Rucco ancora muto come Paola Marini: se ci siete battete un colpo, in Comune e in Fondazione Roi

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Paola Marini e Francesco Rucco
Paola Marini e Francesco Rucco

A un mese esatto dalla sua pubblicazione (il 17 gennaio, all’alba) riproponiamo questo articolo che, muti tutti, non solo rimane valido ma pone crescenti ed inquietanti interrogativi se affiancato a quanto non è successo, nel frattempo, per la Fondazione Roi e a quanto è avvenuto per altre decisioni a dir poco Ruccopardesche.

Il fatto che il sindaco Francesco Rucco si rinchiuda nel mutismo di fronte all’opposizione… di una maggioranza sempre più rissosa e che Paola Marini, neo presidentessa del Cda della Fondazione Roi, scelga di rispondere su un mezzo, il CorVeneto a domande che le fa dal 27 novembre un altro mezzo, il nostro, sono le due facce più evidenti di una Vicenza che continua a non trovare più in se stessa il coraggio di invertire la rotta della debolezza rassegnata che l’ha portata ad accettare ogni sopraffazione, di cui il crollo della Banca Popolare di Vicenza sulle ossa dei vicentini è solo l’esempio più recente e clamoroso.

La maggioranza di… opposizione

Giunta di Francesco Rucco
Giunta di Francesco Rucco

Il Giovine di Donazzan

Elena Donazzan lo scudiscia per l’insicurezza di campo Marzo e il seggio saltatole per uno dei suoi in provincia; e lui, Rucco, rimane sordo e zitto, neanche fosse reduce da un’otite.

L’assessore comunale per meriti ignoti Silvio Giovine prende ordini dall’assessora regionale, di cui è capo della segreteria a Venezia e che accompagna nei suoi tour cittadini, e distribuisce sorrisi e prebende là dove portano consenso alla sua cerchia di amici e non a tutta l’amministrazione e meno ancora alla città intera; e lui, Rucco, volta lo sguardo dall’altra parte.

Marco Lunardi, l’anti Cicero

Il consigliere di #RuccoSindaco Marco Lunardi, delegato alle politiche giovanili dopo le iniziali lagnanze per avere un “ruolo” adeguato,  anche martedì, nel coso dell’assemblea bipartisan anti auto in Corso Fogazzaro, è stato, ha scritto il nostro Andrein, lì presente,  «”il più critico con Cicero”, come si è auto definito. Il suo è stato l’intervento più applaudito: “ancora una volta l’assessore cala i progetti dall’alto, senza condividerli” è la dura accusa lanciata»…

Siotto, la capogruppo di se stessa

Simona Siotto, ambiziosa ma insoddisfatta per il contentino avuto come capo gruppo di #RuccoSindaco (il suo nucleo era formato da Giovine e se stessa, in quota Donazzan-Conte), un giorno sì e l’altro pure se la prende con gli eventuali errori degli assessori della sua maggioranza (Porelli, Cicero, Dotto…, sotto il prossimo); e lui, Rucco, il sindaco nonché presidente della provincia in continuità col passato che voleva ribaltare, va ad inaugurare la sagra del broccolo fiolaro.

Ciambetti, il consigliere capo

Dove, ahi ahi, trova anche Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale e, quindi, il più potente consigliere comunale che, perché ascolti i “consigli” della Lega su strategie e nomine, gli fa ben aprire le orecchie l’unica volta che, per mantenere la sua autonomia da sindaco, dovrebbe tenerle solo socchiuse.

Paola Marini, Roi o… regina alla vicentina

Paola Marini

Paola MariniIn tutta questa rassegnazione a non rispondere se non agli ordini dei più potenti, magari utili per qualche sogno futuro, l’attuale Francesco Rucco (si sbrighi ad essere quello che diceva di voler essere!) è diventato, ahinoi, un modello anche per Paola Marini.

Letto il suo notevole curriculum, la sognavamo come presidente della Roi ideale a rompere con un passato fatto prima di sudditanza dei consiglieri del Cda al sistema che ruotava intorno a Gianni Zonin e poi di omertà per nascondere le sue malefatte, le proprie convenienze e le connivenze generali con le prebende distribuite a pioggia dalla Fondazione dimenticandone lo statuto ma tenendo ben presenti i consensi degli “amici”.

VicenzaPiù domanda ma lei, non, risponde al CorVeneto

Eppure, dopo una gestione che dal 2009 al 2015 ha privato la Fondazione di circa 30 milioni di euro cash su 100 di patrimonio complessivo (gli altri 70 sono immobili), mentre delle opere d’arte non si sa ancora nulla a parte i dubbi della Guardia di Finanza su eventuali “interessamenti” anomali alle stesse di “roi” Zonin e di Giuseppe Zigliotto, Paola Marini non trova ancora il coraggio (perché?) di rispondere alle nostre domande sulla non più rinviabile azione di responsabilità contro l’ex bipresidente, di BPVi e Roi.

Ma fa finta di farlo col collega del CorVeneto a cui dice: «Stiamo leggendo le carte e i pareri acquisiti, si tratterà di farlo con la maggiore ponderazione possibile ma mi pare un passaggio che non può essere eluso».

Azione di responsabilità contro Zonin pronta, ma Marini parla al futuro

Il collega è giovane e rispettoso e non risponde alla presidentessa Marini con l’unica domanda aggiuntiva e seria da farle ora che gli atti sono pronti da tempo a firma dell’avvocato Gianni Origoni a cui li aveva commissionati, e pagati, il suo predecessore Ilvo Diamanti: «quando lei e i suoi 4 consiglieri, di cui due, monsignor Francesco Gasparini e Giovanna Rossi di Schio, unico lascito di Zonin, depositerete in tribunale l’azione di responsabilità contro costui?».

Ma, forse, anche se il collega avesse avuto l’ardire di fare questa domanda precisa per una risposta chiara Paola Marini o avrebbe scelto la strada del mutismo municipale o avrebbe risposto con tanti faremo e vedremo… visto che, lo ha detto sempre al CorVeneto la chiarissima neo presidentessa, lei e il cda faranno «tutto in piena trasparenza, motivo per cui faremo un nuovo sito, consolideremo la situazione dal punto di vista gestionale e dei criteri di erogazione dei contributi, prevedendo tempi e scadenze entro cui devono arrivare le richieste…».

Tempi indefiniti

Tempi e scadenze che non valgono evidentemente per la richiesta di presentazione dell’azione di responsabilità, che facciamo da anni e che Diamanti stesso ha condiviso trovando l’opposizione dei reduci zoniniani, e per dare seguito alle altre tre nostre elementari richieste semplici semplici da attuare solo a volerlo fare, in trasparenza, e magari già esaudite ma non comunicate.

Le quattro richieste per la nuova Roi

E, invece, Paola Marini, il cda in cui siede un rappresentante del Comune, Mauro Passarin, direttore scelto da Francesco Rucco, e il sindaco stesso (nell’immagine di copertina con Marini e Passarin) fanno fatica anche solo a commentare le 4 decisioni da prendere senza ulteriori indugi anche per smentire chi comincia a sussurrare sempre più forte che di diverso tra Achille Variati e Francesco Rucco ci siano solo i nomi.

Repetita iuvant

Rieccole per loro comodità:

1 – approvazione immediata dell’azione di responsabilità contro Zonin e, si spera, i precedenti amministratori coinvolti nell’incauto acquisto di 29 milioni di euro di azioni BPVi e dell’ex cinema Corso (l’azione, impostata dall’avv. Giovanni Origoni, come da noi rivelato, per essere attivata non ha bisogno di alcuna approvazione regionale come si voleva far credere)

Avv. Enrico Ambrosetti e Gianni Zonin
Avv. Enrico Ambrosetti e Gianni Zonin

2 – cambio, per discontinuità almeno parziale col passato (vista la continuità inossidabile assicurata da Gasparini e Rossi di Schio), dei professionisti da tempo al “capezzale” della Roi e sempre di era Zonin, cioè, a prescindere dalla loro professionalità, del commercialista Giovanni Sandrini e dell’avvocato Enrico Ambrosetti, se quest’ultimo non è stato già cambiato da Diamanti come promesso;

Giuseppe Zigliotto, ex pres. Confindustria Vicenza e consigliere BPVi
Giuseppe Zigliotto, ex pres. Confindustria Vicenza e consigliere BPVi

3 – compilazione di un inventario preciso da lasciti notarili dei beni mobiliari (quadri, avori, collezioni di monete…), che la Guardia di Finanza ritiene credibile siano stati in parte trafugati o asportati a prezzi di favore da parte di membri del cda della Banca Popolare di Vicenza, individuabili in Zonin stesso e in Giuseppe Zigliotto

4 – infine, atto non meno importante degli altri, “desecretazione” dei bilanci e degli atti amministrativi dell’epoca successiva alla morte del marchese, cioè dal 2009 alle dimissioni imposte di Zonin, un’operazione di trasparenza, cioè, che non si potrà più nascondere dietro l’essere la Fondazione una Onlus, caratteristica ora persa proprio a causa delle vecchie gestioni.

Senza voler essere irriverenti, Francesco Rucco e Paola Marini se ci siete battete un colpo.