27 marzo, Giornata mondiale del Teatro

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Il 27 marzo è la giornata mondiale del Teatro, una data simbolo che doveva segnare la ripresa della vita nei teatri e invece, per il secondo anno consecutivo, i teatri in tutta Italia sono ancora chiusi a causa della pandemia. Istituita a Vienna 60 anni fa da un’ong, l’ITI (International Theatre Institute), dall’Unesco e da illustri rappresentanti del mondo della scena mondiale, la giornata è una ricorrenza che celebra il mondo teatrale, gli artisti, gli spettatori, un modo per ricordare l’importanza di quest’arte (che per molti è anche un lavoro) nella vita di tutti.

In questa ricorrenza il Teatro Comunale di Vicenza nell’impossibilità di incontrare fisicamente il pubblico, la “controparte” senza la quale il Teatro perde il suo significato di luogo della condivisione, aprirà le sue porte virtualmente, pubblicando sui suoi canali social e sul sito, un breve video del Direttore Artistico, Giancarlo Marinelli, con alcuni celebri attrici e attori italiani, per immaginare con loro il momento emozionante del ritorno a Teatro: le voci e gli auspici sono quelli di Ivana Monti, Fabio Sartor, Ruben Rigillo e Antonio Salines.

“Dobbiamo prepararci al ritorno alla vita e lo spirito dev’essere quello della partenza per uno splendido viaggio” – spiega Marinelli; – “le bellezze delle città, il mare, le montagne, le storie dei personaggi saranno tutte lì, dentro i nostri Teatri, ad aspettarci. E l’emozione per questo incontro, a lungo atteso. sarà ancora più forte. Non dovranno più esserci Giornate del Teatro, senza teatri”.

“Mai come quest’anno questa giornata è fondamentale, come un monito, come un sipario” dichiara l’Assessore alla Cultura Simona Siotto. “Siamo abituati, da spettatori, ad ammirare sipari che si aprono sulla magia del teatro, e quest’anno, invece, questo sipario rimane chiuso, silente, su spazi a loro volta silenziosi e silenziati. ‘Il teatro porto alla vita e la vita porta al teatro’: delle tante citazioni dedicate a questa meravigliosa forma d’arte e di espressione questa frase, di Eduardo De Filippo, per me rappresenta appieno il dramma ed il senso di smarrimento che significano i teatri chiusi, dai più grandi e famosi ai teatri di quartiere”.

E oggi, più che mai, il Teatro è rappresentazione della nostra vita quotidiana, è il distillato reale e vero, nella finzione del porsi e dell’agire, dell’autenticità dello spirito e dell’anima dell’humanitas. E di questa umanità che vuole fortemente ritrovarsi, testimonia il Presidente della Fondazione TCVI Enrico Hüllweck. “Da millenni i Teatri sono piazze aperte sulla città, motori della vita di una comunità, luoghi di aggregazione dove si costruisce, condividendo, un’identità. Di questo ruolo irrinunciabile il Teatro non potrà mai fare a meno e per questo dobbiamo resistere. È l’ultimo miglio, ne sono convinto, poi torneremo finalmente ad incontrarci a Teatro”. Ed è un’anticipazione, quella del Presidente della Fondazione, che trasmette un messaggio di speranza: bisogna resistere, ma ce la faremo, l’arte non è solo consolazione, ma motore tenace per la ripartenza.

Una ripartenza che al TCVI ci si augura vicina, già nel corso della primavera, (è infatti pronta da tempo la programmazione della 4a edizione del Festival Danza in Rete | Vicenza – Schio, con spettacoli e performance previste tra maggio e giugno al Teatro Comunale, al Teatro Civico di Schio, e in vari luoghi delle due Città ed è in fase di ultimazione la scelta dei titoli per il 74° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, con la presentazione in programma tra fine maggio e inizio giugno), una ripartenza che non sarà facile come ci dice il Segretario Generale della Fondazione Piergiacomo Cirella: “La macchina è rodata, possiamo riprendere in qualsiasi momento senza problemi; in Teatro abbiamo sempre lavorato in questi mesi, come se si dovesse aprire il giorno dopo. Il problema è lo scenario di medio-lungo periodo”; oltre all’impossibilità di ospitare artisti internazionali, viste le restrizioni sui viaggi e sulla mobilità, è la situazione economica a preoccupare. Nel 2020 l’annus horribilis del Covid, il fatturato del TCVI ha subito una riduzione di quasi il 40% rispetto all’anno precedente. Nessuno ha dubbi sul fatto che il Teatro Comunale ce la farà a rialzarsi, dopo oltre un anno di chiusura, ma per potercela fare c’è bisogno davvero dell’aiuto di tutti, “ecosistema” pubblico e privati.