Il 14 aprile di 40 anni fa ci lasciava Gianni Rodari, grande uomo e intellettuale italiano, un poeta comunista

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Gianni Rodari (da Internazione per conmcessione di Paola Rodari)
Gianni Rodari (da Internazione per conmcessione di Paola Rodari)

Gianni Rodari scrisse filastrocche, poesie, racconti … riuscì a far vedere a piccoli e grandi le verità che spesso si nascondo dietro grandi e confusi concetti. Lo fece con l’arte della della fantasia. Fantasia che è indispensabile per un rivoluzionario se si vuole immaginare un futuro nuovo, diverso e migliore del presente.
Fu una persona di quelle che danno tutto quello che possono e che, quando vanno via, lasciano un senso di smarrimento e di essere diventati più poveri.
Oggi vorrei ricordarlo con tre sue brevi poesie che dimostrano la capacità di spiegare la solidarietà e i veri valori della vita a grandi e piccini con parole e rime solo apparentemente ingenue.
Era questa la sua capacità di fare Cultura e Politica con semplicità arrivando alla mente e al cuore del lettore con un sorriso.

Alla Formica

Io sto dalla parte della cicala
Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l’avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende, regala.

Rivoluzione

Ho visto una formica,
in un giorno freddo e triste,
donare alla cicala
metà delle sue provviste.
Tutto cambia: le nuvole,
le favole, le persone…
la formica si fa generosa…
è una rivoluzione!

La madre del partigiano

Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.

 

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.