Tifo e sospetti, per Cosenza-Vicenza non s’è parlato d’altro. Poggi: nessun favorito ma il Lane ha il vantaggio di poterla gestire

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Tifo e sospetti Cosenza Stadio
Lo stadio Marulla di Cosenza

Tifo e sospetti. Solo di questi si è parlato e scritto a proposito della partita di ritorno fra Cosenza e Vicenza. Hanno sproloquiato tutti, dai politici ai dirigenti ai tifosi. Ma, di calcio, non ha parlato né scritto nessuno. E dire che i contenuti tecnici e agonistici non mancherebbero in questa tragica sfida. Tragica solo perché condannerà una delle due squadre a retrocedere in Lega Pro con conseguente psicodramma collettivo per la tifoseria coinvolta e problemi economici tutt’altro che marginali per la società detronizzata. Le vere tragedie, in realtà, sono altre ma l’aria che tira trasforma la retrocessione di una squadra di calcio in un evento nefasto. Il Covid non è servito a nulla.

Tifo e sospetti

La Palma d’oro spetta al giovine tifoso del Vicenza che ha espresso la propria creatività girando un video in cui insulta e offende Cosenza e il Cosenza, i suoi tifosi e, in generale, il Sud. Ha poi postato il suo capolavoro su alcuni social, dove ha ricevuto di rimando adeguate repliche, che lo hanno indotto a cancellare i suoi post. Prontamente sgamato dalla Questura, il nostro videomaker ha confessato che l’ha fatto per scherzo. “Pexo el tacon del buso” è un vecchio detto veneto che si adatta alla perfezione alla penosa spiegazione fornita. Cinque anni di Daspo sono la sanzione che si è beccato.

Palma d’argento a Guarascio, presidente del Cosenza che, dopo lo scorno della sconfitta della sua squadra al Menti, parrebbe aver interpellato niente meno che il presidente della Lega della Serie B per avvisarlo che non avrebbe garantito la “serenità” in occasione del retour match. Mossa, se è vera, davvero incongrua e inutile: mica è competenza della società calabrese assicurare il rispetto dell’ordine pubblico. La chiamata al numero uno della Lega ha uno sgradevole sapore intimidatorio.

Ci sono stati anche alcuni politici che sono intervenuti, a vario titolo e con argomentazioni diverse, sulle prospettive della fatidica partita. Lodevole la loro attenzione per gli interessi dei territori che rappresentano nelle due Camere della Repubblica ma sono andati a cercarsi la classica obiezione: non avete niente di meglio da fare? In realtà sono riusciti a creare attorno all’evento un clima di sospetti, di tensione e di paure che non era il caso di attizzare. Non sarebbe stato più bello un incontro fra i parlamentari delle due città in piazza Montecitorio per fraternizzare prima della disfida?

Le contumelie che si sono scambiati i tifosi fanno parte delle regole del gioco e, comunque, sono state limitate e si sono letti anche messaggi distensivi. Vedremo in campo se, ai buoni propositi, seguiranno azioni virtuose. Ci mancherebbe che una partita, già fin troppo pompata alla vigilia, fosse occasione di scontri e magari di reati.

Parliamo di calcio

Esaurito il tema tifo e sospetti e, visto che Cosenza-Vicenza è solo una partita di calcio, parliamo – appunto – di calcio. Meglio sgomberare subito l’argomento pronostici: non se ne fanno perché, in questo tipo di match, il risultato può essere deciso da fattori non tecnici bensì da episodi o da mera fortuna.

Le due squadre si assomigliano, ormai è noto. Fanno parte entrambe delle retrovie della Serie B, di quel quintetto che si è distinto per la sua qualità nettamente inferiore rispetto al resto del girone. Non ci si può quindi aspettare in questa doppia sfida finale né spettacolo né bel gioco, ma solo agonismo e tattica.

È stato così al Menti e sarà altrettanto e, probabilmente, pure peggio al Marulla. Molto improbabile anche che arrivino goleade, sia per la scarsa attitudine al gol delle due contendenti sia per l’impronta utilitaristica che senz’altro i due allenatori, che sono entrambi tipi molto concreti e senza fronzoli, daranno al gioco delle proprie squadre. Mancando bomber in campo, potrebbe bastare un golletto su punizione o angolo o, magari, in mischia per risolvere la partita. Arbitro e VAR staranno ben attenti a concedere un rigore solo in casi eclatanti: sono stati tanti e forti i preavvisi giunti da ogni parte che ci si può aspettare grande prudenza da parte del gruppo arbitrale.

Altrettanto si può dire per i fuorigioco. Saranno fischiati o individuati dalla revisione televisiva anche quelli millimetrici. Non sia mai che si rischi di favorire l’una o l’altra…

Sulle formazioni e sui moduli che Baldini e Bisoli sceglieranno nulla si sa. Pretattica rispettata, nulla è filtrato dai campi di allenamento. Si è saputo, invece, che il Vicenza è al completo e che il Cosenza ha recuperato metà dei giocatori indisponibili all’andata. I tecnici, quindi, avranno più libertà di scelta, di turn over e di cambi.

Il Lane non dovrebbe mutare assetto e si rivedrà, probabilmente, il modulo della serie positiva firmata Baldini. Che, magari, cambierà qualche giocatore, ma in misura marginale. Difesa e mediana avranno gli stessi protagonisti, salvo che non sia scelto un guardiano ad personam per il pericolosissimo Caso. Potrebbe, invece, restare in panchina Da Cruz per lasciar spazio a un Dalmonte che sembra più adatto alle ripartenze e alla fase offensiva in fascia.

Poi, in corso di partita, si vedrà come vanno le cose. Sarebbe meglio mantenere la porta inviolata perché, dovendo recuperare un passivo, Baldini non ha molte carte da giocare.

C’è, infine, il profilo psicologico da considerare, che, in una partita come questa, conta assai. Il Lane ha due risultati su tre a disposizione e non è poco. Può gestire la gara con meno affanno e più lucidità, limitandosi a tener lontani gli avversari dalla propria porta e tentando di fare il colpo gobbo in ripartenza. Sulla carta è un impegno alla sua portata. Il Cosenza può contare su una spinta emotiva formidabile che gli viene dagli spalti e sull’incentivo del tertium non datur, nel senso che deve vincere e basta. Il compito più ostico ce l’ha senz’altro la squadra di Bisoli.

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Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.