CUB scende in piazza a Vicenza Il 20 gennaio contro quello che definisce come il “genocidio” del popolo palestinese

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Stop al genocidio del popolo palestinese, fine dell'occupazione. Palestina libera: striscione del corteo nazionale a Roma contro la guerra e per la pace in Palestina (Tgr Lazio)
"Stop al genocidio del popolo palestinese, fine dell'occupazione. Palestina libera": striscione del corteo nazionale a Roma contro la guerra e per la pace in Palestina (Tgr Lazio)

La CUB – confederazione unitaria di base – sarà in piazza a Vicenza sabato 20 Gennaio a fianco del popolo palestinese e della sua resistenza. “I lavoratori non possono restare inerti davanti al genocidio di un popolo, all’escalation delle operazioni militari che da Gaza si sono estese a tutta l’area medio orientale – afferma Maria Teresa Turetta (CUB Veneto) -. C’era un tempo, ormai lontano, in cui il sindacato italiano scendeva in piazza per chiedere la fine delle guerre sapendo che dai conflitti bellici scaturivano solo morti, distruzioni e l’arretramento delle condizioni di vita dei lavoratori“. 

La condizione di vita dei palestinesi -prosegue Turetta – oggi è analoga a quella vissuta nel sudafrica durante gli anni dell’apartheid, eppure agli occhi dell’opinione pubblica si continua a raccontare la novella di un popolo assediato, quello israeliano, garante dei diritti umani, quei diritti umani che vengono smentiti dalla uccisione di oltre 23 mila palestinesi in tre mesi tra i quali migliaia di bambini e centinaia di giornalisti e operatori sanitari. Una strage quotidiana di civili e di lavoratori avallata anche dal governo italiano schierato a fianco della Nato e di Israele alla stessa stregua di tutte le forze politiche della destra europea. Per qualcuno l’antisemitismo di un tempo si è tradotto nell’odio occidentale verso il mondo arabo e islamico in nome di quella supremazia di valori occidentali che si afferma con il potere della forza e il saccheggio economico”.

Maria Teresa Turetta (CUB Veneto” conclude il suo intervento invitando i lavoratori ad essere in piazza a Vicenza il 20 gennaio “perché i lavoratori della CUB non vogliono restare passivi o schierarsi a fianco dei Governi che promuovono il genocidio del popolo palestinese“.

Ricordiamo che presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aia, il massimo organo giudiziario delle Nazioni Unite (art. 7 e art. 92 della Carta dell’Onu) che è stato istituito nel giugno 1945 dalla Carta e ha iniziato i suoi lavori nell’aprile 1946, è in corso il processo intentato dal Sudafrica contro Israele, focalizzato sui presunti crimini di genocidio commessi nei confronti del popolo palestinese a Gaza.

Durante le prime due udienze, il Sudafrica ha presentato le proprie argomentazioni, accusando Israele di aver perpetrato una sorta di Nakba contro la popolazione palestinese, descrivendo la situazione come “apartheid su entrambi i lati della linea verde” e denunciando gli “atti genocidi di Israele” nell’arco di 75 anni di apartheid.

Un giudice ad hoc Dikgang Moseneke è incaricato di sostenere le posizioni del Sudafrica, mentre Aharon Barak, ex capo della corte suprema di Israele, ha assunto il ruolo di difensore per il paese nel corso del procedimento legale in corso.

La Corte è composta da 15 giudici, eletti per un mandato di nove anni rinnovabile dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dal Consiglio di sicurezza.