Paola Marini chiude la cinquina del cda della Fondazione Roi: speriamo che con lei, Menti e Passarin si apra una nuova era nonostante Gasparini e Rossi di Schio griffati Zonin

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Dopo mille trattative (mercanteggiamenti?) oggi con la cooptazione all’unanimità di Paola Marini (in fondo* le sue “referenze” di prestigio) si è finalmente completata la cinquina dei membri del cda della Fondazione Roi ingabbiata in uno statuto a dir poco riprovevole, che è stato lasciato in eredità dall’ultimo cda, i cui due membri più discutibili in quanto griffati Gianni Zonin, sono ancora lì (di fatto autonominatisi) e che mette ai margini, con un solo membro nel consiglio, il Comune di Vicenza, proprietario di quei musei civici a cui cui unicamente dovrebbe essere dedicata la creatura del marchese Giuseppe Roi: palazzo Chiericati, Museo del Risorgimento e della Resistenza e Museo Naturalistico Archeologico, a cui si possono aggiungere le attività museali del Teatro Olimpico, della chiesa di S. Corona e quelle della basilica Palladiana. 

due «ex consiglieri già in quota Zonin – scrivevamo venerdì 16 novembre – e ora imprudentemente (e impudentemente) rinominati, cioè Giovanna Rossi di Schio (Fai – Fondo ambiente italiano) e Mons. Francesco Gasparini (Diocesi di Vicenza)», che di fatto hanno impedito a lungo l’attivazione dell’azione di responsabilità contro l’ex padre padrone della BPVi, oltre che della Roi, avevano «fatto blocco “contro” i nuovi, il direttore dei musei civici del Comune Mauro Passarin (membro di diritto) e Paolo Menti (in quota Accademia olimpica)» e solo oggi, dopo varie riunioni, si è trovato l’accordo sul nome di Paola Marini, che per motivi di raggiunti limiti di età aveva dovuto lasciare proprio dal 31 ottobre scorso la direzione delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Con la Marini sono ben tre gli accademici olimpici  nel nuovo cda visto che oltre a Paolo Menti, designato ufficialmente dall’Accademia Olimpica, accademico è anche Paolo Passarin anche se il sindaco Francesco Rucco ci tiene a sottolineare che lui «è nel cda di diritto come direttore dei musei civici e quindi, alle mie dipendenze».

Vedremo quanto vorranno veramente voltare pagina i 5 consiglieri ora in carica fin dai primi atti dopo la nomina del presidente (si spera che il Comune di Vicenza recuperi almeno il suo ruolo centrale con Passarin al vertice della Roi anche se i titoli accademici di Marini sono notevoli) e cioè:

1 – l’approvazione immediata dell’azione di responsabilità contro Zonin e, si spera, i precedenti amministratori coinvolti nell’incauto acquisto di 29 milioni di euro di azioni BPVi e dell’ex cinema Corso (l’azione per essere attivata non ha bisogno di alcuna approvazione regionale come si voleva far credere)

2 – il cambio, per discontinuità almeno parziale col passato (vista la continuità inossidabile assicurata da Gasparini e Rossi di Schio), dei professionisti da tempo al “capezzale” della Roi e sempre di era Zonin, cioè, a prescindere dalla loro professionalità, del commercialista Giovanni Sandrini e dell’avvocato Enrico Ambrosetti, se quest’ultimo non è stato già cambiato da Diamanti come promesso

3 – la compilazione di un inventario preciso da lasciti notarili dei beni mobiliari (quadri, avori, collezioni di monete…), che la Guardia di Finanza ritiene credibile siano statiin parte trafugati o asportati a prezzi di favore da parte di membri del cda della Banca Popolare di Vicenza

4 – infine, atto non meno importante degli altri, la “desecretazione” dei bilanci e degli atti amministrativi dell’epoca successiva alla morte del marchese, cioè dal 2009 alle dimissioni imposte di Zonin, un’operazione di trasparenza, cioè, che non si potrà più nascondere dietro l’essere la Fondazione una Onlus, caratteristica ora persa proprio a causa delle vecchie gestioni

Se non verranno compiuti questi passi Francesco Rucco si troverà un consiglio in cui Vicenza conterà zero perché tutto, o quasi, in Roi sarà cambiato perché nulla cambi. 

 

*Paola Marini, 63 anni, storica dell’arte. Nata a Verona, si è laureata con lode a Bologna nel 1975, dove si è poi specializzata in storia dell’arte medioevale e moderna. Dal 1994 dirige i Civici musei d’arte e monumenti del Comune di Verona, dove dal 2011 al 2013 ha anche diretto la Galleria d’Arte Moderna-Palazzo Forti. Ha curato numerose mostre di livello internazionale in collaborazione con istituzioni italiane e straniere, sia pubbliche che private. Dal 1998 insegna museografia e museologia nella Scuola di specializzazione in storia dell’arte dell’Università degli studi di Udine. È autrice di decine di pubblicazioni, con particolare riguardo all’arte veneta.