Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto, FSU di Vicenza: +30% le matricole

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speed interview degli studenti di ingegneria dell'innovazione de prodotto con le aziende partner
speed interview degli studenti di ingegneria dell'innovazione de prodotto con le aziende partner

La crescita degli iscritti premia un corso di laurea multidisciplinare che come suggerisce
la denominazione è fortemente orientato alla formazione delle competenze per l’innovazione di prodotto e di processo all’interno delle aziende del territorio, con le quali vi è uno stretto collegamento

A meno di un mese dall’avvio del nuovo anno accademico, il corso di laurea in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto, organizzato a Vicenza dal Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali (DTG) dell’Università degli Studi di Padova, può già celebrare un risultato di rilievo: per il 2023/2024 le matricole sono infatti aumentate del 30%, 79 contro le 61 di un anno fa, mentre complessivamente gli iscritti sono 312 (199 per il corso triennale e 113 per quello magistrale).

«Il corso di laurea ritorna così ai livelli di attrattività pre-covid – commenta il prof. Alberto Trevisani, direttore del DTG – e riprende un percorso di crescita che la pandemia aveva interrotto, certamente con un trend di incremento particolarmente accentuato nell’ultimo anno. Questo risultato è tanto più significativo se si considera che il corso è nato come un percorso molto focalizzato che, pur avendo ancora la capacità di crescere numericamente, non ambisce a raggiungere numeri di matricole troppo elevati, principalmente per consentire di seguire e formare gli studenti al meglio».

Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto è infatti un percorso di studi con caratteristiche del tutto particolari e strettamente collegato con le aziende del territorio e il loro fabbisogno di competenze: «Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto è un corso di laurea multidisciplinare – spiega il suo presidente, il prof. Michele Zappalorto – orientato all’innovazione nella progettazione meccanica nell’accezione più moderna, dunque combinando metodi progettuali avanzati, materiali di nuova generazione e tecnologie produttive e impiantistiche evolute aspetti fondamentali per il successo dei nuovi prodotti in diversi settori industriali».

Il tutto è articolato su un percorso triennale e un corso di laurea magistrale, con la possibilità per gli studenti di scegliere già nel triennio tra due orientamenti: “Progettazione Meccanica e Design”, maggiormente focalizzato su concept e progettazione del prodotto, e “Produzione Industriale 4.0”, con un’attenzione particolare per gli aspetti di impiantistica e produttivi.

Il prof. Zappalorto spiega così il balzo nelle immatricolazioni: «Sicuramente abbiamo lavorato molto lo scorso anno in fase di orientamento, perché si tratta di un corso relativamente recente e dunque ancora poco conosciuto. Molto significativa è anche la motivazione manifestata dalle matricole: gli studenti hanno scelto Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto sapendo esattamente cosa si studia, sono qui perché cercavano un corso di laurea con queste caratteristiche uniche nel panorama nazionale».

E poi ci sono il passaparola e i risultati degli ex studenti, testimoniati dai dati ANVUR (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), che nella più recente rilevazione ha evidenziato tra i laureati un grado di soddisfazione del 97,5% rispetto al percorso di studi intrapreso, con un tasso di occupazione praticamente del 100% subito dopo il conseguimento della laurea.

«Mediamente i nostri studenti trovano lavoro dopo 1 mese dalla laurea – spiega ancora il prof. Zappalorto – ma molti cominciano a lavorare già prima. Non di rado io e i miei colleghi riceviamo richieste di laureati da parte delle aziende con cui collaboriamo e fatichiamo a fornire dei nominativi perché stanno tutti già lavorando in posizioni più che soddisfacenti».

Proprio lo stretto rapporto con le aziende del territorio è un altro punto di forza del corso: «Sono un trentina le aziende partner del corso e il loro numero è in espansione perché riceviamo costantemente ulteriori richieste: con queste vi è spesso una collaborazione finalizzata alla ricerca, ma ospitano anche gli studenti del corso magistrale per il tirocinio formativo obbligatorio, durante il quale i tirocinanti hanno la possibilità di mettere già in pratica le conoscenze tecniche acquisite durante il corso di laurea e allo stesso tempo affinare le cosiddette “soft skills”. Generalmente il tirocinio dura circa due mesi, può essere abbinato ad una tesi di laurea in azienda e spesso la reciproca conoscenza che si crea tra l’azienda e lo studente porta poi alla sua assunzione, in taluni casi già da laureando».

Un modello vincente, come sottolinea Adamo Dalla Fontana, presidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza: «Mai come in questa fase storica per rimanere competitive le aziende hanno necessità di fare innovazione, a tutti i livelli, e in questo contesto è facile comprendere come l’avere a Vicenza un corso di laurea come Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto rappresenti davvero un vantaggio strategico per le nostre aziende e di riflesso per l’intero territorio. Tanto più che si tratta, come tutti i corsi con sede a Vicenza, di una proposta unica che non trova eguali nelle altre sedi universitarie del Nord Est. I risultati in termini di crescita delle immatricolazioni, soddisfazione e tasso di occupazione degli studenti sono la logica conseguenza di un percorso di progettazione e di partnership che è assolutamente vincente tra l’Ateneo di Padova e la Fondazione Studi Universitari di Vicenza».