
La vendita apparentemente “bomba”, pubblicizzata in questi giorni proprio su Il Giornale di Vicenza, L’Arena di Verona e Brescia Oggi, del capannone della moderna tipografia del gruppo Athesis, proprietario, fra l’altro, dei 3 quotidiani, era prevedibile e prevista fin da quando fu annunciato che la loro stampa, per sopraggiunte necessità di risparmio, era stata “esternalizzata” dopo pochi anni dall’altro annuncio, all’epoca trionfale, dell’inaugurazione del nuovo stabilimento di stampa super moderno.
Era da tempo che negli ambienti di settore si presagiva “la necessità di cedere gli ultimi beni immobili di proprietà per poter salvare ancora un paio di anni di bilanci, in cui le perdite si sono alternate, tecnicamente, tra l’editore Athesis e la sua, anche di proprietà, concessionaria di pubblicità Publiadige, che a volte si è fatta carico delle perdite di gruppo, quando sarebbe anomalo che un giornale sia in utile e la sua concessionaria perda…
La cessione della ex tipografia di Caselle di Sommacampagna dà credibilità fattuale alle voci, per cui ora è lecito interrogarsi anche su quale sarà il futuro dei tre quotidiani di proprietà dell’editore veronese che fa capo a Confindustria Verona, in maggioranza e a cui compete la “guida editoriale” de L’Arena di Verona e di TeleArena, e a Confindustria Vicenza, che sovrintende alla linea del GdV mentre possiede al 100% VideoMedia, la società di Tva Vicenza e TeleChiara.
Se si osservano gli ultimi “movimenti” di Athesis, che a settembre 2023, ha acquistato dall’ex Gruppo Gedi La Gazzetta di Mantova (gli altri quotidiani sono andati essenzialmente alla NEM, Nord Est Multimedia, a trazione Enrico Marchi, sempre più Banca Finint e già Save), a nord ovest Brescia Oggi, L’arena di Verona e La Gazzetta di Mantova si rafforzano facendo gruppo con Tele Arena e Tele Mantova, a ovest il GdV sembra rimanere solo tanto più che Videomedia, controllata di Confindustria Vicenza, fa parte dei soci di NEM.
E allora?
Alle voci che avevano previsto cessioni immobiliari se ne aggiungono delle altre: gli interessi di Verona, leggasi la locale Confindustria, si concentrerebbero sul nord ovest, mentre Vicenza, con la sua Videomedia già in Nem, potrebbe concordare l’uscita da Athesis entrando in possesso del 100% del GdV e pensare a un’operazione di salvataggio industriale guardando ad est verso il cavaliere bianco Nem.
Il nuovo editore norestino completerebbe, così, la sua catena nordestina (“Il Mattino di Padova”, “La Tribuna di Treviso”, “La Nuova di Venezia e Mestre”, “Il Corriere delle Alpi”, “Il Messaggero Veneto”, “Il Piccolo” di Trieste) con Tva Vicenza e il quotidiano che fu di direttori prestigiosi come, ne ricordiamo solo alcuni, Giuseppe Brugnoli, Sergio Gervasutti, Mino Allione, Luigi Bacialli, Gigi Riva e Ario Gervasutti, figlio di Sergio..
D’altronde hanno dato un contributo non indifferente alla scelta di Athesis di cedere l’immobile di Caselle di Sommacampagna i dati di stampa e diffusione de Il Giornale di Vicenza, in crollo permanente per la crisi generale del settore dei quotidiani e, a parere nostro e di molti lettori, anche se non soprattutto per la sua graduale perdita di credibilità.
Non a caso questa è stata parallela e successiva al “sostegno mediatico” alle politiche “risparmicide” della Banca Popolare di Vicenza connesso alla componente locale della proprietà, Confindustria Vicenza, che aveva il suo presidente Giuseppe Zigliotto seduto da illo tempre anche nel cda della BPVi e trait d’union tra associazione e giornale.
Per i dati parlano chiaro le rilevazioni di Prima Comunicazione che a marzo, ultimo dato disponibile, confermano la costante discesa del quotidiano: a fronte di una tiratura media giornaliera di 16.487 copie (in questi giorni sulla gerenza del GdV i numeri di copie stampate, pubblicati obbligatoriamente per le provvidenze di settore, vanni anche sotto le 15.000) su una popolazione provinciale di circa 854.000 persone le copie medie vendute e pagate sono 9.034 a cui si aggiungono 3.549 abbonati paganti per un totale di meno di 12.000 copie cartacee al giorno non certo rimpinguate da un paio di migliaia di copie digitali vendute.
Se un tempo, molto lontano, Il Giornale di Vicenza pesava, eccome!, in città e in provincia ora a credere al suo ruolo guida sono rimasti solo sempre meno politici locali poco aperti alla realtà di un seguito sempre più marginale di lettori al di là del sostegno degli abbonati e delle aziende di Confindustria Vicenza, che, in ogni caso, tanto più se “cedesse” il GdV a NEM, vedrà ridotta, anche se non azzerata, la sua residua influenza mediatica mantenendo un piede nella tv e nel quotidiano locali per effetto delle eventuali e connesse operazioni societarie.
Tra l’altro proprio Nord Est Multimedia sembra stia rafforzando, per quanto possibile, la sua redazione con firme vicentine tra cui, ad esempio, quella di Marta Randon, la collega ex Voce dei berici.
Fantamedia? Si vedrà e, soprattutto, lo vedranno NEM e i suoi soci, tra cui altre associazioni datoriali del nord est.
Le alternative per mantenere una voce locale quotidiana e “stampata” (Il Corriere del Veneto edizione di Vicenza e Bassano allegato al CorSera non vive certo di luce propria e, comunque, con un migliaio di copie offre un ottimo contributo qualitativo ma di certo non rappresentativo quantitativamente della comunità) sarebbero nuovi investimenti (improbabili se si vende per dare fiato ai bilanci), ulteriori tagli di collaboratori e delle loro retribuzioni (con effetti negativi sulla qualità dell’informazione e, in un circolo vizioso, sulla sua “vendibilità”) o una nuova proprietà…
Con l’indebolimento del tessuto imprenditoriale locale, se non NEM, quale?