Emergenza Covid, da Bottacin parole di fuoco su Lorenzoni: “Veneto arrivato prima del “suo” governo”

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Assessore Gianpaolo Bottacin
Assessore Gianpaolo Bottacin

L’assessore regionale all’Ambiente e alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin, presenza quasi indelebile alle conferenze stampa show del presidente Luca Zaia, non ha digerito le affermazioni dell’ex vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni e candidato a prendere il posto proprio di Zaia alla guida della Regione con la lista civica Veneto che vogliamo sostenuta dal PD. Lorenzoni aveva sostanzialmente detto che l’emergenza Covid va fatta gestire dal professor Crisanti, cioè in pratica che, in questa materia, la Regione va commissariata.

Bottacin in un lunghissimo post su Facebook ha elencato 12 punti in base ai quali, secondo lui, Lorenzoni «si sbaglia di grosso per l’ennesima volta».

«1) La politica sanitaria del Veneto per affrontare il Covid è stata riconosciuta come eccellenza e modello di riferimento a livello nazionale ed internazionale – afferma Bottacin -. 2) Siamo stati i primi ad attrezzarci con un comitato scientifico di prim’ordine fatto da una squadra di tecnici di altissimo livello. 3) Siamo stati i primi a decidere di dotarci di un sistema di biomonitoraggio con geolocalizzazione e di modelli matematici previsionali. 4) la sera del 21 febbraio, dopo 6 ore che il presidente del Consiglio Conte, del governo a cui politicamente ti rifai, aveva detto che non esisteva alcun percolo in Italia, siamo stati i primi, su indicazione di Zaia (Crisanti non quella sera non c’era) a fare i tamponi a tutti i cittadini di Vo (contro le indicazioni del governo), a chiudere l’ospedale di Schiavonia e a montare le tende della protezione civile per le operazioni di pretriage».

«5) abbiamo destinato quasi 4000 posti letto ai pazienti Covid – spiega ancora Bottacin – creando 11 ospedali Covid, riaprendo a tempo di record 5 ospedali dismessi, raddoppiando i posti in terapia intensiva 6) siamo stati i primi a definire, a metà gennaio il piano di sanità pubblica Covid 7) ho partecipato personalmente a tutte le sedute del comitato operativo nazionale dal 31 gennaio al 30 giugno, unico politico sempre presente. E in molti casi affiancato dal presidente Zaia 8) ho partecipato alle riunioni quotidiane di coordinamento con i Direttori Generali della uls affiancando la collega Lanzarin e il presidente Zaia per 130 giorni di fila. 9) Abbiamo lottato, a ragione, contro tanti burocrati e “statisti” di Roma che non avevano capito la portata dell’epidemia e hanno portato il Paese in una grossa crisi, in primis nella fornitura di DPI e attrezzature sanitarie. 10) Abbiamo mantenuto un profilo “alto” e istituzionale, senza scadere in polemiche, anche se avremmo potuto farlo 11) ci siamo assunti, come Regioni, responsabilità che lo Stato non ha voluto assumersi. 12) potrei continuare ma la lista sarebbe troppo lunga – conclude Bottacin – e non vorrei infierire troppo su chi non ha proprio idea di come funzioni la gestione di una emergenza, di cosa sia un’unità di crisi, di cosa sia il comitato operativo nazionale, ecc, ecc».

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