Porta Nova, il quartiere “fantasma” che sogna di tornare a vivere

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Porta Nova è oggi, a Vicenza, il nome di una via adiacente al centro storico, ma avrebbe potuto, e in passato lo è stato, essere un quartiere, anche se Borgo Porta Nova ad oggi non esiste tra i quartieri di Vicenza. Lo studio di architettura Gabbiani & Associati ha voluto dar vita al progetto “Porta Nova, un quartiere laboratorio per esprimere l’inespresso”. «Con le sue ampie strade, lungo le quali sorgono edifici firmati da grandi architetti (come Andrea Palladio, Baldassarre Longhena, Francesco Muttoni, Bartalomeo Malacarne, Giorgio Massari, Carlo Scarpa, Ottone Calderari), costituisce un luogo ideale per vivere entro le mura, a ridosso di Corso Fogazzaro, con cortili e superfici verdi che si aprono tra i regolari isolati che lo costituiscono – spiegano i fautori del progetto -. Nonostante la sua intrinseca qualità, è oggi sotto-utilizzato e in una fase di progressiva perdita di funzioni, penalizzato dallo svuotamento parziale di alcune grandi strutture come le caserme, il convento di San Rocco, l’ex fiera, quando potrebbe invece essere un nodo vitale tra le zone ad ovest della città e il centro storico».

«Porta Nova è rimasto, nella cultura e nel linguaggio comune, identificato come uno dei borghi di Vicenza – spiegano ancora gli ideatori del progetto -. Questi consistono in nuclei cittadini nati dall’inclusione di aree urbane all’interno di nuove cinte murarie annesse a quelle già esistenti per fortificare ed espandere la città. Il perimetro del borgo Porta Nova viene definito con la costruzione delle mura scaligere nella seconda metà del ‘300, prima con l’edificazione e il collegamento della Rocchetta e Porta Santa Croce, e poi con la connessione alle mura esistenti seguendo Contrà Mure Carmini a Nord e raggiungendo il Castello a Sud».

L’obiettivo dello studio di architettura quindi è riqualificare la zona. Non stiamo parlando di una zona un tempo prestigiosa ma oggi in preda al degrado, come il quadrilatero di viale Milano, ma di una zona che rimane bella ma è probabilmente poco sfruttata dal punto di vista turistico ed economico.

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