Proteste dei trattori, risposte dall’Europa ma la polemica politica non si ferma

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Proteste dei trattori, risposte dall'Europa ma la polemica politica non si ferma
Proteste dei trattori, risposte dall'Europa ma la polemica politica non si ferma

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso al Parlamento di Strasburgo, ha annunciato il ritiro della proposta legislativa sulla riduzione dell’uso dei pesticidi e ha aperto a nuovi sussidi pubblici per chi lavora nelle campagne. Un’apertura concreta nei confronti degli agricoltori che stanno protestando in tutta Europa (anche il Festival di Sanremo potrebbe dare uno spazio ai manifestanti), dei quali sono state recepite alcune richieste, in particolare il sostegno al reddito e una revisione parziale della politica per la sostenibilità ambientale. La presidente della Commissione ha però anche ricordato che il cammino verso una produzione più sostenibile resta imprescindibile.

Questa la reazione del presidente dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, Alberto Villanova.

“È significativo il dietrofront annunciato da Ursula Von der Leyen su questa scelta, per la Lega è una vittoria a tutto campo. Nel voto di novembre, infatti, al Parlamento Europeo, i nostri eurodeputati votarono contro il provvedimento: da subito avevamo compreso l’estremismo di una scelta che avrebbe messo in ginocchio famiglie e imprese. E oggi, a circa quattro mesi dal voto, a seguito delle forti proteste degli agricoltori e dopo il grido d’allarme di settori fondamentali, messi a rischio da queste politiche distanti dai territori, la Commissione si è finalmente accorta di aver commesso uno sbaglio. È l’ennesimo errore di questa Commissione, in Europa serve un forte cambiamento al timone”.

Sul tema era intervenuto anche il deputato italiano al Parlamento Europeo, on. Sergio Berlato: “Sin dall’inizio di questa protesta ci siamo schierati convintamente e apertamente dalla parte dei tanti imprenditori agricoli che sono stati costretti a scendere nelle piazze per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sui loro problemi. I nostri imprenditori chiedono certezze, la possibilità di esercitare le loro attività avendo un reddito sufficiente per garantire a sé stessi e alle loro famiglie un’esistenza dignitosa di fronte alle folli politiche animal-ambietaliste del governo di Bruxelles”. Conclude l’on. Sergio Berlato: “I nostri agricoltori garantiscono la qualità, la tipicità e la salubrità dei nostri prodotti e la cura del nostro territorio. Continueremo ad essere sempre al loro fianco, finché le Istituzioni europee non garantiranno i loro diritti”.

Il consiglieri regionali del Pd Veneto hannno a loro volta espresso la loro posizione sul tema, espressa da Francesca Zottis: “Se il Piano nazionale per l’agricoltura contiene sicuramente aspetti interessanti, è però evidente la necessità di definire la legge sulle pratiche sleali: è inutile parlare di filiere se non mettiamo garanzie al funzionamento delle stesse. Altro aspetto fondamentale è quello della sburocratizzazione degli eco–schemi, strumento per premiare gli agricoltori che scelgono di assumere volontariamente impegni a favore della sostenibilità ambientale e climatica. È inutile dire che gli agricoltori sono i custodi dell’ambiente se poi non si affrontano queste sfide”. “La doverosa transizione ecologica – aggiunge Zotti – non può penalizzare gli operatori: le piccole e medie imprese attendono a tutti i livelli quel sostegno al credito per superare la crisi di liquidità causata dei rincari. Ed anche in chiave futura le parole stanno a zero: servono maggiori sostegni per la ricerca, le nuove generazioni e la parità di genere. Insomma, cavalcare la protesta e l’antieuropeismo come fa la destra, è troppo comodo ed ipocrita. Se vogliamo che l’agricoltura sia realmente centrale per la coesione sociale si agisca concretamente”.

Particolarmente critica sul tema la senatrice Barbara Guidolin del M5S, che se la prende soprattutto con il Governo Meloni. “Da più di un anno di governo cosa è stato fatto per i coltivatori, a parte speculare sui loro sfinimenti economici? Il dramma è stato creato proprio in questo ultimo anno dove i nodi vengono al pettine- Purtroppo – afferma la senatrice Guidolin – non saranno coinvolti solo gli agricoltori. Un dramma economico e sociale che erediteremo per decenni se continueranno ad aggiungere tasse al posto di investimenti concreti.” La senatrice entra nel dettaglio: “Agli agricoltori hanno tolto l’esenzione Irpef, gli hanno alzato le tasse di almeno 250 milioni, nell’ultima legge di bilancio hanno tagliato la decontribuzione per i giovani imprenditori agricoli, dimezzato il credito d’imposta Agricoltura 4.0 utile ad orientarli nella transizione ecologica e quale dulcis in fundo hanno tradito la promessa del taglio delle accise sui carburanti. Se il governo dichiara, a parole, di volere aiutare la protesta dei trattori allora perché proprio questo stesso governo ha votato la Pac? Perché – conclude la parlamentare pentastellata – questo è il governo dei prestigiatori delle tasse. Basta prendere in giro le persone.”

Sul tema, fuori dal discorso politico, è intervenuta anche Maria Grazia Mammuccini, coordinatrice della Campagna “Cambia la Terra-No ai pesticidi Si al biologico”, con toni preoccupati sul dietro front europeo. “Gli agricoltori sono in difficoltà non per le ipotesi di riforme green che ancora devono prendere piede, ma per decenni di gestione comunitaria che ha privilegiato le grandi imprese senza riuscire a difendere gli interessi delle piccole imprese e dei metodi sostenibili come il biologico. Il Green Deal ha dato una grande spinta al biologico che è in forte espansione anche per via dei risultati economici che ottiene. Tornare indietro rinunciando al taglio dell’uso di pesticidi non significa aiutare gli agricoltori ma fossilizzare un modello agricolo perdente da tutti i punti di vista: economico, occupazionale e ambientale”. Secondo i dati di Mammuccini, oltre il 60% dei suoli europei è degradato (in Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Europeo per il Suolo, siamo al 47%) e l’80% dei campi agricoli soffre di erosione come principale causa di deterioramento. Ma questi non sono dati solo ambientali. Il punto è che un suolo sano e ricco di biodiversità è già oggi il fattore che fa la differenza dal punto di vista economico. Lo provano i numeri che emergono da una recente ricerca condotta da Intesa San Paolo. Tra il 2019 e il 2022 le imprese agricole non biologiche hanno avuto una crescita di fatturato del 16,1%, quelle biologiche del 23,1% (e con un margine operativo lordo superiore).