Iniziato il 24 agosto il rilascio delle acque radioattive della centrale di Fukushima: serviranno 30 anni. Cina e Corea contrarie

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Il Giappone ha iniziato lo sversamento delle acque radioattive della centrale di Fukushima, processo che durerà decenni secondo le norme dell’ONU.

Il Giappone ha iniziato il 24 agosto lo sversamento delle acque radioattive della centrale di Fukushima, processo che durerà tre decenni secondo le norme dell’ONU. Dopo il disastro della centrale nucleare nel marzo del 2011, si sono accumulati oltre 1,34 milioni di tonnellate di acqua, utilizzata per il raffreddamento dei reattori. L’acqua negli anni è stata trattata rimuovendo tutti i radionuclidi, compreso il Cesio-137 pericoloso per l’uomo perché si accumula nei muscoli. L’unico isotopo rimasto è il Trizio, utilizzato per realizzare la fusione nucleare grazie alla grande quantità di energia prodotta con una sola reazione e chimicamente uguale all’idrogeno per cui si lega all’acqua, impedendone la separazione chimica.

È veramente pericoloso rilasciare le acque contaminate nell’oceano?

Secondo un’intervista rilasciata a Geopop dal fisico Luca Romano, il totale di acqua triziata della centrale di Fukushima non può influire sulla radioattività dell’Oceano Pacifico. Nel quale sono presenti isotopi diversi come il Potassio-40, decine di milioni di volte superiore per quantità al Trizio delle acque di Fukushima. Secondo i valori dell’OMS l’acqua potabile dovrebbe essere al di sotto dei 10 mila Becquerel per litro, mentre l’acqua trattata ha un valore di 1500 Bq/l, per cui non ci sono prove a sostegno di un possibile inquinamento radioattivo dell’oceano. 

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica dell’ONU (Aiea) ha supervisionato i lavori per la messa in sicurezza della centrale e la diluizione dell’acqua stabilindo che il piano di scarico rispetta gli standard globali e che l’impatto su ambiente e persone è “trascurabile”. Anche la Tepco, Tokyo Electric Power Company, monitorerà le sostanze radioattive presenti nell’acqua e diffonderà i dati da oggi, 25 agosto. Il primo rilascio durerà 17 giorni per un totale di 7800 metri cubi di acqua, con il raggiungimento di capacità massima già dal 2024. Ma per completare il processo serviranno oltre 30 anni.

L’ONU approva il piano, ma Cina e Corea del Nord no

Nonostante l’approvazione delle Nazioni Unite il ministro degli esteri cinese definisce il piano di smaltimento come “una mossa estremamente egoista ed irresponsabile”e la Corea del Nord esorta il Giappone a “fermarlo immediatamente”. Inoltre, Pechino ha bloccato le importazioni alimentari da 10 prefetture del Giappone ed ha introdotto test delle radiazioni su larga scala. La Corea del Sud rispetta, invece, la decisione dell’Aiea, ma i suoi cittadini sono preoccupati per cui fa affidamento sul governo giapponese e sull’agenzia di pesca del paese per la comunicazione dei dati.