Degrado in Campo Marzio, Luciano Parolin: “bisogna dare più potere ai sindaci”

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Lo scrittore e professore vicentino Luciano Parolin torna a parlare di Campo Marzio, dopo aver spiegato su VicenzaPiù com’era in origine la festa dei Oto. “Sul Giornaledi Vicenza è apparso un articolo firmato dalla signora Francesca Zambon, che si dice delusa dalla riqualificazione dell’area verde detta di Campo Marzio, portata a termine dal Sindaco Marino Quaresimin, ricostruendo tale e quale per moria di piante, il denominato Viale dei Platani o Stradone di Campo Marzio, costruito nel 1816 con il Ponte di Santa Libera per la visita a Vicenza di Francesco I° d’Asburgo Imperatore. Sulla trasformazione del Grande prato in luogo di passeggio – spiega Parolin – intervenne con progetto Bartolomeo Malacarne architetto del Comune, autore del Cimitero Monumentale”.

“Successivamente nel 1868, la Commissione per il Campo Marzio, guidata da Caregaro Negrin esperto in Parchi, rinnovò la piantagione con cartellonistica, inventando le esedre per il Giro delle Carrozze, cancellando la Casara (perchè il formaggio puzzava) costruendo il Viale della Stazione ora Roma, dall’altra parte fu costruito l’Ippodromo per volere dei cittadini. Con delibera 16 aprile 1927, lo stradone venne intitolato Viale Dalmazia, questa è la sua denominazione Toponomastica con numeri civici dell’ex Moresco”.

Il Viale storico risulta pertanto copia di progetti risalenti a tre secoli passati che ho documentato in due volumi di ricerca”Campo Marzio Possessione Comunale” – prosegue Parolin -. Ma voglio sottolineare che il degrado di Viale Dalmazia, che iniziò molti anni fa con la prostituzione, e del prato circostante, non è dovuto ad uno sfalcio d’erba mancato o manufatti marci, ma bensì ai “frequentatori” cioè spacciatori, tossici, alcolisti sbandati che ne hanno fatto la loro abitazione e bottega di vendita con durata H 24, in pieno centro storico. La sola visione penosa, spesso documentata dai media, fa allontanare i Vicentini dall’area”.

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“Il problema è cosa fare per allontanare determinati personaggi dalla zona e poter godere anche dei ricordi di quando si pescava “il pesce rosso 8 palline 50 £ire”. Purtroppo se non si cambia legge, dando potere al Sindaco, per salvare i nipoti, continueremo a buttare soldi Pubblici per interventi giornalieri dei Carabinieri, Polizia di Stato e Locale, Finanza, cani antidroga, USL, – conclude Parolin – senza nessun risultato pratico”.

 

 

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