Studio epidemiologico Pfas in Veneto, Guarda (EV) “Si diano risposte sul perché non fu avviato”

590
tav vicenza pfas veneto donne incinte studio epidemiologico
Cristina Guarda

“Il ritardo nell’effettuazione studio epidemiologico sui Pfas in veneto è un danno per la popolazione perché non ha consentito di conoscere appieno i costi sociali dell’inquinamento, elemento che sarebbe stato utile nell’ambito del procedimento penale in corso”.

La consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda, torna sull’argomento e aggiunge: “Inoltre, ha generato un buco informativo, stante l’assenza di dati necessari a confermare la connessione reale e non solo ipotetica dei Pfas a patologie tumorali, tiroidee, della maternità e neonatalità, riproduttive, metaboliche, evolutive e circolatorie anche mortali”.

La consigliera di EV poi rimarca la portata del caso veneto in relazione anche alla mancanza dello studio epidemiologico: “Non esiste in Europa e nell’Occidente un caso di avvelenamento della popolazione da Pfas così grande da coinvolgere almeno 400.000 cittadini – aggiunge -. Una dimensione quantitativa che, se studiata dal punto di vista epidemiologico, confrontando mortalità e aumento di patologie ad andamento dell’inquinamento, avrebbe permesso di confermare senza dubbi i rischi dei Pfas.

Ciò con l’obiettivo di far agire istituzioni, politica, mondo sanitario e imprenditoriale a tutela preventiva della salute umana e nell’assistenza dei cittadini già avvelenati. La scelta di interrompere l’avvio dello studio – sottolinea Guarda – è stata gravida di conseguenze. Come ho chiesto con la mia interrogazione più recente, vogliamo sapere non solo se oggi verrà finalmente attivato, lo studio epidemiologico ma se e da chi è stata politicamente presa in Regione del Veneto, come emerge dalle dichiarazioni del dottor Comba nel processo in corso a Vicenza“, conclude Cristina Guarda.