25 aprile, Roberto Ciambetti: la Libertà nel segno di San Marco in un giorno che spero sia di riflessione per tutti

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“Il modo migliore per celebrare il 25 aprile è quello di riflettere sulle tante suggestioni che questa data offre e che per noi Veneti fa coincidere la festa di San Marco, simbolo della Serenissima, per secoli libera e autonoma Repubblica, con quella della Liberazione: pagine dense di storia che trovano una sintesi nel concetto di Libertà”. Inizia così il saluto di Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del veneto, per la giornata del 25 aprile.
“Mi permetto oggi di invitandovi a rileggere il discorso del 10 agosto 1946 di Alcide De Gasperi alla Conferenza di Pace a Parigi – spiega Ciambetti – andando oltre il famoso incipit ?Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra cortesia, è contro di me: è soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa ritenere un imputato, l’essere arrivato qui dopo che i più influenti di voi hanno già formulato le loro conclusioni in una lunga e faticosa elaborazione’. L’Italia era stata sconfitta e spesso dimentichiamo che eravamo i vinti: De Gasperi sa bene di essere un ex-nemico non fugge dalle responsabilità della sconfitta, ma preannuncia l’impegno della nuova Repubblica per la democrazia, auspicando l’ingresso dell’Italia nell’Onu ?sia pure vestita del saio del penitente’. La grandezza del 25 aprile sta proprio in questo impegno democratico, un impegno umile, ribadito giorno dopo giorno, con anni di lavoro e di fatica , tesi a ricostruire un Paese umiliato, ferito e privo di credibilità internazionale. Siamo diventati vincitori perché sconfiggemmo l’analfabetismo e la povertà diffusa, perché i nostri genitori e nonni furono in grado di conquistare i servizi di uno stato sociale, dalla sanità ai trattamenti assistenziali e pensionistici che hanno garantito sicurezza e benessere a chi mai l’aveva avuta. Oggi non mancano contraddizioni laceranti – continua Ciambetti – e dobbiamo fronteggiare gravi difficoltà poste dalla globalizzazione che altro non è che un nuovo ordine mondiale in cui alle grandi potenze del Novecento si affiancano o si sostituiscono nuovi protagonisti che vanno imponendosi con la loro cultura e la loro etica. Non è marginale ricordare che nuovi equilibri si stanno componendo lungo le antiche via della Seta, percorse per primi dai mercanti veneziani, che uniscono la Cina all’Occidente, lungo le vie che narrano al mondo della Repubblica di Venezia, per secoli punto di riferimento, nazione libera, con il suo Leone marciano, custode di una storia che anche oggi si rinnova nel segno della Libertà, che è il grande valore di un 25 aprile che spero sia di riflessione per tutti”.