Mobilitazione nidi e materne paritarie no profit della Fism, presidente nazionale veneziano Stefano Giordano: parte lunedì 19 aprile

9000 realtà educative della quale è presidente nazionale il veneziano Stefano Giordano: obiettivo per tutti gratuità e parità scolastica. “La legge c’è ma chiede pari doveri dimenticando i pari diritti. Eppure siamo scuole che fanno servizio pubblico, senza fini di lucro, per mezzo milione di bambini”.

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Bambini in una materna paritaria
Bambini in una materna paritaria

La chiedono da anni. Vogliono che la parità non stia solo nella legge ma si concretizzi in un sostegno da parte dello Stato. Sperano di continuare a svolgere il loro servizio e di veder cancellate le disparità che colpiscono il loro personale – operante nell’unico sistema voluto dalla Legge 62/2000 – e le famiglie che iscrivono i figli nelle loro scuole. Quelle dell’infanzia paritarie: in larghissima parte d’ispirazione cattolica, ma non solo.

Presidente Fism Stefano Giordano
Presidente Fism Stefano Giordano

Una cosa è certa: “Senza il sostegno economico delle parrocchie e delle amministrazioni comunali, senza il contributo alla gestione da parte delle famiglie e senza il prezioso volontariato che le caratterizza, molte avrebbero già chiuso i battenti lasciando interi territori privi di un servizio fondamentale qual è la scuola dell’infanzia”, dicono ai vertici della FISM, la Federazione Italiana Scuole Materne della quale sono presidente nazionale il veneziano Stefano Giordano e segretario nazionale Luigi Morgano, realtà che in Italia  coinvolge quasi novemila realtà educative, oltre mezzo milione di bambine e bambini, oltre quarantamila persone fra insegnanti e collaboratori, ben radicata in tutto il Veneto dove è presidente regionale Stefano Cecchin.

Ora però, il trascinarsi della situazione generale, compresa la pandemia con le sue incertezze, non lascia più margini di tempo per aspettare ancora quel riconoscimento atteso invano da anni. E da lunedì 19 aprile 2021 – gestori, educatori, maestre, genitori, sostenitori delle materne paritarie saranno impegnati a sostenere un’ iniziativa nazionale che si concretizzerà in una petizione dalle forti ambizioni quanto ai numeri, nonché nell’affissione di grandi striscioni in tutti gli asili nido e le scuole dell’infanzia paritarie d’Italia, per indicare il loro obiettivo non più procrastinabile, decisi a veder superare l’ingiustizia subita, resa ancor più insopportabile dall’esperienza della pandemia. Appunto: la gratuità e la parità, scritta a chiare lettere su migliaia e migliaia di  manifesti o striscioni che in queste ore fasciano migliaia di edifici dal Nord al Sud. Una mobilitazione nazionale che in questo settore non ha precedenti.

Il permanere delle differenze nel sostegno pubblico tra la scuola statale e quella paritaria gestita dal Terzo settore vanifica le ragioni stesse della Legge 62/2000 e non è più tollerabile. Chiediamo solo che si attui il dettato costituzionale e legislativo, affinché siano definitivamente eliminate le disparità di trattamento economico che le famiglie che usufruiscono delle scuole paritarie devono subire”, ribadisce la FISM nella nota che comunica il coinvolgimento di tutte le sue sedi in ogni regione e provincia. “Garantire a ciascuna famiglia parità di trattamento, nella libera scelta di una scuola dell’infanzia paritaria o statale è obiettivo prioritario di questa mobilitazione”, spiega ancora la nota.

L’auspicio è quello che Parlamento e istituzioni giungano ad un intervento risolutivo che, anche a vantaggio della ripresa demografica del Paese e nell’ambito delle applicazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostenga i necessari investimenti nell’intero segmento zero-sei senza più discriminazioni. Non è tutto: “Le 9000 realtà educative della FISM sono pronte ad essere una leva di investimento di grande valore sociale. e sarebbero in grado di raddoppiare la loro offerta di posti, se adeguatamente finanziate, contribuendo a consentire uno sviluppo dei servizi educativi per i bambini in età zero-tre anni, di cui l’Italia è carente e garantendo il mantenimento del segmento tre- sei anni”, fanno sapere alla FISM.         E’ quello che chiede la maggior parte delle giovani famiglie italiane che grazie ad una fruizione gratuita delle scuole dell’infanzia potrebbe offrire un rilevante contributo alla ripresa generale del Paese.