Brain torna a scuola per parlare a Vicenza di cerebrolesioni acquisite

187

Sensibilizzazione, per prevenire e fare comunità: questo lo scopo dei progetti formativi che l’associazione Brain propone alle scuole e che, dopo le restrizioni dovute alla pandemia, sono pronti a ripartire in questo nuovo anno scolastico. “Testa o croce” è il progetto che è stato inserito nel Piano dell’Offerta Formativa Territoriale del Comune di Vicenza.

Rivolto ai ragazzi di terza media e delle scuole secondarie di secondo grado, prevede incontri tra gli studenti e alcune persone che, dopo un incidente, hanno dovuto intraprendere un percorso di riabilitazione con l’associazione Brain e che si trovano ora ad affrontare una vita nuova, con difficoltà che prima non avevano. Il racconto diretto di queste esperienze ha lo scopo di sensibilizzare gli studenti sulle possibili conseguenze dei comportamenti rischiosi mentre si è alla guida di un’auto, di una bicicletta o di un motorino (mancato utilizzo del casco o delle cinture, abuso di alcolici ecc.) e sulle conseguenze del trauma cranico (problemi cognitivi, comportamentali, emotivi, motori, sociali). Allo stesso tempo, il progetto intende smentire i pregiudizi sul trauma cranico e sulla disabilità attraverso occasioni di confronto con persone che hanno una disabilità acquisita.

“Il progetto, inoltre – spiega la presidente dell’associazione Brain, Edda Sgarabottolo -, mira a produrre benefici anche nei confronti dei traumatizzati che partecipano agli incontri, perché diventano cittadini attivi promotori di messaggi di prevenzione e, allo stesso tempo, hanno l’occasione di usufruire di esperienze riabilitative delle proprie funzioni cognitive e degli aspetti relazionali, comportamentali e sociali”.

A tutte le scuole superiori è invece rivolto il progetto “Disabilità e successo”, promosso in collaborazione con AICS e con la Compagnia “Teatro Stabile Assai” del carcere di Rebibbia. Anche in questo caso le protagoniste sono persone con cerebrolesione acquisita seguite da Brain che, in alcuni casi accompagnate da famigliari, incontrano gli studenti per portare la loro testimonianza.

“In questo progetto – sottolinea la psicoterapeuta di Brain, Ilaria Locati – l’accento non viene principalmente posto sulla prevenzione degli incidenti stradali ma, soprattutto, sul rischio di isolamento sociale in cui può incorrere una persona traumatizzata e, quindi, sull’importanza del mantenimento di un’efficace rete di relazioni”.

All’interno del progetto, i detenuti di Rebibbia propongono uno spettacolo teatrale su temi civili e inerenti alla legalità. Il filo comune che li lega agli ospiti di Brain è quello della volontà di riprendere in mano la propria vita dopo un evento che l’ha pesantemente segnata.

“Siamo aperti a nuove collaborazioni con le scuole – conclude Edda Sgarabottolo – perché siamo convinti dell’importanza della sensibilizzazione su questi temi, che riguardano purtroppo un numero molto elevato di persone e di famiglie. Ed è soprattutto tra i giovani che bisogna fare leva”.

Brain Associazione Traumi Cranici

Dal 1993 l’associazione Brain, attraverso i servizi presenti nella propria struttura “La Rocca” ad Altavilla Vicentina (la prima del genere in Italia), si occupa di percorsi riabilitativi (sia fisici sia cognitivi) per persone che hanno subito una grave lesione cerebrale (in particolare dopo un grave trauma encefalico) o che sono state colpite da un’emorragia o un’anossia cerebrale. I percorsi coinvolgono anche i famigliari, al fine di sostenere le relazioni che inevitabilmente vengono messe a dura prova da questi dolorosi eventi.

Brain Associazione Traumi Cranici