Partecipazione attiva dei lavoratori nelle aziende, Cisl Veneto: i risultati del sondaggio della Fondazione Corazzin

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Secondo una recente indagine (qui slides con grafici e numeri della Fondazione Corazzin, centro studi di Cisl Veneto, da buona parte dei lavoratori e delle lavoratrici del Veneto la partecipazione alle scelte aziendali è considerata un elemento “molto importante”, si ritiene che possa produrre un reale miglioramento in azienda e si è, nel complesso, disponibili a sperimentarla. E ancora, chi si sente ascoltato dai responsabili è maggiormente soddisfatto del proprio lavoro, come lo è chi ritiene che la propria opinione conti all’interno dell’organizzazione.

Realizzata coinvolgendo 1.143 lavoratori e lavoratrici che si sono rivolti al sistema servizi di Cisl. Il sondaggio si inserisce tra le iniziative della campagna di raccolta firme, ora al suo termine, condotta in questi ultimi mesi per sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Cisl, volta a disciplinare la partecipazione attiva dei lavoratori nella gestione delle imprese.

«Riteniamo che una legge sulla partecipazione attiva dei lavoratori potrebbe dare un impulso di modernizzazione all’intero del nostro sistema produttivo e occupazionale: oltre che un miglioramento delle condizioni di lavoro (migliori retribuzioni, migliori condizioni contrattuali, più sicurezza e stabilità del lavoro), potrebbe infatti generare per le imprese una più alta produttività e un aumento del livello di innovazione e competitività. A raccontarcelo le diverse esperienze virtuose già presenti in Veneto e sempre più numerose» sottolinea Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto, che dice ancora: «L’indagine conferma in generale il ruolo della partecipazione quale fattore determinante nel creare nei lavoratori un maggiore senso di appartenenza e motivazione. Dall’altra parte, il sondaggio fa emergere pure una certa ridotta consapevolezza di cosa sia davvero la partecipazione e quali i suoi strumenti, dato che evidenzia la necessità di creare cultura e sensibilizzare su tali tematiche, com’era tra gli obiettivi fondamentali dell’intera campagna».

Del gruppo di persone preso in esame il 58,2% sono donne; il 46,5% ha un’età compresa tra i 45 e i 54 anni, il 27,0% tra i 35 e i 44 anni. Si tratta per il 46,4% di impiegati, 40,3% sono operai e 5,5% quadri, persone che lavorano per il 25,3% nel settore del commercio e terziario, il 15,6% nelle attività manifatturiere e l’8,0% nell’ambito della sanità.

L’opinione sulla partecipazione

Sono oltre il 90% gli intervistati che ritengono la partecipazione importante quasi la metà (47,47%) la valuta un fattore fondamentale per apportare un reale miglioramento nell’organizzazione. Indagando poi l’interesse dei lavoratori e delle lavoratrici a partecipare personalmente alla vita aziendale, due su cinque (39,54%) si dichiarano interessati; uno su quattro (25,31%) ha una posizione “neutrale” in merito, mentre non desidera essere coinvolto il 35,15%. Numeri, questi ultimi, che insieme ad altri confermano un’effettiva scarsa consapevolezza sul tema della partecipazione.

La partecipazione già presente nelle imprese

Per quanto riguarda la presenza di strumenti di coinvolgimento attivo nelle imprese dei lavoratori intervistati, quasi due su cinque affermano di poter già partecipare alla vita aziendale, anche attraverso i rappresentanti dei lavoratori. Nello specifico, analizzando le quattro modalità della proposta cislina, per la maggior parte (ossia il 29,05%) è prevista la possibilità di partecipare in maniera consultiva, il 27,30% parla di possibile coinvolgimento nelle scelte organizzative dell’impresa; se si guarda alla partecipazione gestionale la percentuale scende al 19,69% e al 7,87% per la partecipazione al capitale d’impresa o alla distribuzione degli utili.

Dove c’è ascolto è maggiore la soddisfazione dei lavoratori

Si è voluto, infine, indagare il grado di soddisfazione dei lavoratori e la loro percezione di ascolto in azienda. Un’analisi che ha fatto emergere una evidente relazione tra le due dimensioni. Oltre il 95% di chi si sente ascoltato dai responsabili o superiori è “molto soddisfatto” o “abbastanza soddisfatto” del proprio lavoro; mentre tra coloro che non si sentono ascoltati i “molto” o “abbastanza soddisfatti” crollano sensibilmente arrivando al 42,2%. Dall’altro lato, tra chi afferma invece di sentirsi inascoltato in ambiente lavorativo quasi 6 su 10 (il 57,8%) sono “poco soddisfatti” o “per nulla soddisfatti”.

«Il mondo del lavoro sta indubbiamente cambiando per effetto delle innovazioni introdotte, fra tutte quella tecnologica e digitale, ma sta cambiando anche il modo di concepire la propria attività lavorativa, lo spazio e il valore che viene a questa assegnato nella vita di ognuno» afferma Anna Orsini, presidente di Fondazione Corazzin. «Soprattutto i giovani sono alla ricerca di opportunità che valorizzino i loro talenti e consentano loro di esprimere al meglio la loro personalità. In tal senso la possibilità di partecipare più attivamente alla vita di una impresa incrocia positivamente questa tendenza, è sicuramente fonte di maggior soddisfazione e di un più forte coinvolgimento negli obiettivi aziendali».

La proposta di legge e la campagna di raccolta firme

Nella proposta di legge cislina quattro i pilastri indicati: la partecipazione gestionale, la partecipazione economico-finanziaria, la partecipazione organizzativa e la partecipazione consultiva (maggiori dettagli nella scheda di seguito).

La campagna a suo sostegno, che si sta concludendo proprio in questi giorni, ha visto sinora in Veneto oltre 10mila firme raccolte e certificate. Grazie a numerosi presidi sul territorio ‒ più di un centinaio di presenze con gazebo nei mercati e nelle piazze, decine di assemblee nei posti di lavoro, convegni e manifestazioni territoriali ‒, numerosi incontri con parlamentari, consiglieri regionali e amministratori locali di tutti i partiti, oltre alla notevole presenza sui media, l’iniziativa sindacale ha portato il tema della partecipazione, dapprima poco conosciuto, ad essere al centro di discussioni e dibattiti pubblici. Ora il prossimo step, dopo la consegna delle firme raccolte che avverrà il 28 novembre prossimo presso la Camera dei Deputati, è di continuare a fare pressione sui gruppi parlamentari affinché possa essere esaminata e approvata.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

La proposta di legge e il sondaggio di Cisl Veneto

sulla partecipazione attiva dei lavoratori nella vita aziendale.

I punti chiave della proposta di Cisl sulla partecipazione dei lavoratori

Sono quattro le modalità di partecipazione attiva dei lavoratori in azienda indicate nella proposta di legge Cisl, ognuna con le relative soluzioni contrattuali e con specifici benefici: la partecipazione gestionale (prevede l’ingresso nei consigli di amministrazione e di sorveglianza di rappresentanti dei lavoratori, compartecipando alle scelte strategiche delle proprie aziende); la partecipazione finanziaria (si declina in incentivi alla distribuzione degli utili ai dipendenti, ma anche in possibilità di accesso dei lavoratori al possesso di azioni o di quote di proprietà dell’impresa); la partecipazione organizzativa (tramite commissioni paritetiche che definiscono piani di miglioramento e innovazione dei prodotti e dei processi produttivi, ma anche dell’organizzazione del lavoro); e la partecipazione consultiva (istituirebbe un diritto dei lavoratori e delle loro rappresentanze a essere consultati preventivamente in merito alle principali scelte aziendali).

Gruppo intervistato dalla Fondazione Corazzin

Il gruppo preso in esame dall’indagine condotta da Fondazione Corazzin per conto di Cisl Veneto è composto per il 58,2% sono donne; il 46,5% ha un’età compresa tra i 45 e i 54 anni, il 27,0% tra i 35 e i 44 anni e il 15,2% tra i 25 e 24 anni, il 9,8% tra i 55 e 64 anni. Si tratta per il 46,4% di impiegati, 40,3% sono operai e 5,5% quadri, persone che lavorano per il 25,3% nel settore del commercio e terziario, il 15,6% nelle attività manifatturiere e l’8,0% nell’ambito della sanità, mentre il restante 51,1% lavora in altri ambiti. Del totale degli intervistati, la maggior parte (il 53,8%) ha un’esperienza aziendale più che decennale e il 69.82% lavora in organizzazioni di medio-grandi dimensioni (con oltre 50 dipendenti).

Il 62,03% dei lavoratori intervistati dichiara di lavorare in un’azienda con la presenza di una rappresentanza sindacale (rsu/rsa), il 53,54% ha forme di contrattazione aziendale e il 55,99% dice che è prevista qualche iniziativa di welfare aziendale. Al contrario, il 20,47% dei lavoratori afferma di non avere alcuna forma di contrattazione aziendale, mentre il 25,90% è senza welfare aziendale. Dal sondaggio emerge, al contempo, una diffusa mancanza di consapevolezza di questi strumenti: rispetto alla contrattazione aziendale circa un lavoratore su quattro (25,98%) non ne è a conoscenza o non ha voluto rispondere alla domanda, mentre rispetto al welfare aziendale non lo è il 18,11%.

L’opinione sulla partecipazione rispetto ai quattro pilastri della proposta di legge

Si è voluto indagare l’opinione degli intervistati rispetto alla partecipazione declinata nelle quattro modalità della proposta legislativa cislina, quale fattore importante per ottenere un reale miglioramento/cambiamento nell’organizzazione. La partecipazione consultiva è risultata fondamentale per il 55,5% degli intervistati, segue poi la partecipazione organizzativa, ritenuta importante dal 55,4% del gruppo indagato, mentre il 46,2% ritiene sia importante che i lavoratori partecipino alle decisioni gestionali/strategiche e, infine, la partecipazione economico-finanziaria lo è secondo il 32,6%.

È stato misurato, inoltre, l’interesse dei lavoratori e delle lavoratrici a partecipare personalmente alla vita aziendale, sempre secondo le quattro modalità indicate dalla proposta cislina: quella che pare suscitare maggior interesse/attenzione è la partecipazione consultiva (48,8% del gruppo indagato dichiara di voler partecipare alla vita aziendale con questa modalità), a seguire la partecipazione organizzativa con il 45,6% di riscontri positivi; vorrebbero partecipare alle decisioni gestionali/strategiche il 35,4%, e infine il 28,3% al capitale d’impresa o alla distribuzione degli utili.