Adolescenti: sempre più diffusa la violenza verso se stessi e gli altri

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Adolescenti aggressivi
Adolescenti aggressivi

Gli adolescenti, utilizzando una metafora, sono degli uccelli migratori che sentono dentro la rotta, ma ad un certo punto si accorgono di non avere una meta e tutto viene messo in discussione, un momento difficile di transizione e cambiamento, a livello fisico, psicologico e sociale. Le trasformazioni corporee, unite alle nuove richieste sociali, mettono in discussione l’equilibrio precedentemente raggiunto e questa crisi fisiologica si riflette nell’attività cognitiva, nella gestione degli impulsi, nella percezione di sé e degli altri, nelle relazioni e nella ricerca di nuovi adattamenti finalizzati alla rinascita e in tal senso possiamo definire l’adolescenza come “l’età della rinascenza”.

È anche un’età dove non c’è un senso del limite, questo influenzato anche dal cervello, in quanto gli studi hanno dimostrato come alcune aree cerebrali, in particolare il lobo frontale, che è la porzione più anteriore del cervello, addetto alla capacità di giudizio e al controllo delle proprie azioni, al riconoscere le conseguenze delle proprie azioni e la capacità riflessiva di controllare gli impulsi e inibire atteggiamenti inappropriati, pianificare gli eventi, prendere decisioni ponderate, definire priorità e organizzare i pensieri, non sono ancora sviluppate, raggiungeranno il pieno sviluppo nell’età adulta. Tutte queste capacità infatti, appaiono carenti negli adolescenti.

Sullo sfondo il principio di distruttività: l’aggressività scatenata su di sé o sull’altro

Dal bullismo alle aggressioni alle persone con disabilità, ai professori impallinati, dagli stupri o violenze di gruppo alle rapine, gli adolescenti, rannicchiati nel “noi” del branco, sono capaci di fare l’impensato “perché ci va”. Un bisogno confuso di provare “emozioni forti”, l’impulso feroce di esercitare il potere sull’altro, come occasione per dimostrare una forza personale che urla fragilità, forse l’emulazione in leggerezza di un gioco del videogame. Non sempre il movente appare chiaro. La violenza in adolescenza può assumere diverse forme e gravità, alcuni esempi di cronaca tra i più recenti, delle ultime settimane: episodi di violenza e di vandalismo, così come risse e violenza riprese con il cellulare, dove gli eroi negativi diventano degli “esempi” e una nuova tendenza diffusa che arriva dalla Francia, da cui il nome di “cicatrice francese”, con ematomi e macchie rosse in corrispondenza degli zigomi. Questa è una forma autolesionismo autodiretto.

Cos’è e come si presenta l’autolesionismo nei bambini e nei ragazzi?

L’autolesionismo si può manifestare attraverso differenti modalità, sfumature e livelli di gravità. Si va dal procurarsi tagli al colpirsi con e contro oggetti rigidi, dal mordersi allo strapparsi i capelli, dal grattarsi la pelle fino a procurarsi sangue e a bruciarsi con la sigaretta. L’autolesionismo colpisce in Europa circa 1 adolescente su 5, a partire dai 10/11 anni. Se prima della pandemia l’autolesionismo in Italia riguardava il 20% dei ragazzi tra i 13 e i 18 anni; nel post Covid abbiamo raggiunto una percentuale ancora più impressionante, che supera addirittura il 50%, da quanto emerso da uno studio del “Bambin Gesù” in via di pubblicazione.

E i social media talvolta non aiutano affatto, anzi, amplificano questi fenomeni, dove condivisione ed emulazione sembrano essere le parole chiave.

Che cosa sta dietro questi atti, spesso reiterati? Quell’atto così violento, così plateale nasconde una sofferenza, da capire e da sviscerare: perché viene messo in atto quel comportamento violento, quali emozioni sono alla base di tali atti? piacere, dolore, rabbia o paura? Capire questo è anche la chiave per il successo terapeutico.

Un mondo di vissuti e di emozioni spesso difficili da gestire, differenziate e personalissime che hanno come matrice il desiderio di affermare se stessi, di manifestare il proprio dolore psicologico. L’adolescente, ad esempio, che si taglia, si brucia o altro…  anestetizza il dolore psicologico, quelle emozioni che in quel momento sono invalidanti, ingombranti, e in tal senso il corpo diventa il megafono del dolore mentale, che può essere: una solitudine profonda, il senso di inadeguatezza, il fallimento, un lutto, l’insuccesso scolastico o amoroso. Emozioni che l’adolescente in questa fase vive in maniera molto forte, fino ad estremizzare. E attraverso la ripetizione dell’atto-autolesivo (minore) ci crea un altro effetto che è il piacere, e di conseguenze queste condotte possono poi associate a disturbi alimentari, almeno nel 70% dei casi, sempre alla ricerca di emozioni forti, del piacere più grande!

Cosa fare? Il ruolo della scuola e della famiglia

Non ci sono ricette, però qualche punto fermo sì. A contrastare l’epidemia di violenza, psichica e fisica, alla quale assistiamo tutti i giorni attraverso le notizie di cronaca: una scuola media (che rappresenta l’età più critica) in grado di osservare e comunicare con gli adolescenti, le loro famiglie e genitori, percorsi di formazione per gli insegnanti per dotarli di strumenti affinché siano in grado di cogliere questi disagi e saper intervenire correttamente, spazi di ascolto psicologici per i ragazzi, un’educazione alle emozioni e ai sentimenti che dovrebbe essere trasversale a tutte le materie, più che racchiusa in un singolo progetto di poche ore. Accanto famiglie che educano al fallimento, con uno sguardo che va oltre l’empatia, che consente sin da bambini di esprimere le fatiche, le sofferenze e le emozioni negative, e non chiedendo loro di farsi carico di sguardi troppo angoscianti: quelli di mamma e papà. E soprattutto, senza continuare a trattare gli adolescenti di oggi pensando che siano uguali ai ragazzi di ieri!

Consigli per la lettura

Adolescenti violenti: Contro gli altri, contro se stessi di Elisa Balbi, Elena Boggiani, Michele Dolci, Giulia Rinaldi, Un libro indispensabile per tutti coloro che entrano in contatto con il mondo giovanile: genitori, insegnanti, educatori e psicoterapeuti.

Pieni di rabbia. Comportamenti trasgressivi e bisogni evolutivi negli adolescenti di Alfio Maggiolini


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a cura di Michele Lucivero

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