Matteo Messina Denaro, uovo, gallina e testa di struzzo: in mondovisione la cattura, con calma i covi pieni di… gadget

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Matteo Messina Denaro e i covi col viagra, di Almor e Claudio Mellana
Matteo Messina Denaro e i covi col viagra, di Almor e Claudio Mellana

Meglio un uovo oggi, o una gallina domani? Devono avere pensato questo i Carabinieri del ROS, una volta certi di avere individuato il mafioso stragista Matteo Messina Denaro, in una clinica di Palermo.

Da un lato, la gallina era succulenta: se non lo avessero catturato subito, se si fossero limitati a controllarlo e spiarlo, avrebbero potuto ottenere informazioni preziosissime sulla rete criminale di cui era al vertice e che proteggeva da trent’anni la sua latitanza. Criminali comuni e criminali infiltrati nelle istituzioni, sicuramente anche ad alti livelli.
Una gallina che avrebbe finito per strozzare più di qualcuno!
Dall’altro, l’uovo, più che di gallina, era di struzzo. Un uovo gigante, difficile da lasciare, anche solo momentaneamente.
Anche perché, diciamocelo, il rischio di una talpa, che potesse avvisare il boss dell’arresto imminente, aumentava esponenzialmente ad ogni ora  in cui il cappio veniva lasciato aperto.
Capisco bene, quindi, perché non si sia voluto rischiare.
Capisco meno i festeggiamenti in mondovisione, quando l’operazione era ben lungi dall’essere conclusa. Con i covi del latitante che venivano lasciati nella disponibilità dei suoi fiancheggiatori per ore e giorni, così da essere prudenzialmente svuotati da qualsiasi cosa di incriminante avessero potuto contenere. Un tesoro di informazioni che sfugge agli inquirenti non per la prima volta (il covo di Salvatore Riina, l’Agenda Rossa di Paolo Borsellino…).
In mancanza, sappiamo tutto sull’abbigliamento di Matteo Messina Denaro, sul costo delle sue camicie, sui poster, le calamite da frigo, sul viagra e i preservativi, sulla biografia di Vladimir Putin, sul rapporto con i vicini di casa e con medici e pazienti oncologici e, ovviamente, un sacco di dettagli sulla sua malattia, cure, metastasi e quant’altro.
Tutte cose, tra l’altro, penalmente irrilevanti, la cui divulgazione farebbe inorridire i garantisti da salotto, se al posto di un latitante mafioso fosse stato arrestato un parlamentare, un presidente di regione, un sindaco o qualche imprenditore, o banchiere, contiguo a questo o quel partito.
Quindi niente difesa della privacy per Messina Denaro, mi spiace: avremmo potuto consigliargli di darsi alla politica, se non avessimo il triste e feroce sospetto che la politica, per almeno trent’anni, si sia data a lui.