Pietre d’inciampo a Schio: gli errori in cui inciampano Il CorSera e Il Fatto con Ernesto Galli della Loggia e Furio Colombo

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Pietre d'inciampo
Pietre d'inciampo

Per la vicenda della polemica sul no alle pietre d’inciampo (Stolperstein) a Schio (dimenticando il sia pur ovvio no alle stesse per 52 vittime di partigiani)  dopo aver documentato i fatti e la seduta consiliare con tanto di video comunale (clicca qui e vai al punto 11) accessibile agli “uomini di buona volontà” abbiamo supposto (“Pietre d’inciampo negate a Schio? Il sindaco Valter Orsi contrattacca: polemica figlia dell’ignoranza“) che alla base dei commenti ci fosse l’ignoranza  “di chi, da Zaia e Fracasso, si è espresso da lontano probabilmente senza conoscerli (i fatti, ndr)“.

Ma oggi torniamo sulla vicenda perché ci obbliga a farlo Furio Colombo, firma di peso su Il Fatto Quotidiano, che aggiunge strafalcioni ad errori, commentando le annotazioni, addirittura in prima pagina del Corriere della Sera di venerdì 29 novembre, di un’altra Montblanc del giornalismo, Ernesto Galli della Loggia, che forse avevano letto gli Zaia e i Fracasso del giorno, senza vedersi il video o chiedere gli atti, prima di lanciare i loro anatemi contro il sindaco di Schio, Valter Orsi, discendente di un deportato a Mathausen ma bollato come un qualunque negatore della Shoah.

Ebbene cosa aveva scritto il super collega Ernesto Galli della Loggia? Laltro giorno la maggioranza del Consiglio comunale di Schio ha bocciato una proposta del Pd, mirante a installare nelle vie della città veneta un certo numero di «pietre d’inciampo» a ricordo degli abitanti ebrei deportati e sterminati dai nazisti (presumo con l’attiva complicità della polizia di Salò). La motivazione di tale rifiuto suona testualmente così: per non «portare di nuovo odio e divisioni»… Eppure io penso che i consiglieri di maggioranza di Schio non siano affatto nella realtà quelle anime morte o quei criptohitleriani che le loro parole farebbero credere e che meriterebbero il nostro sdegno. No, sono semplicemente degli italiani superficiali, con una conoscenza della lingua italiana alquanto approssimativa (davvero prima non volevano dividere la loro immagine dalle SS e dalle Camicie nere e non detestavano entrambe?), ma soprattutto con la testa devastata dalla politica come spesso la s’intende da noi. Convinti cioè che bisogna sempre essere di un’idea diversa da quella degli avversari, che tutto sia, debba per forza essere materia per contrapporsi in una destra e in una sinistra…».

Non ripetiamo quanto scritto ieri ma se “Montblanc” della Loggia avesse chiesto a uno dei suoi sottoposti, un signor Bic qualunque, di cliccare sul sito avrebbe, intanto, scoperto che la maggioranza di Schio, quella che lui sbeffeggia in quanto superficiale e con scarsa conoscenza della lingua Italiana non deve scimmiottare una sfida a colpi di daga tra la sinistra (diciamo gli Orazi indigeni, dall’attuale Pd a Coalizione Civica, che storicamente hanno governato in passato sulla Schio industriale e operaia della Lanerossi) e la destra (supponiamo i Curiazi, la Lega e Cioni alias Prima Schio, che da Albalonga insidiavano i discendenti doc di Romolo e Remo).

La maggioranza che sostiene Valter Orsi, caro signor Monteblanc della Loggia, è tutta formata da liste civiche, nessuna affiliata con la destra e/o la sinistra, che, infatti, ahi ahi collega famoso, hanno entrambe criticato la maggioranza perché la bocciato la mozione del Pd pro Pietre d’Inciampo (fuori definizione, come abbiamo spiegato ieri noi giornaliustucoli di provincia) ma anche l’emendamento di Priama Schio che voleva celebrare addirittura con le Stolperstein anche i 52 scledensi uccisi dai partigiani a fine guerra.

Su questa “superficialità” e “mancanza di conoscenza” (lui per Orsi & c. la riferiva alla “lingua italiana“, noi con lui ci permettiamo di associarla ai “fatti di cronaca“) di un così illustre collega avevamo sorvolato ieri, dicevamo.-

Ma leggere oggi un altro super collega, Furio Colombosu Il Fatto Quotidiano, che sempre prende(va) per i fondelli i cosiddetti giornaloni tipo il CorSera, ci ha fatto tirar fuori quello che resta di un vecchio pennino d’inchiostro, ricordo della scuola elementare che frequentammo dal 1956 al 1960 (saltai un anno perché mi dicevano le maestre che ero bravo anche se forse ero solo, incredibile dictu, solo bello o… un rompi da mandare subito alle medie pur di liberarsene).

Della Loggia ha scritto, leggiamo oggi da Colombo, che «È facile supporre come l’antisemitismo che oggi rialza la testa rappresenta una specie di ottusa rivalsa per la continua mortificazione che l’identità europea si trova a subire da tempo”. Dunque – interpreto l’autore – l’antisemitismo deriva dalla insistenza sulla memoria e dalla ripetizione dei viaggi ad Auschwitz. Lungo un percorso di questo genere dovete domandarvi se e dove c’entra la sinistra. C’entra. È l’uso – lui dice – che esponenti politici non ebrei fanno spesso e volentieri dell’ebraismo. “Serve per attestare il proprio impeccabile status etico-ideologico (…)” mostrando quasi una sorta di interesse personale a enfatizzare oltre misura ogni più insignificante miserabile gesto antisemita».

Ma Furio Colombo, pur polemizzando con Montblanc della Loggia, che il 26 novembre, tre giorni prima delle sue bacchettate ad Orsi, se la prendeva con Pd che strumentalizza la Shoa e la Memoria (perdita di coerenza o solo di… memoria del Galli della Loggia?), aggiunge che «l’articolo (di Gallie della Loggia del 26 novembre, ndr) è stato scritto il giorno prima del rifiuto della giunta comunale di Schio (destra leghista) di permettere l’installazione di pietre di inciampo a ricordo di 19 persone strappate in quella cittadina dalle Brigate nere e consegnate ai trasporti tedeschi. La richiesta, respinta, era venuta della minoranza di opposizione (sinistra)…».

Ora che il Colombo giornalista polemizzi con l’egregio editorialista del CorSera ci sta, ma che ne usi le informazioni, errate, senza controllare le fonti, regola valida per gli aspiranti pubblicati ma anche e, soprattutto, per le grandi firme, ci lascia sbigottiti.

Se, infatti il collega con due cognomi e una preposizione in mezzo, che dichiarò il 22 gennaio 2011Basta col Giorno della Memoria, basta coi ricordi banalizzati” e che il 29 novembre 2019 cita a vanvera in un lungo articolo destra e sinistra scledense per la mozione di sinistra bocciata (insieme all’emendamento di destra), oggi il più normale monocognome Colombo ne sbaglia tre in una sola frase:

  • l’articolo pubblicato il 26, ovviamente, non è stato scritto il giorno prima del rifiuto”, che è stato votato il 25 novembre
  • la giunta di Schio non è di destra leghista (Lega e Prima Schio, a destra, sono all’opposizione come Pd, a sinistra?, e Coalizione civica)
  • le pietre di inciampo chieste dal Pd a ricordo di 19 persone non sono 19 ma 14… diritto ad averle realmente solo una a parte.

E poi ci chiediamo perché il giornalismo e l’informazione sono in crisi?