Sanità Veneta: il Pd incalza la Regione su esternalizzazioni e carenze di personale

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esternalizzazioni Gruppo consiglieri Partito Democratico Veneto: con il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis direttori generali pensione
Gruppo PD in regione Veneto: con il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis

Esternalizzazioni e carenze di personale nella sanità veneta: temi al centro dell’attenzione in queste ore dei consiglieri dem Bigon e Zottis.

Nel mirino dei componenti del gruppo consiliare del Partito democratico l’Ulss 1. “Finalmente – si legge in una nota – il governo regionale prende atto della deriva e del rischio delle esternalizzazioni nella sanità.

Cosa che evidenziamo da anni, in relazione a Pronti soccorso e reparti anche di estrema delicatezza. Sulla vicenda dei ginecologi esterni presso l’Ulss 1 bellunese prendiamo per buone le parole dell’Assessore Lanzarin che parla di ingiustizia per queste paghe d’oro e fa richiamo alla necessità di investire sul pubblico. Ma al tempo stesso, questa sua posizione obbliga a maggior ragione anche la Giunta regionale a fare di più, senza scaricabarili”.

Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, componenti della commissione consiliare Sociosanitaria, aggiungono: “Occorre adeguare subito gli stipendi per i medici pubblici, ma soprattutto integrare il personale mancante affinché ci sia regolarità nei turni. Perché oltre a guadagnare molto meno dei colleghi esterni, si ritrovano a subire carichi di lavoro insostenibili – spiegano le consigliere del Pd -.

Il Veneto ha investito meno nel costo del personale e questo è il risultato. Regione e Governo ora affrontino il problema senza darsi la responsabilità a vicenda. La platea di medici esistente basta per coprire le carenze. Ma vanno garantite le giuste condizioni di lavoro. L’eccellenza deve fare rima con investimenti”.

Focus anche su una situazione specifica. “Legnago – puntualizza la consigliera regionale del Partito democratico, Anna Maria Bigon – sta vivendo un autentico cortocircuito sul fronte della sanità, tra carenze pesanti dei medici di famiglia, reparti pieni e Pronto soccorso al 50% dell’organico. I cittadini sono così costretti a subire disagi inammissibili, a fronte dei quali è richiesto un intervento urgente della Regione.

A dispetto delle rassicurazioni dell’Ulss, la situazione non può essere considerata normale – spiega l’esponente dem -. La qualità dei servizi non è adeguata, tanto nell’ambito dell’emergenza-urgenza quanto in quello della prevenzione. Di questo passo, in assenza di interventi di rafforzamento, il rischio è la svendita del servizio pubblico, essenza della medicina territoriale, al privato. Esattamente come sta già succedendo altrove, a partire dal Trevigiano”.