Dissequestro cantiere Pedemontana Veneta, Covepa: “immobilismo della magistratura vicentina”

161
Tribunale di Vicenza
Tribunale di Vicenza

In un documento di 23 pagine sono spiegate le ragioni del dissequestro e le motivazioni del Giudice Miazzi con cui ha dissequestrato il cantiere della Pedemontana Veneta. Ecco l’analisi del Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa diffusa in un comunicato

Emerge nel breve che sono state assunte tutte le ragioni contenute nella perizia del Prof. Simonini, Professore Ordinario di Geotecnica, Analisi e Valutazione del Rischio Geotecnico del Dipartimentodi Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA) presso l’Università di Padova, da cui il dott. Miazzi ha preso decine di pagine a sostegno delle sue decisioni. Si tratta del classico caso da STAR WARS dove conta chi ha il perito più lungo e fa lo sforzo più grosso.

Su questo piano non possiamo non sottolineare l’immobilismo della magistratura vicentina, che a più di tre anni dal decesso di un operaio, ha prodotto una schermaglia di perizie. Tutto questo senza alcun rinvio a giudizio. Per questo auspichiamo l’Anschluss della Provincia di Vicenza in quella di Ancona, dal momento che in relazione al drammatico crollo che interessò un ponte sulla A14 la procura anconetana in due anni è riuscita a chiudere la partita.

Il 22 agosto scorso infatti per il crollo del ponte 167 lungo l’autostrada A14, avvenuto il 9 marzo 2017 tra i caselli Ancona sud e Loreto nel Comune di Camerano, che costò la vita a due persone e il ferimento di altre tre, la Procura di Ancona ha chiesto il processo per 22 indagati: 18 persone fisiche e quattro società coinvolte a vario titolo per aver commissionato i lavori, averli appaltati e poi subappaltati. L’udienza preliminare si terrà il 9 dicembre davanti al gup di Ancona Francesca De Palma.

La stessa celerità che ha contraddistinto le toghe marchigiane non l’abbiamo riscontrata purtroppo per quanto riguarda la procura di Vicenza, relativamente all’incidente mortale occorso all’operaio Sebastiano Laganga nel cantiere di Malo della Super Pedemontana Veneta. La morte del gruista avvenne nell’aprile del 2016 e di quella inchiesta poco o nulla si sa. Il cielo non voglia che si tratti della ennesima inchiesta scomoda che nel Vicentino viene divorata dalla prescrizione. In questo caso per i magistrati in forza alla procura berica, ci domandiamo, potrebbe essere utile un gemellaggio con tanto di scambio culturale, con quelli della procura di Ancona? Il ministero della giustizia ha mai pensato di avviare una ispezione in cui siano evidenziate eventuali carenze da parte della giustizia penale nella cittá del Palladio?

Che l’inchiesta per il decesso Laganga non sia approdata in tribunale è un pessimo segnale per chi, toghe in primis, dovrebbe avere a cuore la giustizia, la sua equitá e la sua efficienza. In questa vicenda tra l’altro anche l’ordine degli avvocati di Vicenza nonché il mondo sindacale e la Regione Veneto si sono contraddistinti per un insolito quanto inquietante silenzio, salvo spiegarci e ripeterci la fatalità dell’evento la stessa teoria di uno degli indagati il geometra D’Agostino.