Toponomastica Veneto, in Consiglio passano le modifiche: vietato intitolare luoghi a criminali di guerra. Fascisti compresi

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Camani interviene sull'omicidio Cecchettin
La consigliera capogruppo Pd Vanessa Camani

Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato in aula il Progetto di legge statale sulle variazioni alle norme della Toponomastica.

Ovvero, per vietare vietare l’intitolazione di strade, piazze pubbliche e monumenti a personaggi macchiatisi di azioni efferate, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Ma anche, su proposta del Correlatore, la vicecapogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani, di crimini di aggressione e violazione del diritto internazionale e umanitario e di esponenti del partito fascista.

Inoltre, e questo era l’obbiettivo del primo firmatario e relatore in aula, il Presidente dell’Intergruppo di Lega-LV Alberto Villanova, consentire la revoca per indegnità di onorificenze di stato. La norma è passata con 44 voti favorevoli.

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, Villanova ha citato, nel contesto del Giorno del Ricordo istituito con la L. n. 92/2004 per conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe (leggi qui), dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale, il caso di Josip Broz Tito, decorato Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana dal Capo dello Stato Giuseppe Saragat il 2 ottobre 1969.

Alla sua memoria, nonostante le riconosciute responsabilità criminali, sono ancora intestate vie di città italiane.

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Vanessa Camani (Pd)

“Attorno a questo provvedimento si è giunti alla fine ad un via libera unanime che va nella direzione della costruzione di una memoria condivisa, di condanna di ogni forma di totalitarismo e di affermazione dei valori di libertà e democrazia. Ritengo che il Consiglio regionale del Veneto abbia dimostrato oggi maturità”.

Questo il commento della consigliera regionale del Partito Democratico, Vanessa Camani, correlatrice della proposta di legge statale presentata dalla maggioranza.

“In questo senso – ha aggiunto la consigliera – assume particolare rilievo l’approvazione dell’emendamento che ho presentato, per estendere il divieto di intitolazione anche a coloro che hanno assunto cariche o ricoperto ruoli dirigenziali nel regime fascista e nella Repubblica sociale italiana.

Resta purtroppo ambiguo il comportamento degli esponenti di Fratelli d’Italia, che non hanno votato a favore della proposta. Un’ambiguità non casuale, visto che troppo spesso l’abbiamo riscontrata nei comportamenti dell’Assessora regionale del medesimo partito. Rimane un disonore grave – conclude Camani – che nel Consiglio regionale del Veneto siano ancora presenti queste derive negazioniste”.

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Soranzo, Polato, Razzolini, Formaggio e Pavanetto (FdI)

Pronta la replica dei consiglieri regionali veneti di Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni Enoch Soranzo, Daniele Polato, Tommaso Razzolini, Joe Formaggio e Lucas Pavanetto: “Oggi abbiamo assistito, da parte della consigliera regionale Vanessa Camani e dei colleghi dell’opposizione, all’ennesimo siparietto che certifica la loro distanza dalla realtà dei fatti e dai veri problemi dei cittadini veneti. Abbiamo cercato di spiegare in Aula di Palazzo Ferro Fini che l’emendamento proposto da Camani porterebbe a cancellare dalla toponomastica stradale e dei monumenti italiani figure quali il gen. Luigi Cadorna, il gen. Italo Balbo, Gabriele d’Annunzio e il gen. Armando Diaz: una strumentalizzazione inaccettabile, volta a strappare con violenza una pagina di storia d’Italia in nome di una sterile ideologia e di una presunta superiorità morale della sinistra italiana.

La sinistra – sottolineano i consiglieri – da sempre usa lo spauracchio del Fascismo per colpire gli avversari e condizionare il dibattito pubblico: ci spiace solamente che i colleghi della maggioranza non abbiano compreso fino in fondo il tranello promosso dal Partito Democratico e dalle opposizioni. Abbiamo comunque votato il progetto di legge statale, per il suo contenuto che complessivamente resta giusto e condivisibile e sarà utile per ristabilire un senso di giustizia, e anche perché siamo certi che il Parlamento – dove presto approderà il testo oggi approvato – saprà migliorare i contenuti della proposta veneta superando gli aspetti maggiormente divisivi, strumentali ed ideologici”, concludono i consiglieri.