Progetto “schegge. Per favore non chiamateli uomini”: non solo 25 novembre…

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Storie di Violenza, ma ancor più di Donne e Violenza.

Racconti dove il tempo sembra si sia fermato. Che tutto sia rimasto congelato. Gli stessi fatti che accadevano 200 anni fa rimbalzano, con un’attualità incredibile, nelle cronache dei nostri giorni.

Una trentina di storie narrate dall’autrice Rossella Menegato accadute principalmente a Vicenza ma anche in ambito nazionale. Storie, e soprattutto storie di donne.

“Da sempre sensibile al contrasto alla violenza di genere perché convinta che sia compito degli uomini e delle donne che non vivono queste situazioni e che non devono pensare quindi a sopravvivere alla quotidianità, portare avanti questa opera di sensibilizzazione, questo cambiamento culturale e, perché no, quella che mi piacerebbe diventasse una Campagna contro la violenza di genere e in genere.”

Questa è la motivazione che ha spinto Rossella a scrivere il libro che inizia raccontando la triste vicenda di Antonia Crovato (1845) arrivando fino ai giorni nostri.

Tentare  inoltre di sollevare il velo sulle diverse tipologie di violenza (abuso di potere, violenza psicologica, rapporto violenza e tossicodipendenza, abuso di social network, violenza assistita), non solo violenza di genere. Violenza che non esclude, purtroppo, nessuno, neppure gli uomini.

Ed è a loro che è dedicata l’ultima scheggia, perché le vittime di violenza, chiunque esse siano, non devono subire nessuna forma di discriminazione, di emarginazione o di pregiudizio.

“Schegge. Per favore non chiamateli uomini”. Titolo forte con l’obiettivo di generare quel “pugno allo stomaco” che induca più persone possibili a fermarsi a riflettere perché dietro ad ogni persona che commette un crimine c’è sempre un vissuto sofferto.

“Schegge. Per favore non chiamateli uomini” dal libro al teatro. Riduzione teatrale con il medesimo titolo, dove  grazie alla collaborazione e alla sensibilità di Andrea De Marchi e della Rainbow Musical Company, vari linguaggi (musica, canto, danza, ginnastica ritmica, reading, recitazione) si uniscono per lanciare il medesimo messaggio, messo in scena con successo in numerosi teatri a partire da settembre 2018.

E dal teatro alla Campagna formativa /informativa contro la violenza di genere e in genere con il coinvolgimento delle Scuole Superiori in un Progetto Pilota di alternanza scuola lavoro ancora in corso in alcune scuole nonostante i limiti posti dal Covid 19.

Oltre alla sensibilizzazione delle giovani generazioni, fondamentale è anche il coinvolgimento della cittadinanza tutta. E allora il progetto si ampliato con l’organizzazione  a Vicenza di un Cineforum in collaborazione con la Società Generale di Mutuo Soccorso partita nel febbraio 2019 e di serate informative/formative tenute dai professionisti del Team Schegge.

E poi anche un’interpretazione danzante grazie al Balletto di Siena promossa anch’essa dal 2019.

Il libro-progetto ha avuto finora numerosi partner che hanno dato un loro concreto appoggio sia istituzionali come la Regione del Veneto, il Comune di Vicenza e il suo Centro Antiviolenza e l’associazione Donna chiama Donna che lo gestisce, tantissimi altri Comuni, l’AULSS 8 Berica, l’associazione Donne Medico della Provincia di Vicenza, Il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza l’associazione Divieto di Femminicidio,  Federfarma di Vicenza,  sia il mondo associativo e tanti professionisti con il loro contributo personale.

Questa è la sintesi della storia del libro-progetto,documentata nel dettaglio nella pagina facebook L’IdeAzione, sempre disponibile a sviluppare nuovi evento-sfida associati al mondo della cultura.

Obiettivi per i quali servono nuovi partner che, nel rispetto anche dei principi della Responsabilità Sociale d’ Impresa, vogliono condividere lo sviluppo del progetto con  la consapevolezza che spesso la violenza di genere e in genere non è dovuta ad una patologia, ma è frutto di mentalità retrograde, stereotipi difficili da superare, pigrizia nel non voler affrontare i mutamenti che l’avanzare del tempo impone difficoltà d’ascolto e relazionali.

E allora?

Doveroso è tentare con tutti i mezzi possibili il cambiamento.

Partecipare, essere parte attiva di questo cambiamento si può e si deve.

L’indifferenza è una piaga difficile da debellare.

Speranza perché si attui quel movimento culturale che porti ad una vera presa di coscienza e quindi al tanto auspicato cambiamento per la costruzione di un mondo migliore.

Non solo 25 novembre quindi.