Trump in Michigan, primo comizio dopo attentato: insulti ad avversari e lodi a leader autoritari

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(Adnkronos) – Una settimana dopo essere sopravvissuto al tentato assassinio Donald Trump sul palco del Michigan torna alla sua vecchia retorica, con attacchi e insulti agli avversari, le eterne denunce delle elezioni rubate, l'allarme per un'invasione di migranti tutti in fuga da prigioni e manicomi e le lodi ai leader autoritari. Il Trump, dalla retorica meno aggressiva e dagli appelli all'unità del discorso dell'incoronazione alla convention di Milwaukee, non c'è già più. In particolare su questo punto, il tycoon torna a lodare Xi Jinping come "un uomo brillante che controlla 1,4 miliardi di persone con un pugno di ferro" e che fa apparire al suo confronto persone come Joe Biden dei "lattanti". Trump ha anche rivelato che Xi gli ha "scritto un bellissimo biglietto l'altro giorno quando ha sentito quello che è successo", riferendosi al tentato assassinio del 13 luglio.  L'ex presidente poi non ha esitato a descrivere non solo Xi ma anche Vladimir Putin, come persone "intelligenti, dure" che "amano i loro Paesi e vogliono il ben del loro Paese, qualsiasi sia la loro ideologia", affermando di "andare molto d'accordo" con entrambi i leader. Trump ha rivolto lodi anche a Viktor Orban, il premier ungherese teorico della democrazia illiberale, che subito dopo il vertice della Nato di Washington ha incontrato Trump per riferirgli della sua "missione di pace" che l'ha portato primo leader europeo dall'inizio della guerra in Ucraina, a Mosca. "Orban ha ragione, dobbiamo avere qualcuno che sia in grado di proteggerci, al momento abbiamo persone con un basso quoziente intellettivo, in particolare il presidente", ha detto Trump durante il comizio di ieri notte, durante il quale ha usato una sfilza di insulti per Biden – dal solito "Joe l'imbroglione" al "vecchio fragile" e "stupido" – e per Kamala Harris, alla quale ha dato ripetutamente della "pazza".  Nonostante la sua dichiarata predilezione per leader che non sono campioni di democrazia e difesa delle libertà, Trump ha accusato i democratici di essere "nemici della democrazia", ribadendo le accuse senza fondamento di brogli elettorali nelle elezioni del 2020. Ed ha accusato di fare "disinformazione" chi dice che lui sia "una minaccia per la democrazia: io la scorsa settimana ho preso un pallottola per la democrazia".  Poi ha preso in giro i dem per lo psicodramma della rinuncia di Biden: "Non hanno nessuna idea di chi sia il loro candidato e neanche loro", ha detto, attaccando la 'pazza' Nancy Pelosi per essere scagliata "come un cane" contro Biden per ottenere la sua rinuncia alla candidatura.  Ma la retorica più aggressiva e violenta è stata riservata ai migranti, contro i quali è tornato a minacciare "la più grande deportazioni: li cacceremo tutti". Il tycoon ha anche riecheggiato la teoria complottista, cara all'estrema destra globale, della 3grande sostituzione": "Vogliono avere persone che li votino", ha detto riferendosi ai sostenitori dell'immigrazione. "Questa è un'invasione del nostro Paese", ha detto sostenendo che i migranti sono in cima alle classifiche per "furti, stupri e omicidi nelle nostre città", affermazione che non è sostenuta dai dati.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)