Vicenza, opposizione presenta mozione a sostegno del popolo del Nagorno-Karabakh

147
Nagorno Karabakh
Nagorno Karabakh, zona di conflitto tra Armenia e Azerbaijan

A circa un mese dal conflitto tra Armenia e Azerbaigian i capigruppo consiliari delle liste di minoranza di Vicenza riportano all’ordine del giorno la questione del Nagorno-Karabakh presentando una mozione a sostegno della popolazione della zona. “Il 9 novembre 2020 i Presidenti Putin, Alyev e Pashinyan hanno sottoscritto una dichiarazione che prevede l’immediato cessate il fuoco, la restituzione all’Azerbaigian di territori occupati dall’Armenia e il dispiegamento lungo la nuova linea di contatto di una forza di interposizione russa; detta Dichiarazione ha consentito di far cessare il conflitto armato e di evitare ancor più gravi escalation militari, fermo restando che per normalizzare le relazioni tra Armenia e Azerbaigian e per definire lo status del Nagorno-Karabakh si richiederanno successivi negoziati; al fine di favorire una soluzione stabile e condivisa di pace, la presidenza del Gruppo di Minsk ha annunciato di voler riprendere la sua iniziativa di mediazione” scrivono i consiglieri comunali di opposizione di Vicenza, i quali con la loro mozione intendono sostenere “la Risoluzione n. 7-00575 sulla soluzione del conflitto nella Regione del Nagorno Karabakh approvata all’unanimità il 18 novembre 2020 dalla Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati” e chiedere “al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ed al Presidente del Consiglio dei Ministri: di sollecitare le Istituzioni europee e internazionali e le organizzazioni umanitarie e di peace building impegnate nella stabilizzazione e ricostruzione della regione a perseguire una strategia globale che integri l’assistenza umanitaria a breve termine all’assistenza allo sviluppo a lungo termine attraverso la costruzione di interdipendenze positive tra le diverse popolazioni ed etnie della regione; di avviare le opportune interlocuzioni con le Autorità internazionali per sostenere il formato della Co-presidenza del Gruppo di Minsk all’OSCE affinché si giunga a una soluzione del conflitto del Nagorno Karabakh attraverso la definizione dello status finale dell’Artsakh, il riconoscimento dei diritti del popolo dell’Artsakh e la garanzia di una adesione effettiva ai valori della democrazia, quali strumenti per garantire una pace stabile e duratura; di orientare, in tutte le sedi opportune, la ricostruzione postbellica al superamento delle barriere esistenti, tramite lo sviluppo reti infrastrutturali, produttive, commerciali e sociali interetniche e funzionali all’apertura e alla collaborazione delle diverse comunità, favorendo la creazione di legami sociali positivi in una prospettiva a lungo termine, volta a scongiurare conflitti armati futuri, qualunque sia la forma istituzionale che assumeranno in futuro i territori contesi; di promuovere la cessazione da parte dei Paesi coinvolti di ogni propaganda di animosità volta ad esacerbare le tensioni etniche nella regione”.

La mozione dell’opposizione invita il presidente del consiglio comunale “a farsi portavoce presso il Governo italiano di queste istanze”, il sindaco e la giunta “a chiedere alle nostre autorità nazionali il riconoscimento della Repubblica dell’Artsakh, quale atto di civiltà che può portare non solo all’attuazione di una azione giusta, ma soprattutto la fine di un silenzio che a lungo sta diventando un atto di complicità con i criminali; ad esprimere la solidarietà del Comune di Vicenza al popolo della Repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh); a condannare l’ennesima aggressione al popolo della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno Karabakh); a proporre alla Regione Veneto un gemellaggio tra la nostra regione e il Nagorno-Karabakh; a promuovere iniziative di approfondimento storico sulle vicende del popolo armeno, sui motivi dell’attuale conflitto e sulle persecuzioni attuali e storiche nei confronti dell’Armenia, della Repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) e, più in generale, nei confronti dei cristiani di ogni confessione, dei curdi e delle altre minoranze della regione; a chiedere al Ministro dell’Istruzione che, in tutte le scuole italiane, siano approfondite le questioni che affliggano la regione, a partire dal genocidio armeno dell’inizio del XX secolo”.