Primo maggio: tra traguardi raggiunti e criticità persistenti soprattutto per le donne

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Oggi si celebra la festa dei lavoratori, una festività nazionale che in questi anni di crisi e mutamento del lavoro acquista ancora più significato. Il tasso di occupazione vicentino rilevato dall’Istat nel 2023 (53,8) è in leggero aumento rispetto a quello dell’anno precedente (52,9), testimoniando tuttavia una netta predominanza di “occupati” uomini.

La giornata dei lavoratori al giorno d’oggi, se da una parte festeggia le grandi conquiste da l’iro fatte nei secoli (per esempio la previdenza sociale o la tutela sindacale e legislativa), dall’altra mette in luce le criticità che ancora oggi il mondo del lavoro presenta, soprattutto in riferimento alla tematica femminile. A partire da alcuni dati sconfortanti che delineano un preoccupante quadro nazionale dell’occupazione femminile secondo cui il tasso di partecipazione alla forza lavoro delle donne è del 48%, contro il 66% maschile (dati Ocse). Ancora, le donne lavoratrici subiscono marcati divari retributivi di genere, così come minori prospettive di carriera soprattutto in relazione a ruoli dirigenziali e di responsabilità: solo il 33% di donne, su circa 115mila dirigenti in Italia (dati Cida). Partendo da queste premesse Jobiri, impresa innovativa a vocazione sociale, ha realizzato un Osservatorio sugli ostacoli e le discriminazioni contro le donne nella ricerca lavoro tramite la somministrazione di un questionario online a un campione di 1.053 donne compreso trai 18 e 65 anni nel periodo tra gennaio e ottobre 2022. Ecco alcuni dei risultati più preoccupanti. Il 71% delle rispondenti all’indagine dichiara di aver trovato annunci di lavoro in cui il genere era un requisito di accesso. Il 56% dichiara di aver dovuto parlare della propria situazione matrimoniale o di aver ricevuto domande relative alla gestione o alla cura dei figli. Vi sono anche casi di molestie, che possono andare da apprezzamenti a sfondo sessuale (16% dei casi), a contatti fisici indesiderati (11% dei casi). Infine, ben il 68% delle rispondenti denuncia offerte di contratti con stipendi più bassi rispetto ai colleghi maschi.

E lo sfruttamento lavorativo? Nel 2022, i progetti antitratta in Italia hanno valutato 2.517 persone come possibili vittime di tratta e sfruttamento. Il 64% erano donne, il 33% uomini e il 3% persone transessuali. Almeno 101 erano minori. Le nazionalità prevalenti delle vittime prese in carico sono Nigeria, Pakistan, Marocco, Bangladesh, Brasile, Costa d’Avorio e Senegal. Tra le Regioni che registrano più vittime di tratta e quindi di sfruttamento lavorativo si ritrovano il Piemonte, l’Emilia-Romagna, la Sicilia, la Campania, la Lombardia, la Puglia ma anche il nostro amato Veneto.

  1. E’ in quest’ottica che la festa dei lavoratori del Primo maggio acquista ancora più valore ricordandoci ancora una volta che il lavoro deve nobilitare, non discriminare e umiliare la persona, e soprattutto che  condizioni e  opportunità di lavoro uguali per tutti sono  “ciò che dovrebbe avere ogni popolo” (Sandro Pertini).