Crisi Ucraina, Boschetto: “guerra peggiore della pandemia. Serve il rifinanziamento dell’ammortizzatore straordinario per le imprese artigiane

700 circa le imprese artigiane (esclusa edilizia) che hanno chiesto FSBA nei primi tre mesi del 2022 per 3.300 dipendenti (70% manifatturiero, 20% servizi). 2 su 4 moda e metalmeccanica

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Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto
Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto

“E’ assolutamente necessario che venga rifinanziato l’ammortizzatore straordinario per le imprese artigiane prima che gli effetti della guerra in Ucraina si scarichino sulle nostre imprese. Una “cassa-guerra” che sostituisca “cassa-covid” erogata da FSBA sino a fine 2021″: la richiesta arriva da Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto e la si legge nella nota che pubblichiamo di Confartigianato Imprese Veneto (qui altre note su ViPiu.it di questa associazione, ndr).

“In particolare – continua Boschetto –  le filiere del manifatturiero, habitat naturale di oltre 31mila imprese artigiane venete e 121 mila addetti, sono ad altissimo rischio per il combinato disposto dell’aumento dei costi energetici, di quello delle materie prime e della riduzione degli ordini da parte dei committenti dovuti alle crescenti tensioni internazionali. Ma non solo, ad essere coinvolti anche il comparto edile a rischio blocco per mancanza di materiali, i trasporti per il caro gasolio e tutti i servizi alla persona legati ai flussi turistici che sono ben lontani dai dati pre covid”.

Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto, poi, precisa: “I riflessi dell’invasione russa sul nostro sistema manifatturiero saranno molto più larghi e strutturali di quanto abbia causato il Covid anche nelle sue fasi più acute di blocco della mobilità. Ci attendiamo un accorciamento delle catene globali del valore, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento a monte in particolare dell’energia, l’integrazione verticale del ciclo produttivo e la rivisitazione delle politiche delle scorte. Ma ci vorrà tempo affinché questi aggiustamenti si realizzino. Nel frattempo la manifattura in Italia a gennaio frena: -3,4%. Più pesante per vetro cemento, ceramica, gomma e materie plastiche, la cui produzione crolla dell’8,8%. Nei settori energivori, si segnala il calo di produzione del 19,7% per i materiali da costruzione in terracotta e del 14,8% per cemento, calce e gesso. Cali superiori alla media, anche nei prodotti farmaceutici con -7,6%, moda con -7,1%, legno, carta e stampa con -5,9%, prodotti petroliferi raffinati con -5,5% e apparecchiature elettriche con -4,3%”.

“Il mondo del lavoro artigiano conta, in Veneto, 35mila aziende artigiane con dipendenti (non edili) e 157mila dipendenti –prosegue Boschetto – grazie all’impegno delle associazioni artigiane e del sindacato può contare su FSBA che consente ai datori di evitare licenziamenti che farebbero perdere d’improvviso preziose e spesso introvabili competenze. Ma è uno strumento limitato a 13 settimane su un biennio mobile. Troppo poco in questo momento!”

“Da una stima fatta attraverso i nostri sportelli –denuncia Boschetto– sono circa 700 le ditte che hanno usato nei primi due mesi del 2022 in Veneto FSBA (erano meno della metà solo 20 giorni fa) 3.300 i dipendenti sospesi, 1 su 2 dei settori metalmeccanica e moda. Il timore – dichiara–  è che siamo solo all’inizio. Per questo ieri come Confartigianato abbiamo chiesto al Ministro del Lavoro Andrea Orlando che preveda strumenti di tutela del reddito a copertura pubblica. E’ difficile immaginare che le tensioni economiche sempre più evidenti e gravi possano essere assorbite ancora a lungo dalle nostre imprese. A questo dobbiamo aggiungere che, paradossalmente, questa situazione incrocia la difficoltà a reperire personale. siamo infatti entrati, almeno per quel che riguarda i lavoratori italiani, in quella fase in cui gli esodi non trovano ricambio se non con estrema difficoltà. Situazione peraltro destinata a peggiorare proprio in considerazione delle evidenze demografiche negative. Questi due fattori di difficoltà, il primo (il conflitto russo ucraino) si spera destinato a durare il meno possibile, il secondo di impossibile soluzione se non con un ampliamento dei flussi di personale straniero, rendono necessario e strategico l’utilizzo dell’ammortizzatore, per garantire alle imprese la possibilità di sospendere la produzione nelle situazioni di evidente difficoltà senza però perdere il personale. La richiesta al Ministero di un ripensamento sulla riapertura di uno strumento a finanziamento pubblico di sostegno al reddito che ampli la durata di FSBA, almeno per quei settori maggiormente dipendenti dalla situazione economica legata all’energia e al difficile reperimento di alcune materie prime è –conclude– , a nostro avviso urgente già per alcuni settori, e, comunque, per la generalità delle imprese in ottica almeno preventiva”.

“E’ assolutamente necessario che venga rifinanziato l’ammortizzatore straordinario per le imprese artigiane prima che gli effetti della guerra in Ucraina si scarichino sulle nostre imprese. Una “cassa-guerra” che sostituisca “cassa-covid” erogata da FSBA sino a fine 2021. In particolare le filiere del manifatturiero, habitat naturale di oltre 31mila imprese artigiane venete e 121 mila addetti, sono ad altissimo rischio per il combinato disposto dell’aumento dei costi energetici, di quello delle materie prime e della riduzione degli ordini da parte dei committenti dovuti alle crescenti tensioni internazionali. Ma non solo, ad essere coinvolti anche il comparto edile a rischio blocco per mancanza di materiali, i trasporti per il caro gasolio e tutti i servizi alla persona legati ai flussi turistici che sono ben lontani dai dati pre covid”. La richiesta arriva da Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto che precisa: “I riflessi dell’invasione russa sul nostro sistema manifatturiero saranno molto più larghi e strutturali di quanto abbia causato il Covid anche nelle sue fasi più acute di blocco della mobilità. Ci attendiamo un accorciamento delle catene globali del valore, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento a monte in particolare dell’energia, l’integrazione verticale del ciclo produttivo e la rivisitazione delle politiche delle scorte. Ma ci vorrà tempo affinché questi aggiustamenti si realizzino. Nel frattempo la manifattura in Italia a gennaio frena: -3,4%. Più pesante per vetro cemento, ceramica, gomma e materie plastiche, la cui produzione crolla dell’8,8%. Nei settori energivori, si segnala il calo di produzione del 19,7% per i materiali da costruzione in terracotta e del 14,8% per cemento, calce e gesso. Cali superiori alla media, anche nei prodotti farmaceutici con -7,6%, moda con -7,1%, legno, carta e stampa con -5,9%, prodotti petroliferi raffinati con -5,5% e apparecchiature elettriche con -4,3%”.

“Il mondo del lavoro artigiano conta, in Veneto, 35mila aziende artigiane con dipendenti (non edili) e 157mila dipendenti –prosegue Boschetto – grazie all’impegno delle associazioni artigiane e del sindacato può contare su FSBA che consente ai datori di evitare licenziamenti che farebbero perdere d’improvviso preziose e spesso introvabili competenze. Ma è uno strumento limitato a 13 settimane su un biennio mobile. Troppo poco in questo momento!”

“Da una stima fatta attraverso i nostri sportelli –denuncia Boschetto– sono circa 700 le ditte che hanno usato nei primi due mesi del 2022 in Veneto FSBA (erano meno della metà solo 20 giorni fa) 3.300 i dipendenti sospesi, 1 su 2 dei settori metalmeccanica e moda. Il timore – dichiara–  è che siamo solo all’inizio. Per questo ieri come Confartigianato abbiamo chiesto al Ministro del Lavoro Andrea Orlando che preveda strumenti di tutela del reddito a copertura pubblica. E’ difficile immaginare che le tensioni economiche sempre più evidenti e gravi possano essere assorbite ancora a lungo dalle nostre imprese. A questo dobbiamo aggiungere che, paradossalmente, questa situazione incrocia la difficoltà a reperire personale. siamo infatti entrati, almeno per quel che riguarda i lavoratori italiani, in quella fase in cui gli esodi non trovano ricambio se non con estrema difficoltà. Situazione peraltro destinata a peggiorare proprio in considerazione delle evidenze demografiche negative. Questi due fattori di difficoltà, il primo (il conflitto russo ucraino) si spera destinato a durare il meno possibile, il secondo di impossibile soluzione se non con un ampliamento dei flussi di personale straniero, rendono necessario e strategico l’utilizzo dell’ammortizzatore, per garantire alle imprese la possibilità di sospendere la produzione nelle situazioni di evidente difficoltà senza però perdere il personale. La richiesta al Ministero di un ripensamento sulla riapertura di uno strumento a finanziamento pubblico di sostegno al reddito che ampli la durata di FSBA, almeno per quei settori maggiormente dipendenti dalla situazione economica legata all’energia e al difficile reperimento di alcune materie prime è –conclude– , a nostro avviso urgente già per alcuni settori, e, comunque, per la generalità delle imprese in ottica almeno preventiva”.