Piazzale De Gasperi, Davide Fiore (FAI): “ricostruire arco Revese-Malacarne per riqualificazione”

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piazzale De Gasperi
piazzale De Gasperi

Davide Fiore, delegato di Vicenza per l’Ambiente e il Paesaggio del Fai, Fondo Ambiente Italiano, in una lettera al sindaco Francesco Rucco e all’assessora Simona Siotto, anche alla luce del recente piano presentato dal Comune stesso per rilanciare Campo Marzo e alcune zone attigbue, avanza una proposta per piazzale De Gasperi, che di fatto congiunge l’ingresso ai giardini Salvi con la Porta del torrione di piazza Castello. “Piazzale De Gasperi – scrive Fiore – definisce un passaggio brusco, anche in termini di ordine pubblico, tra “il centro” e ciò che è all’esterno. Questo luogo di passaggio agisce negativamente anche sul
Giardino Salvi, ormai area di diffuso degrado, spesso nelle cronache. Agire su qualche miglioria del piazzale, sul quale affacciano una serie di attività commerciali e, in un futuro, in vista di una possibile riqualificazione degli edifici della ex Fiera.

“L’area dell’odierno piazzale De Gasperi, è bene ricordarlo, era una delle piazze della Vicenza storica, perché il suo perimetro trovava una delimitazione verso i colli Berici, con il “filtro” costituito dall’arco monumentale, attribuito ad Ottavio Bruto Revese e che già nel XVII secolo si sostituì ad un più modesto arco. Quell’ottimo portale, che inquadrava Monte Berico e fungeva d’accesso monumentale ad un’estremità del centro cittadino, risultò ancor più suggestivo con la moderna definizione dell’attuale viale Roma. Collocato in asse con l’altro arco, attribuito al Baldassare Longhena e accesso principale ai Giardini Salvi, il manufatto perduto definiva un efficace “cannocchiale”, contribuendo alla finitezza geometrica all’area quale accesso e proscenio architettonico, in continuità con lo spirito rinascimentale. I fatti ricordano che l’arco fu abbattuto senza troppi complimenti una notte del 1938, prima della visita di Mussolini”.

Porta d'ingresso a Campo Marzo
Porta d’ingresso a Campo Marzo

“Fiore propone di ricostituire gli spazi della piazza storica partendo proprio dalla costruzione ex novo dell’arco Revese – Malacarne. Il “come”e con che grado di finitura, o con quali soluzioni alternative, sono considerazioni certamente importanti, ma che credo siano parte di una riflessione più avanzata. Non escluderei persino di intervenire con un’opera d’arte contemporanea di Edoardo Tresoldi, soluzione raffinata e che risulterebbe persino
“reversibile” e che permetterebbe a Vicenza di inserirsi quantomeno in un dibattito sul contemporaneo, degno del suo tessuto imprenditoriale, e che in città è pressoché inesistente o lasciato ad alcune iniziative private”.

“L’operazione, a mio parere, avrebbe senso nella nostra epoca per i seguenti motivi:
– per conferire unità urbanistica ad un’area che, pur portando i segni dell’architettura del Novecento, risulta ancora disponibile per accogliere un intervento di questo tipo. I due parchi (Salvi e Marzo) entrerebbero in comunicazione creando un’unica macroarea vivacizzata e resa più sicura da servizi. Se la classicità è una lezione senza tempo, porsi in continuità con un progetto degno della tradizione storica di Vicenza, non dovrebbe risultare un problema. La casistica, anche italiana, della scienza del restauro architettonico,
consente di intraprendere questa strada. – creerebbe uno spazio urbano di qualità, anche commercialmente, e costituirebbe la vera “porta d’accesso” alla città storica, per chi proviene dalla stazione e dai parcheggi sotterranei e aumenterebbe la
tranquillità dell’area, oggi lasciata al chiasso veicolare” prosegue ancora Fiore.

“Con questa mia proposta – conclude Fiore – vorrei valorizzare l’importanza della ricostituzione di una città il cui centro storico diventi più esteso e seguendo, inoltre, un’idea di città precisa e riconoscibile iniziata nel XVI secolo. Un arco ex novo si inserirebbe quale terza rifondazione di un documento architettonico- urbanistico, vittima di un
dozzinale attentato ai Beni Culturali”.