
A pochi giorni dalla prima sentenza del Processo Pfas Miteni, prevista il 26 giugno, il consigliere regionale di Europa verde Renzo Masolo riporta di dati di una nuova indagine sui possibili effetti dei Pfas sulla salute dei Vigili del fuoco: “USB e Greenpeace – spiega Masolo – hanno fatto analizzare i dispositivi di protezione in dotazione e il sangue di alcuni Vigili del Fuoco da varie parti d’Italia. La quantità di Pfas rilevata è elevatissima, tanto da far sorgere molti interrogativi circa la concomitanza tra l’impiego di questi inquinanti e alcuni decessi, avvenuti in seguito al formarsi di forme tumorali aggressive comparse tra i Vigili”.
L’esponente EV continua esprimendo l’auspicio che a livello ministeriale vengano avviate indagini approfondite sulla questione. “Noi di Europa Verde – ricorda – presentammo una risoluzione affinché la Giunta intervenisse presso il Governo per sostenere la necessità di approfondimenti mirati al fine di comprendere le problematiche connesse ai dispositivi di protezione individuale (antifiamma) in dotazione ai Vigili del Fuoco, alla presenza o meno di concentrazioni di PFOA nelle schiume antincendio in dotazione e un monitoraggio di un campione di Vigili del Fuoco. La risoluzione venne bocciata, ma evidentemente oggi tema si ripone in tutta la sua rilevanza. Si tratta di un problema che riguarda tutti noi, poiché i Pfas presenti, ad esempio, nelle schiume anti-incendio vengono disperse nell’ambiente, contaminandolo. Alla luce di quanto emerso dalla recente indagine, quindi, abbiamo presentato una interrogazione in Consiglio regionale”. In conclusione Masolo ha sottolineato come altri Stati già si stiano muovendo sulla questione pfas e sulle conseguenze per la salute di chi ogni giorno lavora per la sicurezza dei cittadini. In Italia invece “nonostante lo scandalo Miteni, il tema sembra sempre finire in un cassetto. È così che lo Stato italiano si prende cura dei suoi servitori?”.