Crac BpVi e VB, Guadagnini (PdV): “Bankitalia approvò le sue baciate e gonfiò quelle di Veneto Banca? Gravissimo”

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Antonio Guadagnini
Antonio Guadagnini

Il candidato del Partito dei Veneti Antonio Guadagnini commenta in un comunicato quanto sta emergendo a Vicenza dalle udienze in corso nell’ambito del processo per il crac delle ex popolari venete. Dopo  le lacrime di Zonin e la pistola di Sorato cosa sentiremo ancora? Intanto il nodo cruciale è quello delle cosiddette operazioni baciate.

«Mi corre l’obbligo di tornare sulla questione fallimento delle popolari Venete, in quanto dal processo in corso a Vicenza stanno emergendo ogni giorno novità sconcertanti. Ieri, Emanuele Giustini è arrivato ad affermare che ‘Dal 2012 le operazioni baciate sono cominciate a diventare sistema grazie anche all’avvallo di Bankitalia che aveva concluso la sua ispezione senza muovere alcun rilievo – afferma Guadagnini citando Giustini-. Con il via libera degli ispettori c’è stata insomma più serenità e le operazioni correlate sono diventate una prassi sistemica”. Ora, tale dichiarazione è in netto contrasto con quanto sostenuto dai vertici della Banca d’Italia, i quali hanno sempre negato risolutamente di essere a conoscenza di tale prassi”.

“Giustini – prosegue il candidato alla presidenza del Veneto per il Partito dei Veneti – dice che le baciate sono diventate sistema dopo l’avallo di Bankitalia, la quale invece nega di esserne mai stata a conoscenza – prosegue Guadagnini – A questo fatto bisogna aggiungere la circostanza gravissima che invece le ispezioni di Palazzo Koch avevano trovato centinaia di milioni di baciate in Veneto Banca, cifra che venne poi però ridimensionata di parecchio dalla BCE. Cioè nel caso di Veneto Banca, furono ‘trovate’ più azioni finanziate rispetto a quelle ‘ammesse’ dalla BCE. Del resto, un criterio per definire un acquisto di azioni ‘finanziato’ non è mai stato precisamente definito, ed è cambiato nel corso del tempo. Bisogna poi aggiungere che anche i giudizi degli ispettori di Bankitalia sulla consistenza patrimoniale delle due popolari sono stati ribaltati dalla BCE attraverso la successiva AQR. Il problema è che ‘il consiglio’ denunciato sia da Zonin che da Consoli, di incorporare Veneto Banca in Popolare di Vicenza era basato proprio su tali giudizi, rivelatesi poi, perlomeno, imprecisi. Il problema è che la decisione di fondere le due banche ha fatto perdere tempo prezioso, diversi anni, tempo che invece si doveva impiegare per cercare di salvarle autonomamente le due popolari. Come del resto, aveva suggerito di fare anche Beniamino Anselmi, presidente di Veneto Banca nel 2016. Come si sta cercando di fare, – commenta ancora Guadagnini – ancora oggi, per la Popolare di Bari».

Secondo il consigliere regionale e candidato del Partito dei Veneti la responsabilità di Bankitalia è un punto fondamentale di tutta la vicenda. «Allora, viste le macroscopiche differenze emerse nel corso del tempo tra le dichiarazioni fatte da Bankitalia (ad esempio, alla Commissione d’inchiesta parlamentare presieduta dall’onorevole Casini) e le dichiarazioni fatte da molti dirigenti della BPVI e di Veneto Banca, durante i rispettivi processi, – conclude – mi chiedo, se queste evenienze non meritino maggiori attenzione da parte degli organi inquirenti».