Formia, non solo mare: l’eremo di San Michele Arcangelo sui Monti Aurunci

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Eremo san Michele
L'eremo di San Michele Arcangelo. (Foto: Visit Lazio on Twitter, da IG @reali.simone)

La città di Formia sorge su una lingua di terra che si estende tra il Mar Tirreno e i Monti Aurunci. Questa posizione, oltre a garantirle il suo celebre clima mite, già decantato dai villeggianti di epoca romana, dona alla città una duplice natura: tutti coloro che hanno sempre associato questo territorio al mare rimarranno sorpresi da quanto anche la montagna sia una parte fondamentale della sua identità. Dalla cima degli Aurunci si gode di un panorama mozzafiato, che fonde la bellezza del mare con quella dei monti. Su Formia veglia il massiccio del Monte Altino, sulle pendici del quale sono presenti vari punti di interesse, tra cui l’eremo di San Michele Arcangelo.

Vista di formia dal redentore
Vista sul Golfo di Gaeta dal Redentore (Foto flickr: Angelo Millioto)

Il sentiero – Per gli amanti del trekking e per i numerosi pellegrini che da Maranola si cimentano nella salita, le due ore e mezza di cammino sotto il sole battente vengono ripagate da una vista a 360° sul Golfo di Gaeta e dalla visita alla statua del Redentore e all’affascinante santuario rupestre dedicato all’Arcangelo Michele.

Interno eremo San Michele Arcangelo
L’interno dell’eremo di San Michele Arcangelo (Foto FB: Fabio Checchinato)

La chiesa rupestre – L’imponente facciata in pietra che accoglie i visitatori quasi alla fine del loro percorso funge da accesso ad una cavità naturale incastonata in uno strapiombo di roccia. Questa grotta custodisce, nel periodo estivo, la statua del Santo. La tradizione popolare vuole che sia stata la statua stessa a scegliere quel luogo solitario e impervio: originariamente posta nei pressi dell’odierna frazione di Gianola nelle vicinanze del mare, non tollerando il linguaggio blasfemo dei marinai, la statua si sarebbe spostata dapprima sul Monte Sant’Angelo, dove però poteva ancora chiaramente udire le parole sconce dei marinai; a questo punto avrebbe scelto come sua definitiva collocazione la cima del Monte Altino, in una grotta rivolta ad Ovest.

Facciata eremo S. Michele
La facciata dell’eremo S. Michele (Foto FB: Fabio Checchinato)

La fondazione dell’eremo risale all’anno 830. La facciata come appare oggi, tuttavia, è opera di un importante restauro avvenuto un millennio più tardi, nel 1895, reso necessario dall’azione dell’acqua che trasuda dalle rocce degli Aurunci. Ad oggi l’effigie del Santo risiede nel santuario soltanto durante la stagione estiva: nel mese di giugno i devoti, partendo dalla chiesa dell’Annunziata a Maranola, percorrono tutto il sentiero fino all’eremo, dove posano la statua, che riporteranno al borgo negli ultimi giorni di settembre.

Il culto micaelico in Italia – Quello di Maranola di Formia non è l’unico santuario dedicato all’Arcangelo Michele in Italia. Il culto del Santo si diffuse probabilmente grazie ai Longobardi, conquistatori di varie parti della penisola in seguito alla caduta dell’Impero romano d’Occidente. Gli attributi dell’angelo guerriero furono molto apprezzati dai Longobardi prima ancora della loro conversione al cristianesimo. Un popolo guerriero, di religione pagana, che rivide nell’angelo armato di spada e scudo, difensore dei cristiani contro le schiere di Satana, le qualità del dio Odino. Alcuni altri famosi santuari in onore di San Michele si trovano a Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia e a Pescocostanzo, in provincia dell’Aquila.