Progetto Bridge, ha una casa il polo per le famiglie di bimbi ospedalizzati

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La squadra del progetto Bridge davanti alla sede assegnata dal Comune

Il progetto Bridge, innovativo polo per l’accoglienza delle famiglie con fragilità socio sanitarie, da oggi ha una casa.

ll Comune ha infatti messo a disposizione dell’iniziativa, di cui è capofila l’AUlss 8 Berica, un’intera palazzina in contra’ Apolloni 13.

Le opere di ristrutturazione, la cui realizzazione è possibile grazie ai contributi della Fondazione Cariverona, permetteranno di creare uno spazio a misura delle famiglie di bambini ricoverati all’ospedale San Bortolo di Vicenza e di giovani con bisogni sanitari in trattamento presso l’AUlss8 Berica. Oltre agli spazi per l’accoglienza diurna e notturna, verranno realizzati ambulatori specialistici e uno spazio per le realtà associative del privato sociale che da anni affiancano le istituzioni pubbliche a tutela delle persone che vivono condizioni di sofferenza fisica ed emotiva. 

Questa mattina, alla consegna dello stabile da parte del Comune ai referenti del progetto, sono presenti l’assessore alle politiche sociali Matteo Tosetto, l’assessore al patrimonio Roberta Albiero, il direttore dei servizi socio sanitari dell’AUlss 8 Berica Giampaolo Stopazzolo, la responsabile del progetto dottoressa Alessandra Sala e rappresentanti delle associazioni partner dell’iniziativa Vicenza For Children, KairosDonna, Convivium, Midori e Croce Bianca.

L’inaugurazione del polo è prevista per settembre.

Quando un bambino si ammala – ha ricordato l’assessore alle politiche sociali Matteo Tosetto – l’intera famiglia si ammala e ha bisogno di aiuto. Il Comune di Vicenza crede fortemente nel progetto sociale Bridge perché affronta questo problema in modo completo, dall’ospitalità al sostegno psicologico, fino alla promozione dei gruppi di mutuo aiuto”.

L’amministrazione – ha aggiunto l’assessore al patrimonio Roberta Albiero – fa la sua parte mettendo a disposizione gratuitamente questa palazzina, da tempo inutilizzata. Questi spazi torneranno a vivere grazie a un gioco di squadra in cui enti pubblici e privato sociale hanno saputo lavorare insieme per la comunità”.

Stiamo sempre più valorizzando l’integrazione tra azienda Aulss, Comuni, associazioni di utenti e altre agenzie del territorio – è il commento di Giampaolo Stopazzolo, direttore dei servizi socio-sanitari dell’Aulss 8 Berica – una necessità che risponde ai bisogni del nostro tempo. Questo progetto si sta realizzando grazie al contributo di numerosi partner che ringrazio per la generosa disponibilità”.

Vicenza for Children – ha concluso la presidente Coralba Scarrico in rappresentanza delle associazioni coinvolte – sarà custode di un luogo che ha voluto con determinazione perché le famiglie non debbano più vivere nella solitudine la malattia dei propri figli. Questa casa sarà aperta per chi chiederà aiuto e sostegno”.

Il progetto, che ha un costo totale di 600 mila euro ed è sostenuto dalla Fondazione Cariverona con un finanziamento di 350 mila euro fino a giugno 2023, vedrà la collaborazione degli specialisti del pubblico e delle realtà associative del privato socio-sanitario.

Scopo degli interventi è il sostegno dei nuclei familiari in condizione di fragilità connessa allo stato di malattia di figli minori o adolescenti, per prevenire il burn-out dei familiari e svilupparne le risorse, specie nei percorsi di ospedalizzazione e trattamenti di lunga durata.

I destinatari, nello specifico, saranno le famiglie degli adolescenti e giovani con disabilità della sfera psichiatrica (disturbi alimentari ed esordi psicotici); mamme e famiglie con situazioni correlate a problematiche psicologiche in gravidanza e post-partum, famiglie di prematuri ricoverati; famiglie di minori oncologici, oltre che i volontari da formare nelle diverse aree.

Le attività del progetto sono state avviate già a marzo in locali dell’AUlss 8 e delle associazioni partner, mentre da settembre, grazie alla palazzina messa a disposizione dal Comune con il nulla osta della Provincia che ne è comproprietaria, il polo diventerà un centro di riferimento per tutta la comunità, con servizi di sportello, di presa in carico psicologica ed educativa e di accoglienza.

Al piano terra e al primo piano dell’immobile saranno allestiti uno sportello di orientamento delle famiglie, per facilitare i percorsi di cura, l’accesso ai servizi specialistici ospedalieri e territoriali e alle opportunità post ricovero; un servizio educativo e di sostegno psicologico indirizzato ai minori e ai familiari, con funzione di accompagnamento durante la malattia; lo spazio per le associazioni partner del progetto, che svilupperanno attività rivolte alle famiglie.

Al secondo piano e nella mansarda saranno arredate tre camere, ciascuna con bagno privato, la cucina e la lavanderia, per l’accoglienza diurna e notturna di famiglie di piccoli pazienti ricoverati o per l’ospitalità temporanea di giovani ricoverati in strutture semiresidenziali.

Le attività del polo saranno curate da un’equipe formata da due psicologhe psicoterapeute, due operatori di sportello e un educatore.

Saranno inoltre realizzati un sito e un’app per dare diffusione del progetto e per favorire l’accesso degli utenti ai servizi forniti.