Scuola, Luisetto (PD): “più che ad un concorso a crocette, si pensi a dare stabilità ad un popolo di precari da anni in attesa”

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Queste le parole in una nota della Segretaria provinciale del PD Chiara Luisetto sulla discussione in tema scolastico di questi giorni:
“Servono docenti a scuola a settembre. Servono graduatorie aggiornate.
Servono indicazioni chiare su come completare l’anno, in particolare per docenti ed alunni che dovranno affrontare l’esame conclusivo della secondaria di primo grado.
Il concorso resta la via maestra per ottenere un posto nella pubblica amministrazione e così dovrà essere in futuro, ma una prova a crocette in una fase ancora di emergenza è fuori tempo.
Ci sono precari che lavorano anno dopo anno in attesa di una stabilizzazione, ma valutare il merito è ben diverso da affrontare un concorso come lo ha pensato la Ministra Azzolina che sembra non rendersi conto della gravità del momento.
Nel 2018-2019 i docenti precari erano circa il 19% di tutto il corpo docente, il 75% di tutti i precari della pubblica amministrazione lavora nella scuola e moltissimi di loro sono in servizio da anni. Una fotografia preoccupante, che se da un lato impone la necessità di verificare le competenze, senza sconti e senza sanatorie, ad esempio attraverso l’anno di prova o controlli a sorpresa, dall’altro deve guardare in faccia, soprattutto in questo momento, alla realtà con risposte chiare, di stabilità e rispetto basate sul riconoscimento di competenze e lavoro.
Da una analisi tra i paesi europei dell’area Ocse emerge (rapporto Europe at Glance) che il corpo docente italiano è il più anziano d’Europa con più della metà degli insegnanti che hanno già compiuto da un po’ i cinquant’anni (con il 17% dei docenti sopra i 60 anni a fronte di una media europea del 9%) qualche domanda è necessario che la politica se la ponga.
Se anche per i medici in questa fase di estrema necessità si è trovata una soluzione con assunzioni basate sulle competenze, non vedo perché non sia dia una dignità altrettanto urgente alla scuola.
Per non parlare dell’estremo bisogno di aggiornare le graduatorie, magari digitalmente (o è possibile un uso delle tecnologie solo per la DAD?) invece che continuare ancora con la messa a disposizione che alimenta insicurezza, instabilità e nuoce al diritto alla conoscenza di chi a settembre, auspichiamo, potrà tornare sui banchi di scuola.
Il Partito Democratico si è battuto in queste settimane per ottenere le 16.000 nuove assunzioni in aggiunta alle 62.000 già previste, ma dovrà tenere il punto sugli emendamenti presentati e continuare a chiedere che si proceda in questa fase ad assumere guardando al servizio, ai titoli e non alle crocette di un concorso in questo momento insostenibile.
Essere dalla parte della scuola, degli studenti e degli insegnanti significa guardare in faccia questa situazione, e riconoscere i limiti e i problemi di una didattica a distanza che ha comportato una mole di lavoro straordinaria in condizioni familiari spesso complesse per i docenti, con esiti incerti e studenti per i quali si è accentuata una disparità digitale che non può essere la norma.
Proviamo ad essere davvero dalla parte della scuola, verrebbe da dire…se neanche adesso, se non ora, quando?”

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