Rosà, truffa del finto venditore di auto: bonifica 15mila euro, denunciata una donna

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Una persona di Rosà ha subito la truffa del falso venditore di auto bonificando 15 mila euro per l’acquisto di un veicolo poi venduto ad altri. Lo rendono noto i carabinieri della compagnia di Bassano del Grappa che, dopo aver raccolto la denuncia, hanno indagato e infine individuato la truffatrice: una 21enne italiana con precedenti.

Ecco il resoconto della vicenda fornito dai militari. “La vittima si presentava ai carabinieri della Stazione di Rosà e denunciava di aver subito una truffa e la storia che racconta è questa. Nel mese di marzo u.s., notava su un sito internet dedicato alla compravendita di beni materiali, l’annuncio di vendita di un’autovettura al prezzo di 17.000,00 €, nella provincia di Brescia da parte di tale Marco (nome di fantasia).

Il querelante prendeva contatti telefonici con una utenza telefonica riportata nell’annuncio ed iniziava una trattativa con l’interlocutore dalla voce maschile. Tramite WhatsApp, otteneva fotografie dell’auto e della carta di circolazione, grazie alle quali aveva la targa del veicolo e le generalità dell’intestatario e cioè della di lui consorte.

A seguito della conversazione il prezzo scendeva a 15.000,00 €, che il venditore chiedeva fossero pagati mediante bonifico bancario, del quale forniva le coordinate Iban, sempre intestate alla coniuge. Qualche giorno dopo, il querelante effettuava il bonifico dalla sua banca e ne inviava foto al venditore, rimanendo d’accordo anche di fare una prova su strada, mai effettuata per asseriti continui impegni di lavoro.

Col passare del tempo, notando che il venditore continuava con delle scuse a rimandare ogni incontro, il denunciante effettuava una verifica all’ACI/PRA dove si accorgeva che l’autovettura dallo stesso acquistata era stata nel frattempo venduta ad altro acquirente, pochi giorni dopo che lo stesso aveva effettuato il suo bonifico. Tra le parti quindi proseguivano i contatti tramite messaggi WhatsApp dove il truffato chiedeva di riavere i propri soldi ed il venditore che ribatteva che non li aveva in quanto spesi. 

Le indagini dei carabinieri, acquisito ogni elemento utile, permettevano di risalire all’intestatario della utenza telefonica nonché all’intestatario del conto corrente indicato per il bonifico ed entrambi conducevano ad una donna. Non solo, ma tramite informazioni assunte dal sito internet, si poteva accertare che con quel numero di cellulare e l’oggetto venduto, si otteneva un solo risultato e cioè C.L.J., 21enne italiana con numerosi pregiudizi di polizia specifici. La stessa pertanto veniva deferita alla Procura della Repubblica di Vicenza, con altro soggetto maschile allo stato attuale ignoto.

Si rappresenta che per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta ad indagine in relazione alla vicenda per la quale si procede sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna”.