispondenza del cortile interno delimitato dall’ala novecentesca e dalle barchesse. Con un successivo stralcio, una volta previsto il finanziamento, verrà completato il deposito ipogeo con gli impianti e realizzato il collegamento con il piano terra delle barchesse.

“Con un restauro così articolato come quello di Palazzo Chiericati è inevitabile che in fase di avanzamento lavori siano previste della varianti – spiega l’assessore ai lavori pubblici Matteo Celebron -. Dopo i recenti ritrovamenti archeologici nella sede del cortile afferente all’ala ottocentesca, con il supporto costante della Sorpintendenza, abbiamo dovuto ripensare il progetto e prevedere i deposti in un’altra zona del complesso. Si è pensato di realizzare un deposito per tutte le opere che sono in carico al museo scavando una pare del cortile su cui si affaccia l’ala novecentesca, intervento di cui ci occuperemo in questo primo stralcio. Successivamente interverremo sulla barchessa che verrà collegata agli interrati. ”.

“Oggi il museo non è più semplicemente l’edificio dove esporre le opere d’arte, ma è la combinazione di funzioni e servizi che lo porta ad essere sempre più luogo dell’esperienza – sottolinea l’assessore alla cultura Simona Siotto -. Il museo deve essere un ambiente indifferenziato, ma non privo di carattere dove, in un rapporto sempre più rispettoso tra contenitore e contenuto, agli spazi espositivi si aggiungono superfici altrettanto importanti come i depositi del grande patrimonio in esso conservato. Il nostro museo ha bisogno di nuove spazialità per poter respirare e crescere e questa soluzione di un’area ipogea per i magazzini di Palazzo Chiericati è un grande segno di innovazione per l’istituto museale e la valorizzazione delle sue straordinarie raccolte.

Una volta completato, questo nuovo spazio consentirà di raggiungere tre obiettivi. Saranno riunite in un unico luogo le opere che fanno riferimento al museo ma che sono ricoverate attualmente in sedi differenti. Inoltre il deposito potrà aprirsi agli studiosi che avranno la possibilità di vedere da vicino le opere per poterne approfondire la conoscenza e a tal fine verrà allestito uno spazio adeguato. Infine il deposito potrà esser a disposizione per le visite da parte del pubblico in occasioni prestabilite.

Il deposito ipogeo potrà pertanto diventare un centro culturale a tutti gli effetti.

Il deposito come da progetto, sarà collocato nell’edificio delle “barchesse” fino ad oggi destinato al deposito delle opere lignee e lapidee che non trovavano spazio all’interno del museo. Le barchesse, che si sviluppano in un unico piano, verranno collegate ad uno spazio ipogeo per non occupare ulteriore volume nel complesso del Chiericati

La porzione più grande della struttura ipogea sarà dedicata al ricovero delle opere di pittura – tele e tavole- di varia grandezza, appese in una rastrelliera facilmente maneggevole. Attraverso un sistema di binari a soffitto le opere potranno essere spostate fino all’area superiore della barchessa. Il collegamento tra il piano interrato e il piano terrà avverrà tramite le scale e tramite due sistemi di salita meccanica: un piattaforma elevatrice che potrà essere utilizzata per il trasporto di opere di media grandezza, e una carrucola per le opere di grandi dimensioni che passeranno attraverso una fessura realizzata nel solaio.

Il vano ipogeo, che si svilupperà sotto al cortile e alla barchessa, verrà realizzato con l’inserimento di palancole di 10 metri con un altezza effettiva di 3 metri e mezzo, garantendo così la possibilità di ricoverare anche le tele più grandi.

Il vano interno verrà realizzato in calcestruzzo armato, mentre la copertura sarà in ghiaino, come l’attuale in modo che l’aspetto del cortile rimanga inalterato.

Nel vano superiore, quindi nella barchessa, verranno ricoverati i materiali lapidei e sarà adibito alla consultazione da parte degli studiosi.

Prima di dare il via ai lavori si procederà con uno scavo archeologico preventivo in modo da verificare la presenza di testimonianze antiche che potrebbero consentire di conoscere meglio l’area. Un piccolo sondaggio archeologico al centro del cortile era stato condotto in occasione dell’avvio del restauro dell’ala novecentesca ma non ha dato riscontri rilevanti.

L’intero progetto è stato sottoposto alla Soprintendenza che ha autorizzato a procedere con alcune indicazioni.

Le barchesse sono state probabilmente realizzate nel dopoguerra e presentano alcune modifiche risalenti al 1957.