Diversi soldati siriani sono stati uccisi dopo incursioni aeree turche

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Soldati siriani
Soldati siriani

Almeno tre soldati siriani sono stati uccisi e sei feriti in un raid aereo turco contro postazioni militari nella campagna di Aleppo, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale siriana SANA, citando una fonte militare.

Le forze armate siriane hanno risposto all’attacco di martedì e hanno causato perdite materiali e umane in alcune posizioni dell’esercito turco e in quelle dei combattenti dell’opposizione sostenuti dalla Turchia.

Gli attacchi segnalati sono avvenuti vicino alla città di Kobane, sotto il controllo delle forze democratiche siriane (SDF) a guida curda, sostenute dagli Stati Uniti e luogo di scontri notturni tra il gruppo e le forze turche.

Le SDF sono in gran parte composte dalla milizia YPG (Unità di protezione popolare), considerata dalla Turchia il ramo siriano del Partito dei lavoratori del Kurdistan, il PKK, che la Turchia, gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno designato come un gruppo terrorista.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito ha spiegato che il raid turco ha ucciso 17 persone, aggiungendo che non era immediatamente chiaro se fossero tutti soldati siriani.

Inoltre, ha fatto sapere che otto persone sono rimaste ferite. La Turchia ha condotto tre importanti operazioni militari transfrontaliere nel nord della Siria dal 2016, spingendosi in profondità per circa 30 km nel territorio siriano.

Ankara si è opposta con fervore al presidente siriano Bashar al-Assad, sostenendo i ribelli che chiedono la sua rimozione e aprendo le porte ai rifugiati per avere un’ulteriore leva nei riguardi dell’Unione europea, ma la scorsa settimana, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha chiesto la riconciliazione tra il governo siriano e l’opposizione.

I suoi commenti sono stati visti da più parti come un’apparente attenuazione dell’ostilità di lunga data della Turchia nei confronti di Assad e hanno fatto infuriare l’opposizione siriana e i gruppi ribelli.

Fonte: The Vision