Trivellazioni in Veneto, Cinquestelle all’attacco: “Zaia disse mai con me”

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Delta del Po (foto: Wkipedia)

La Regione del Veneto confermi la propria posizione di netta contrarietà a nuove trivellazioni in mare imposte dal governo Meloni”.

A chiederlo è la Capogruppo nel consiglio regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, prima firmataria di una mozione depositata oggi in Consiglio regionale del Veneto e sottoscritta anche da Cristina Guarda (Europa Verde), Elena Ostanel (il Veneto che Vogliamo), Arturo Lorenzoni (Gruppo misto) e Andrea Zanoni (Partito Democratico).

Il riferimento è alle novità sul tema emerse dai primi provvedimenti del Consiglio dei Ministri guidato da Giorgia Meloni della settimana scorsa con il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che ha parlato di estrazioni di gas autorizzate per giacimenti con capacità molto ampia, grazie a un emendamento di modifica al Dl Aiuti ter.

Le trivellazioni di gas in 10 anni produrrebbero materia prima in buona quantità e destinata forzatamente in buon parte al Gestore dei Servizi Energetici, con novità attese per il Veneto grazie all’ipotetica realizzazione di impianti di trivellamento a largo del Delta del Po (per approfondire, clicca qui).

“La Regione – ricorda la capogruppo – si è sempre dichiarata contraria alle trivelle fin dal 2015 con l’impugnazione del Dl Sblocca Italia che consentiva le trivellazioni in Alto Adriatico e la successiva promozione del referendum abrogativo del 2016 chiesto dal Veneto assieme ad altre 9 regioni. Un referendum in cui l’85,6% dei votanti veneti bocciò le trivelle.

Le ragioni del No alle trivelle restano tutte: parliamo di gravi pericoli geologici e ambientali come quelli connessi al fenomeno della subsidenza, a fronte di benefici che restano dubbi e di ridotta entità. Si tratta poi di una fonte fossile, inquinante e obsoleta. Se vogliamo affrontare seriamente la crisi energetica la strada è quella delle energie rinnovabili e della transizione ecologica: non lo dico solo io, ma lo confermano anche gli atti più recenti approvati dal Consiglio regionale in materia di comunità energetiche, fotovoltaico e grandi derivazioni idroelettriche.

Zaia, nel 2015 sulle trivelle prometteva ‘mai con me’ – continua l’esponente del M5S – rassicurando gli ambientalisti e attaccando una disposizione ‘adottata a livello centrale, prevaricando le competenze regionali’.

A livello nazionale Lega e Fratelli d’Italia erano per il Sì al referendum (quindi contrari alle trivelle), assieme al Movimento 5 Stelle. Noi non abbiamo cambiato idea, rimaniamo coerenti e auspichiamo che lo sia anche la Regione del Veneto a partire dal Presidente Zaia.

Invito quindi tutti i consiglieri regionali a sottoscrivere la mia mozione – conclude Baldin – e spero possa essere approvata all’unanimità: sarebbe un primo, vero segnale di autonomia da parte della Regione nei confronti del governo Meloni che ha deciso di rimangiarsi la parola data”.

“Basta con questa storia delle trivellazioni: il Veneto ne ha già subito i danni e per questo ha già detto no. E oggi lo rimarca giustamente la Confederazione Italiana Agricoltori di Rovigo”, ha aggiunto Elena Ostanel, consigliera regionale de Il Veneto che Vogliamo.