Germania: approvato il disegno di legge per la cannabis. E l’Italia cosa fa?

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Il governo tedesco ha approvato il disegno di legge per regolamentare l’utilizzo di cannabis a scopo ricreativo. 
Il governo tedesco ha approvato il disegno di legge per regolamentare l’utilizzo di cannabis a scopo ricreativo. 

Il governo tedesco ha approvato il disegno di legge per regolamentare l’utilizzo di cannabis a scopo ricreativo. La legalizzazione sarebbe un’ottima notizia per i consumatori, visto che la possono già recuperare dal mercato nero: con delle leggi a favore e controlli sul prodotto vanno a ridursi tutti i rischi correlati all’acquisto dalla “strada”. Cioè non ci sarà più il rischio che la sostanza sia tagliata solo per aumentarne il peso o gli effetti. Di fatto, l’obiettivo del Ministro della Sanità, Karl Lauterbach, medico di professione, sarebbe proprio affossare il commercio illegale: “La cannabis è una realtà sociale e decenni di politiche proibizioniste hanno causato soprattutto problemi”. 

La proposta di legge prevede la regolamentazione del possesso personale fino a 25 grammi di cannabis e della coltivazione di tre piante per i maggiorenni. La distribuzione delle infiorescenze avverrà attraverso i “cannabis club”, dove si potrà solo acquistare e non consumare all’interno della struttura e che assomigliano un po’ ai social club spagnoli. Lì si può consumare la sostanza all’interno ma, come anche per quelli tedeschi, ne è vietata la pubblicità.

Non saranno organizzazioni, in base alla nuova legge tedesca, a scopo di lucro e potranno accettare solo iscritti residenti in Germania e fino ad un massimo di 500 iscritti. Il progetto è stato criticato dalla magistratura e dalla polizia, ma per il momento sembra sulla buona strada per la regolamentazione di cannabis ad uso ricreativo. Bisogna, però, prestare attenzione anche al rischio di violare il diritto europeo e quello internazionale perciò queste organizzazioni dovranno dimostrare di essere capaci di controllare che il prodotto non superi i confini nazionali.

Cannabis terapeutica in Italia

In Italia dal 2006 è possibile farsi prescrivere la cannabis ad uso terapeutico, ma il processo è complesso e non sempre è possibile ottenerla legalmente anche se per usi terapeutici. Di fatto, la prima prescrizione deve essere fatta in ospedale e poi può essere rinnovata dal medico di base. Ma prima che si possa prescrivere una terapia a base di cannabis bisogna dimostrare che le terapie convenzionali sono risultate inefficaci. La produzione avviene nello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM), che, però, è in grado di produrne solo 1600 chilogrammi per 50 mila pazienti in tutta Italia. L’autoproduzione è ancora fortemente vietata nonostante l’autorizzazione medica ed anche per questo molti pazienti affermano che non riescono a reperirla con regolarità. Anche per questo lo Stato tende ad importare le infiorescenze da Paesi Bassi e Canada.

Cannabis ad uso ricreativo in Italia? Forse seguiremo l’esempio della Germania

È ormai legale in più di 20 stati americani ed è già stata depenalizzata in diversi Paesi europei. Inoltre l’OMS ha rimosso la sostanza dalla tabella dei narcotici pericolosi per la salute. Ma in Italia non si parla ancora di un piano per la regolamentazione del consumo nonostante si stimi che il mercato legato alla cannabis possa fruttare 6 miliardi di euro, soldi sottratti alle mafie, senza contare quelli risparmiati per la guerra alle droghe. 

Nel 1925, quando ancora l’Italia era la seconda produttrice di canapa al mondo dopo l’Unione Sovietica, addirittura Mussolini, di cui non siamo di certo simpatizzanti, sia ben chiaro, dichiarava: “​​La Canapa è stata posta all’ordine del giorno della nazione, perché per eccellenza autarchica è destinata ad emanciparci quanto più possibile dal gravoso tributo che abbiamo ancora verso l’estero nel settore delle fibre tessili. Non è solo il lato economico agrario, c’è anche il lato sociale la cui incidenza non potrebbe essere posta meglio in luce che dalla seguente cifra: 30.000 operai ai quali dà lavoro l’industria canapiera italiana”. .

Ma, al giorno d’oggi, se bevo mi offrono pure il taxi, però se fumo uno spinello una settimana prima di guidare mi possono comunque ritirare la patente. Nonostante l’alcol sia la causa di 48 morti al giorno in Italia e 3 milioni all’anno in tutto il mondo.