2 giugno, Variati attacca Salvini e Meloni: «Corteo con migliaia di persone ammassate, nessun rispetto per i 33 mila morti di Covid»

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Il sottosegretario all’Interno ed ex sindaco di Vicenza Achille Variati (Partito Democratico) attacca pesantemente i leader di Lega e Fratelli d’Italia Matteo Salvini e Giorgia Meloni che oggi, 2 giugno, festa della Repubblica, sono scesi in piazza assieme a moltissimi loro sostenitori, creando assembramenti.

«Le bruttissime immagini della manifestazione di Roma sono l’ennesima dimostrazione dell’irresponsabilità delle destre – scrive Variati -. La libertà di espressione è un valore fondamentale della nostra Repubblica, che oggi festeggiamo; un valore che dobbiamo tutelare pur tra le difficoltà indotte dell’epidemia. Per questo era stata autorizzata una testimonianza politica statica e simbolica, che è invece diventata un corteo con migliaia di persone ammassate, in diverse senza mascherina, senza nessun distanziamento e nessuna protezione. E al centro Salvini e Meloni, impegnati a farsi selfie con i loro sostenitori».

«Irresponsabilità, certo. Ma anche mancanza di rispetto. In primo luogo verso i 33 mila morti italiani. Verso le loro famiglie. E verso le centinaia di medici e infermieri che sono caduti, o si sono ammalati, nel fare il proprio dovere con generosità, responsabilità e serietà – prosegue il sottosegretario all’Interno, ministero in precedenza retto proprio da Salvini -. Responsabilità e serietà avrebbero voluto che Salvini e Meloni non abusassero di un diritto sacrosanto come quello di manifestare il proprio pensiero politico, per rispetto verso un intero Paese che a fatica e con coraggio si sta riprendendo – attacca ancora l’esponente dem vicentino -. E per rispetto del 2 giugno, data in cui festeggiamo il Referendum istituzionale del ‘46, la partecipazione al voto di decine di milioni di persone (tra cui, per la prima volta, le donne) e la scelta repubblicana che avrebbe portato alla costituzione democratica. E invece – conclude Variati – come al solito, sul bene del Paese hanno prevalso faziosità e vanità». Gli stessi Salvini e Meloni, in occasione del 25 Aprile, avevano criticato duramente gli assembramenti sempre a Roma per le manifestazioni organizzate dall’A.N.P.I.

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