Covid, comunità islamica scrive a Rucco: “anche noi moriamo e abbiamo diritto a sepoltura”

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cimitero islamico
cimitero islamico

La comunità islamica di Vicenza e provincia ha scritto una lettera al sindaco Rucco per sollevare la questione delle sepolture. Se l’amministrazione di centrodestra ha dimostrato apertura concedendo il Parco Fornaci nel 2019 per la “Festa del sacrificio”, spiega il Coreis, “è davvero un peccato che tale spirito di inclusione e integrazione non sia confermato anche per una questione altrettanto fondamentale quale la sepoltura dei propri cari. A causa dell’impossibilità di rimandare le salme nei paesi di origine, durante la pandemia si è scoperto che anche i musulmani, seconda religione nel nostro Paese, muoiono come tutti gli altri cittadini. E negli ultimi mesi ne sono morti diversi anche a Vicenza. La donna musulmana che è stata richiamata a Dio pochi giorni fa per Covid è stata sepolta nel cimitero islamico di Cremona, unico che l’abbia accettata, ed è lì che i suoi famigliari di Vicenza saranno costretti ad andare ogni volta. A dolore si aggiunge così altro dolore,
che si potrebbe evitare”.

“Non è nostra intenzione qui ripercorrere nuovamente tutta la storia e le tante promesse che da circa dieci anni, attraverso diverse amministrazioni, hanno riguardato la richiesta di un’area dedicata alla sepoltura dei cittadini musulmani, secondo le possibilità previste dal regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria (art. 100), come già accade in decine di città italiane, tra cui molte in Veneto. Come Lei ben sa, non si tratta di alcun tipo di “sconvolgimento” dei cimiteri esistenti. Le necessità sono semplicemente due: la sepoltura in terra e l’orientamento verso sud-est (verso La Mecca) del volto del defunto. Tutti i costi di manutenzione, come già abbiamo avuto modo di specificare nelle numerose riunioni avute con Lei in Comune tra il 2018 e 2019, saranno a carico della comunità islamica. Non c’è alcun problema per la vicinanza con defunti di altre religioni, come non c’è “competizione”, se non nelle buone opere, tra fedeli di diverse confessioni, e non c’è alcuna volontà di etichettare un terreno come “islamico”. Ciò che ci permettiamo di chiedere ancora una volta, come cittadini residenti e legati al territorio che per molti di noi è la nuova patria, è solamente che Vicenza si contraddistingua – conclude il comunicato – come è nella sua storia, per un’eccellenza di lungimiranza e di cuore.