Turismo, a Venezia l’associazione Property Managers contro il Comune

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L’associazione presenta ricorso al Tar e questo comunicato accusa l’amministrazione comunale: “Il nuovo regolamento urbanistico è assurdo: si cementifica la città e si distorce la concorrenza”

Assurdo, nocivo e capace di distruggere le fondamenta di Venezia: Property Managers Veneto – riferimento regionale dell’Associazione Nazionale di categoria del Turismo Residenziale che rappresenta quasi un migliaio di aziende che operano in maniera professionale in questo settore, e più di 60.000 alloggi su unità immobiliari dislocate in tutta Italia – ha presentato ricorso al Tar contro il nuovo regolamento.

“E’ illegittimo nel suo complesso perché tocca argomenti e parti della vita dei cittadini veneziani e della struttura sociale e urbana della città che esulano dalla competenza del regolamento edilizio – spiega Marco Malafante, delegato per il Veneto di PMI -. Ma soprattutto il nuovo regolamento suggerisce di fare una cosa oscena, ovvero cementificare la città costruendo 11 mila fosse settiche, strutture in cemento che dovrebbero essere realizzate sotto le fondamenta delle città che così perderebbe una sua caratteristica fondamentale. Venezia si poggia su una struttura di argilla e legno che i nostri antenati hanno realizzato rendendola antisismica e dando ai suoi palazzi pluricentenari una struttura che subisce assestamenti continui: questa colata di cemento li danneggerebbe in maniera irreversibile”.

Ma soprattutto il nuovo regolamento edilizio opera una distinzione arbitraria e inaccettabile fra diverse categorie di imprenditori e cittadini: la novità che obbliga a realizzare le fosse settiche, infatti, si applica solo ed esclusivamente a chi decide di affittare la propria casa ai turisti.

“Il mercato della locazione turistica viene discriminato in modo osceno – aggiunge Malafante -. E’ dal 1996 che aspettiamo che le istituzioni, nazionali e locali, si occupino di fare un sistema fognario per la città: con questo regolamento si vorrebbe scaricare l’onere soltanto su una sola categoria di cittadini. E’ un assurdo accanimento contro chi fa affitto turistico”.

“Il regolamento è uscito dal seminato e sta agevolando di fatto chi opera nell’illegalità a causa dell’assenza di controlli da parte dell’amministrazione e continuerà a farlo, mentre colpisce chi lavora alla luce del sole e rispettando del regole – conclude Malafante -. Noi vogliamo che il settore sia normato, chiediamo un codice Ateco specifico e vogliamo i controlli per garantire l’alto livello della qualità offerta ai visitatori. Ma non è questo il modo di legiferare, senza invitarci ai tavoli di confronto e punendo imprese che contribuiscono in modo significativo ad alimentare le entrate nelle casse del Comune di Venezia”.