Case di riposo in Veneto, Bigon (PD): “situazione sempre più grave”

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Coronavirus, anziana positiva (foto d'archivio)
Coronavirus, anziana preoccupata (foto di archivio)

“Le richieste di aiuto delle case di riposo e dei sindacati di categoria sono sempre più frequenti e vanno raccolte. La situazione delle Rsa, già critica prima della pandemia, adesso sta esplodendo, tra problemi economici e di personale; il caso dell’Iras di Rovigo è solo uno dei tanti. Per questo abbiamo chiesto alla presidente della Quinta commissione Brescacin di convocare una serie di audizioni con tutti i soggetti coinvolti, anche in vista del prossimo bilancio”. Lo rende noto in un comunicato Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd e vicepresidente della commissione Sanità, che ha firmato la lettera insieme alla collega di commissione Francesca Zottis e al capogruppo Giacomo Possamai.

“Le risorse straordinarie stanziate dalla Regione sono insufficienti a coprire l’aumento dei costi per acquistare i dispositivi di protezione individuale e riorganizzare gli spazi interni, stimati in cinque milioni di euro e compensare il crollo degli introiti dovuto al blocco dei nuovi ingressi e alla diminuzione degli ospiti, deceduti o ricoverati in ospedale. E non possiamo pensare che a pagare tutto ciò siano ancora le famiglie, con un incremento delle rette: la scelta, già di per sé dolorosa, di inserire un proprio caro in queste strutture non può diventare un privilegio di chi può permettersi di spendere fino a tremila euro al mese! A ciò si aggiunge il problema del personale, a partire dagli infermieri, che va affrontato confrontandosi con gli addetti ai lavori, anziché improvvisare soluzioni come quella dei super Oss, poi impugnate e bocciate. Questioni destinate ad aggravarsi con il progressivo invecchiamento della popolazione, che va di pari passo con l’aumento di patologie e comorbilità”.

“Occorre dare delle risposte immediate per quanto parziali – ribadisce Bigon – aspettando la riforma delle Ipab, attesa ormai da vent’anni. Risposte che non possono prescindere dall’ascolto dei diretti interessati: da qui la richiesta di convocare non solo l’assessore Lanzarin, ma anche i rappresentanti di Uneba e Uripa, delle associazioni e degli ordini professionali, delle cooperative e degli enti di formazione, dei sindacati e degli enti locali”.