900 km senza una gamba, lungo tutta la Postumia: l’impresa e le tappe vicentine del campione paralimpico Andrea Devicenzi

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Campione lo è nello sport, Andrea Devicenzi, 47 anni di Cremona, è lo è stato questa volta anche nel messaggio, un po’ come un altro grande atleta paralimpico che da mesi sta combattendo la sua battaglia più difficile, Alex Zanardi. Ha percorso i 900 km della via Postumia a piedi, lui che ha una gamba sola.

Questo il racconto delle tappe nel Vicentino pubblicato sul suo sito.

Via Postumia da Vicenza a Brendola

Ripartiti puntuali questa mattina dalla città di Vicenza per la tappa 18 di questo bellissimo cammino, la Via Postumia.

Ho scritto puntuali per fare bella figura, ma in verità abbiamo ritardato di una mezz’ora per un guasto tecnico, troppo lungo da spiegavi ora 

Dopo la scoperta della Vicenza nelle ore pomeridiane di lunedì scorso all’arrivo della tappa da Quinto Vicentino, questa mattina ho potuto ammirare la stessa città alle luci dell’alba, sentirne i suoi rumori, piazza castello che pian piano si animava, senza traffico, se non gli autobus che raccoglievano i giovani studenti per il loro primo giorno di scuola.

La partenza era fissata in Piazza dei Signori assieme ad alcuni amici/che a farmi compagnia in questa tappa.

Quado li raggiungo avverto subito una bella energia e più mi guardavo attorno, più rimanevo affascinato da questa città che meriterebbe giorni e giorni per essere scoperta e conosciuta.

Partiamo, la direzione è Monte Berico, sempre sentito nominare ma mai visto con i miei occhi da vicino. Per arrivarci due lunghi porticati ed eccoci in cima, ad ammirare questo capolavoro architettonico, patrimonio dell’UNESCO. All’interno lo svolgimento della santa messa mi blocca nel visitarla, ma poco male, sarà occasione per ritornarci con ancora più calma.

Superata, dopo un po’ di salita per arrivarci, ecco che inizia la discesa, svolta a destra ed entriamo in una strada sterrata al riparo dal sole con una leggera brezza.

Sto benissimo!

Quando pian piano la strada inizia ad inerpicarsi inizio a scoprire che quella tappa sarà differente da tutte le altre, per l’altimetria da affrontare, ma che fortunatamente ci terrà lontana per la maggior parte del tempo dal caldo torrido del sole.

Alcuni pezzi nel bosco sono davvero tosti, con pendenze importanti sia in salita che in discesa ed a causa dei sassi taglienti e sicuramente dei 400 chilometri già percorsi, mi trovo a cambiare la prima coppia di gommini delle mie stampelle.

Con un ritardo di circa un’ora, dovuto alla difficoltà di tappa ma che ci può stare, arriviamo a Brendola verso le 14.
L’amministrazione ci rinvia l’incontro alle 18,30 a causa del nostro ritardo ma una volta arrivato in piazza davanti alla Chiesa Incompiuta (da vedere e che prossimamente documenteremo), mi accoglie la vice sindaco con un’energia incredibile che per un attimo dimentico la stanchezza.

Una tappa completamente differente dalle altre che in alcuni casi mi ha ricordato il cammino di san francesco nel 2018 con questi “canaloni” ripidi e difficili in mezzo alle montagne e boschi fittissimi.

Via Postumia da Brendola a Sarego

A fatica, dopo una abbondante colazione, una strepitosa cena il giorno prima ed una accoglienza doc, lasciamo all 6.50 l’agriturismo “La Pergola” di Valeria e Dino per avviarci al luogo di partenza, fissato alle ore 7 dall’incompiuta di Brendola.
Quando arrivo c’è già l’amica Ninetta pronta e scalpitante e Francesca, già stata con me nella tappa verso Piazzola sul Brenta.

La temperatura che avverto è ottima, leggera umidità ma lamentarsene sarebbe eccessivo.

Partiamo puntuali e da subito una bella discesa ci porta alle porte di Vo.

Nel percorso attraversiamo ogni tanto qualche strada principale con un pò di traffico ma per la maggior parte del tempo siamo immersi in un silenzio che ci piace e lo dichiariamo anche.

Qualche macchina che ci affianca ogni tanto ma nulla di che.

Molto più semplice della tappa di ieri presenta comunque qualche salita e discesa collinare, ma senza particolare fatica nell’affrontarla, aiutati anche dalla temperatura e anche per il panorama che ci affianca.

E’ periodo di vendemmia ed anche oggi ho avuto la possibilità di mangiare l’uva appena raccolta ed assaggiarla.

Nel guardare questi grappoli, trovo incredibile quanto alcuni chicchi fossero stracolmi di acqua, dandomi la sensazione come se stessero scoppiando, infatti alcuni, nello staccarli dal grappolo, esplodevano il loro liquido sulle mie mani.

Curioso vedere due tipologie completamente diverse una dall’altra di vendemmia a pochissimi metri di distanza; chi ancora con il trattore ed il carretto tagliava a mano grappolo per grappolo e chi con una macchina appositamente costruita, riusciva ad andare molto più veloce.

Immagino che da un certo punto di vista sia importante anche ottimizzare i tempi, ma la poesia di mangiare l’uva appena raccolta mentre gli agricoltori te ne raccontano la storia, è ineguagliabile.

Ad attenderci l’amministrazione di Sarego, ma prima, appuntamento sorpresa al “rifugio dei colori”, una realtà con circa 10 bambini di max 5 anni dove ogni giorno vivono le colline, la natura, gli spazi con attività all’aperto di grande crescita (uscirà un video ad hoc per questo).

Presente l’amministrazione a cui ho chiesto un pò la storia del loro comune e come ogni altro, anche qui molte cose da raccontare che rendono unico ed ineguagliabile questo comune.

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