Guanti monouso, il caso Bericah portato in parlamento da Zanettin: “vicenda paradossale”

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Di seguito e nel video il dibattito in Parlamento col deputato vicentino Pierantonio Zanettin per i chiarimenti in merito alle requisizioni operate dall’Agenzia delle dogane e ad un adeguato approvvigionamento di guanti monouso. Una interpellanza urgente firmata Zanettin e Gelmini alla quale ha risposto il governo col sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianluca Castaldi

Con quest’interpellanza porto all’esame del Governo la vicenda paradossale di un’azienda vicentina, la Bericah Spa, la quale è leader in ambito nazionale nell’approvvigionamento e nella commercializzazione di dispositivi di protezione individuale, nella fattispecie, in particolare, guanti monouso. La Bericah, il 31 marzo di quest’anno è stata aggiudicataria di una procedura indetta da Consip per l’approvvigionamento di guanti monouso in lattice nell’ambito dell’emergenza COVID. Questo il 31 marzo. Il 14 maggio, inopinatamente, alla Bericah giunge la comunicazione da parte della Consip che quell’ordine viene annullato in quanto da parte della struttura commissariale non ci sarebbe più interesse all’approvvigionamento dei guanti monouso.

Questo appare strano, nel contesto dell’emergenza COVID, ma ci può anche stare. Quello che non ci può stare, Presidente, è che a pochi giorni di distanza, anzi pochi giorni prima, il 13 aprile e il 29 aprile, due dei lotti di guanti monouso che erano stati importati dalla Bericah sono stati sequestrati in dogana, ed è evidente che esiste un’intima contraddizione fra il fatto che la Consip dichiari che la Protezione civile non ha bisogno di questi guanti e dall’altra parte che questi quanti vengano requisiti nel momento in cui fanno ingresso nel territorio nazionale. Devo dire che, dopo che io ho presentato quest’interpellanza, si sono verificati due eventi che non sono consueti per fatti di questo tipo. In particolare, il giorno 23 maggio, la Consip ha ritenuto di rispondere alla mia interrogazione – perché era stata presentata prima un’interrogazione – con una agenzia, che mi citava, in cui diceva: non è colpa nostra, noi siamo soltanto attuatori di quanto stabilito dalla Protezione civile e dalla struttura commissariale, quindi se questi ci dicono che non ne hanno bisogno noi non possiamo fare altro che interrompere la fornitura.

Qualche giorno successivo ho ricevuto anche, devo dire con sorpresa, una molto garbata telefonata da parte del commissario Arcuri – cui do atto del garbo istituzionale – in cui, a sua volta, mi diceva: io di questa cosa non so niente, mi stupisco che sia accaduta una cosa del genere. Non credo di rivelare un segreto fra me e Arcuri, mi disse: cercherò di risolvere la questione. Sta di fatto che la questione ad oggi non è stata risolta e siamo qui a discuterne, perché evidentemente questi guanti che sono stati sequestrati in dogana, non vengono pagati alla azienda importatrice il prezzo di mercato, ma, stando alle disposizioni vigenti, il prezzo del 31 dicembre 2019. Ora, vi rendete ben conto colleghi che, a partire dal 31 dicembre 2019, è esplosa l’emergenza COVID-19 e i prezzi si sono moltiplicati in maniera assolutamente sconsiderata, rispetto a quelli, quindi, l’azienda va a subire un danno enorme perché li ha pagati al fornitore nel Sud-Est asiatico a un prezzo e gli vengono dallo Stato, ora, requisiti e pagati a un prezzo molto inferiore. Allora, io sfido il Governo a darmi una spiegazione di quanto accaduto; come dire, ecco, sono curioso di capire le acrobazie giuridiche e logiche con le quali il Governo vorrà dare una plausibile spiegazione a questa situazione che è paradossale e che, a mio giudizio, è anche gravissima.

La risposta del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianluca Castaldi

Presidente Spadoni, ringrazio gli onorevoli Zanettin e Gelmini; ci provo, onorevole. Allora, con riferimento all’atto di sindacato ispettivo indicato in oggetto, si rappresenta quanto segue. Sulla base delle indicazioni fornite da Consip Spa, dall’Agenzia delle dogane e dal commissario straordinario ex articolo 122 del decreto-legge n. 18 del 2020, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, relativamente all’accordo quadro stipulato tra Consip Spa e la ditta Bericah, con particolare riferimento al lotto per l’approvvigionamento di guanti monouso in vinile, nell’ambito della procedura di emergenza connessa alla diffusione dell’agente virale COVID-19, la Consip ha precisato che tale accordo, nel definire le condizioni della fornitura, rinviava ai singoli contratti attuativi o appalti specifici emessi da Consip la definizione dell’approvvigionamento effettivo sulle singole amministrazioni beneficiarie. Sul punto la lettera di invito e l’accordo quadro erano chiari nello stabilire che solo l’ordinativo di fornitura avrebbe costituito l’atto con il quale si dava materialmente avvio alla fornitura; inoltre, l’importo stabilito nell’accordo quadro non costituiva l’indicazione del corrispettivo contrattuale, ma quantificava un fabbisogno complessivo stimato. Alla luce di queste premesse, la stipula dell’accordo quadro non è pertanto fonte di immediata obbligazione tra stazione appaltante e operatore economico aggiudicatario e non è altresì impegnativa in ordine all’affidamento a quest’ultimo dei contratti attuativi per un quantitativo minimo predefinito.

Gli operatori economici, poi, sin dalla partecipazione alle procedure negoziate d’urgenza in questione e successivamente con la stipula dell’accordo quadro, si sono impegnati espressamente a garantire la fornitura dei prodotti nelle quantità e secondo i termini di consegna offerti esclusivamente per ordinativi di fornitura emessi entro una determinata data (per le procedure negoziate a cui ha partecipato la Bericah Srl rispettivamente entro il 16 marzo del 2020 e il 30 marzo del 2020).

Ciò premesso, la Consip ha evidenziato che la Bericah Srl è risultata aggiudicataria delle seguenti procedure di urgenza: ID2282 – “dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali”- lotto 9 (guanti in lattice), lotto 10 (guanti in vinile), lotto 11 (guanti in nitrile); ID2288 – “mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale”- lotto 4 (guanti in vinile) e lotto 7 (tute di protezione).

In merito all’iniziativa ID2282, sui lotti 10 e 11 (rispettivamente guanti in vinile e in nitrile) il fornitore ha ricevuto ordini per il 100 per cento del quantitativo offerto, rispettivamente pari a 1.800.000 e 800.000 unità; in merito, invece, al lotto numero 9 (guanti in lattice) ha ricevuto ordini per il 17 per cento del quantitativo offerto, circa 320 mila unità, in quanto il fabbisogno è stato soddisfatto con ordini verso altre aziende aggiudicatarie che hanno offerto prodotti a prezzi inferiori e con tempi di consegna più rapidi. Si evidenzia, pertanto, che per la predetta fornitura la Bericah Srl ha ricevuto ordini e fatturato complessivamente per un importo pari a circa 96.625 euro.

Con riferimento, invece, all’iniziativa ID2288, le rappresento che la Bericah Srl ha offerto 1.310.000 guanti in vinile (lotto 4) e 35.000 tute (lotto 7). Per tale iniziativa, tuttavia, non sono stati emessi ordinativi di fornitura in quanto, viste le mutate esigenze delle regioni e delle province autonome, la struttura del commissario straordinario ha manifestato il venir meno dell’interesse all’approvvigionamento e, pertanto, i fornitori sono stati, come previsto dalle condizioni contrattuali, svincolati da ogni obbligazione. Per completezza di informazione, si rappresenta che, a seguito dell’inizio dell’insorgenza epidemica del Coronavirus, il commissario straordinario ha inteso nominare l’Agenzia delle dogane e dei monopoli soggetto attuatore dei propri provvedimenti di requisizione, con specifico riferimento alla merce presentata in dogana, per operazioni di importazione o di esportazione, allorché ritenuta utile al contrasto della predetta epidemia.

In ordine, poi, al quesito concernente le motivazioni delle operazioni di requisizione dei guanti monouso da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, il commissario straordinario ha riferito che: “la motivazione della requisizione è ascrivibile all’urgenza del contesto e della fase in cui si è operato, ovvero, alla necessità di soddisfare le richieste prioritarie di dispositivi medici (e quindi anche dei guanti, così classificati) indicate dagli operatori sanitari delle regioni più colpite dal virus”. Con riferimento, poi, all’indennità applicabile in caso di requisizione, il commissario ha affermato di aver applicato la normativa vigente in materia, ovvero l’articolo 6, comma 4, del decreto-legge n. 18 del 2020, laddove si prevede espressamente che l’indennità, nell’ipotesi di requisizione in proprietà dei beni, vada calcolata al 100 per cento dei valori correnti di mercato al 31 dicembre 2019, senza che possano essere tenute in conto le variazioni di prezzi conseguenti a successive alterazioni della domanda o dell’offerta. A valle della designazione dell’Agenzia delle entrate come soggetto attuatore, disposta con ordinanza commissariale n. 1/2020, il commissario straordinario ha altresì disposto, con l’ordinanza n. 6/2020, procedure speciali di sdoganamento della merce già originariamente destinata a tali finalità di contrasto all’epidemia.

Per quanto riguarda gli altri quesiti posti dall’interpellante, relativi alla “necessità in questa fase dell’emergenza COVID di guanti monouso e quali iniziative il Governo intenda attuare per garantire all’Italia una fornitura di guanti monouso adeguata alle necessità”, si ribadisce che tali necessità risultano dalla ricognizione dei fabbisogni individuati a livello locale e quindi comunicati alla struttura commissariale e dalle indicazioni che vengono fornite dalle competenti autorità sanitarie.

Il commissario straordinario è stato istituito dal Governo proprio al fine di dotarsi di una struttura organizzata che possa programmare le attività di contenimento e contrasto delle emergenze e indirizzare le risorse umane e strumentali, procedendo tempestivamente all’acquisizione e alla distribuzione di farmaci, delle apparecchiature e dei dispositivi medici e di protezione individuale. La struttura commissariale alla luce anche dell’esperienza fin qui acquisita e dell’attività svolta potrà pertanto rispondere adeguatamente alle esigenze relative al fabbisogno di guanti o altri dispositivi di protezione che si dovessero manifestare in futuro.

Il deputato Pierantonio Zanettin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza

Non posso essere assolutamente soddisfatto della risposta che il Governo ci ha fornito; nella mia premessa avevo lanciato una sfida, una sfida a comporre una aporia che ritenevo insanabile e la risposta non risolve la contraddizione fra i provvedimenti del 14 maggio e del 29 aprile che provengono l’uno dalla Consip, quindi MEF, e l’altro dalla struttura commissariale, quindi Presidenza del Consiglio. Nella sua risposta, se ho capito bene, sottosegretario, si dice che sono mutate le condizioni e non ci sono più le condizioni di urgenza ascrivibili alla necessità di avere questi dispositivi di protezione individuale al – ripeto – 14 maggio. Le esigenze venivano manifestate invece a seguito della confisca il 29 aprile, cioè in 14 giorni possiamo pensare che quella necessità che mi imponeva di confiscare alla Bericah i guanti monouso non c’è più il 14 di maggio, quando sappiamo tutti benissimo che la necessità di guanti monouso nelle RSA, negli ospedali e in tutto il Paese è tutt’oggi – tutt’oggi – assolutamente primaria.

Quindi, io credo che la risposta che lei ha dato sia una beffa, una beffa nei confronti della Bericah, perché, ricordiamoci, quest’azienda, adempiendo ad un contratto con lo Stato, ha importato a certi costi dal sud-est asiatico questo materiale e, allora, questo materiale gli viene pagato, a seguito di confisca, a un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello che essa stessa ha pagato. Quindi, è sostanzialmente una truffa; sarebbe un fatto da portare anche all’esame della procura della Repubblica perché lo Stato ha abusato della buona fede di un bravo fornitore che ha contratto con lo Stato e devo dire, sottosegretario Castaldi, di cui apprezzo lo stile e la cortesia, lei è esponente di un partito, il MoVimento 5 Stelle, il quale è entrato in questo Parlamento, dicendo che voleva tutelare gli interessi dei cittadini di fronte agli abusi dello Stato – questo era sostanzialmente – e, quindi, principi di trasparenza e principi di onestà. Io credo che lei, che non è assolutamente responsabile della risposta che ha letto perché, evidentemente, è una risposta che le hanno predisposto i funzionari degli uffici, in parte si fa latore di una posizione del Governo, dello Stato, che calpesta i diritti dei cittadini, calpesta i diritti di un’azienda privata vicentina del nord-est che lavora ed è sul mercato in maniera onesta e che si vede beffata nel suo adempiere in maniera seria alle obbligazioni che aveva contratto con lo Stato.

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