La tegola Cesa cade sul governo, Di Maio: “mai dialogo con indagati per mafia”

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Luigi di Maio (M5S) in visita a Vicenza (foto di Marco Milioni)
Luigi di Maio (M5S) in visita a Vicenza

Parte in salita la strada di Conte verso la prosecuzione del suo governo dopo la rottura di Renzi. Mentre sta cercando di allargare la maggioranza guardando al centro, infatti, il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa viene indagato per rapporti con cosche ndranghetiste e si dimette dal partito. Secondo l’accusa Cesa avrebbe “aiutato due imprenditori, indagati nella stessa inchiesta e ritenuti legati a cosche di ‘ndrangheta del crotonese e del reggino ad ottenere appalti nel settore della fornitura di materiali per l’antinfortunistica”. Cesa si dichiara estraneo e tranquillo dicendo di confidare nella magistratura ma l’ex capo politico del M5S e ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook chiude le porte in faccia a una possibile alleanza con Cesa (e quindi, forse, anche con l’Udc,i cui esponenti in queste ore hanno espresso solidarietà a Cesa) “In queste ore siamo al lavoro per un consolidamento della maggioranza, un processo complicato e ambizioso allo stesso tempo, perché il Paese ha bisogno di ricominciare a correre: le imprese devono lavorare, le famiglie hanno il diritto di poter pianificare il loro futuro -. Ma con la stessa forza con cui abbiamo preso decisioni forti in passato, ora mi sento di dire che mai il M5S potrà aprire un dialogo con soggetti condannati o indagati per mafia o reati gravi”.

“È evidente che questo consolidamento del Governo non potrà dunque avvenire a scapito della questione morale – conclude Di Maio – dei valori che abbiamo sempre difeso e che sono fondanti del progetto 5 Stelle”.